36. The pain of the soul

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Zayn
Girovagavo nella zona di Clapham. Louis era andato allo Scandals, dunque non c'era motivo di restare a casa. Non ero mai stato in quella zona del sud di Londra, ma avevo sentito parlare di un nightclub piuttosto figo. Si chiamava Infernos. Azionai il navigatore sul mio cellulare e percorsi la Clapham High St. Osservai l'insegna fluorescente spiccare nel buio della notte e decisi di entrare. Non volevo sballarmi o altro, volevo semplicemente avere qualcosa da fare in quella serata fin troppo noiosa. Mi guardai attorno e mi sorpresi nel notare che era una discoteca come tante altre. Nulla di più e nulla di meno. Non capii il perché di tanta fama. Perlomeno c'era l'alcol e questo mi bastava. Mi avvicinai al bancone e ordinai una semplice Piña Colada. L'atmosfera era piuttosto confusionaria, la musica fin troppo commerciale e i ragazzi eccessivamente scatenati. Erano tutti intorno ai vent'anni, probabilmente studenti universitari, bisognosi di darsi alla pazza gioia nei weekend senza libri. Sospirai rumorosamente, sorseggiando il mio cocktail. Stavo per arrendermi alla noia quando il mio sguardo fu catturato da qualcosa, o meglio da qualcuno. Mi raddrizzai sullo sgabello per poter avere una più facile visuale. Non molto lontano c'era Liam. Mi sorpresi nel vederlo in quel posto, però capii presto che non era da solo. Il suo "accompagnatore" aveva una faccia familiare. Non riuscii a riconoscerlo subito ma dopo un po' lo identificai. Schifoso bastardo. Li osservai furtivamente per capire che tipo di rapporto ci fosse tra i due. Il corpo di Liam era intrappolato fra due braccia forti e possenti. Le mani di quel tizio, prima insicure, iniziarono a viaggiare avide sulle spalle del castano, poi sulla sua schiena e infine sui glutei, stringendoli e palpandoli con assurda dedizione. Un moto di rabbia si fece largo nella mie viscere. Riuscii a stento a controllarmi. Il corpo di Liam era rigido e immobile. Non si era abbandonato al tocco dell'altro ma non l'aveva nemmeno rifiutato. Questa cosa mi mandò in bestia. Era chiaro a tutti cosa stesse facendo, o meglio cosa stesse pensando. Cercava di apparire forte, sicuro di ciò che stesse facendo, quasi a suo agio. Tentativo fallito ai miei occhi. No, lui non mi poteva ingannare. Era stufo di essere da solo, di cercare costantemente la sua anima gemella senza mai trovarla. Ma non era questo il modo giusto. Lasciarsi toccare da un perfetto sconosciuto non era di certo la soluzione alla sua ricerca d'amore. Lo vidi sobbalzare leggermente quando le mani del tipo si fecero spazio nel suo interno coscia. Non capii perché la cosa mi infastidiva così tanto. Non c'era motivo che me la prendessi in quel modo ma agii comunque. Scesi giù dallo sgabello con fretta e spintonai un paio di ragazzi tra la folla per poter raggiungere Liam il prima possibile. Posai una mano sulla spalla di quel viscido ed entrai in scena.
"Il lupo perde il pelo ma non il vizio, non è vero Scott?" domandai tagliente.
Entrambi si voltarono di scatto verso di me. Liam aveva un'espressione sconcertata. Forse si stava chiedendo com'è che mi trovassi sempre dove c'era anche lui.
"Zayn, caro!" escalmò quello preoccupato.
Gli sorrisi fintamente e mi feci subito serio. Scott notò il mio cambiamento e tentò di salvare la situazione.
Abbandonò il caldo rifugio tra le gambe di Liam e avvicinò il ragazzo a sé per un braccio.
"Lascia che ti presenti questo splendore" disse in modo sarcastico.
Rivolsi un'occhiata severa a Liam e lui abbassò lo sguardo.
