12. I don't wanna be like him

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Louis
Era tutto sbagliato. Quel bacio era sbagliato. La sofferenza che avvertivo era sbagliata. Il desiderio di rivedere il suo viso e di riascoltare la sua voce roca era sbagliato. La rabbia che stavo provando in quel momento, nel vedere il corpo snello di Harry schiacciato da quello possente di Zayn, era sbagliata. Il sorriso che spuntò sulle mie labbra quando il riccio scostò l'altro scappando via da quella stanza come un cucciolo impaurito, era sbagliato.