"Che razza di primo appuntamento squallido" sputai con disprezzo.
"Che intendi dire?" mi domandò con sguardo interrogatorio.
"Semplicemente intendo dire che il mio primo appuntamento con Liam è stato a cena in un ristorante, tu l'hai portato in un'orrida topaia" sottolineai le parole 'mio' e 'Liam', dopodiché sorrisi altezzoso.
Non so perché avevo voluto marcare la differenza che c'era tra me e Scott. Forse volevo che Liam si rendesse conto che ero meglio del suo accompagnatore. Ciò nonostante continuai il mio discorso.
"Liam..." lo fissai con rimprovero.
"...onestamente, ti facevo meno stupido."
Notai una scintilla di rabbia colorargli il viso.
"Zayn, vattene! Non hai il diritto di dire certe cose! Ma cosa vuoi?!" domandò con tutto l'odio che provava nei miei confronti.
Serrai gli occhi per calmarmi un po' e trovare le parole giuste per fargli capire come stava davvero la situazione.
"Ti dirò cosa vuole lui invece. Scoparti a sangue in uno di questi luridi bagni e poi lasciarti lì" spiegai in modo fin troppo esplicito.
"E questo non è esattamente quello che hai fatto anche tu con me?!" domandò accigliato.
Mi sentii sprofondare il cuore nel petto. Non poteva davvero pensare una cosa del genere. Non poteva paragonarmi a quel tizio. Non l'avevo costretto a fare nulla con me, mi aveva seguito di sua spontanea volontà nel retro del ristorante.
"Non ho fatto nulla che tu non volevi" dissi seriamente.
"E chi ti dice che io non voglia lui adesso?" domandò sprezzante.
Sorrisi a quella sua affermazione. Non avevo mai conosciuto nessuno più ingenuo di Liam. Tentava forse di farmi uno sgarbo? Di farmi ingelosire?
"Sei decisamente troppo stupido" gli feci notare.
Mi guardò irritato, come se avessi offeso la sua intelligenza. Ma cosa poteva volere da me se si stava comportando da perfetto idiota?
Afferai con forza il suo braccio e lo spinsi vicino a me. Scott mi guardò furioso, come se gli avessi sottratto la preda dalla ragnatela.
"Lasciami!" urlò Liam, dimenandosi.
"Eh no, caro. Adesso si fa a modo mio."
Raccolsi le forze nella mano e gli infersi un pugno nello stomaco. Fu talmente forte e preciso che si piegò su sé stesso, smettendo di replicare e di ribellarsi ai miei ordini. Perse i sensi e si accasciò sul mio braccio. Lo trattenni con fatica e me lo issai sulle spalle. Non mi avrebbe mai seguito di sua spontanea volontà, metterlo k.o. era la soluzione più ovvia. L'unico problema rimasto era affrontare Scott. Con Liam addosso, era piuttosto difficile muoversi come avrei voluto. Cercai in fretta una soluzione. Conoscendolo, non se ne sarebbe stato buono al suo posto.
"Malik! Sei una testa di cazzo!" ringhiò.
Mi sforzai di trovare qualcosa da dire, una qualsiasi cosa che lo avrebbe potuto fermare. Una lampadina si accese nel mio cervello.
"Ma sì! Perché non ci ho pensato prima!" escalmai nella mia mente.
"Non ti avvicinare, non toccarmi e non seguirmi!" ordinai.
"Altrimenti?" rise alla mia minaccia.
"Altrimenti te la vedrai con Max. Siamo molto amici ultimamente, sai?" domandai vittorioso.
Lo vidi indietreggiare. Era l'occasione giusta. Mi voltai e me ne andai in fretta. Posai Liam sui sedili posteriori della mia auto e pensai che approfittare della brutta reputazione di Max era stato un colpo da maestro. La sua cattiva fama lo precedeva. Sorrisi pensando che quella strana alleanza mi stava salvando il culo.

UNFAITHFUL LIPSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora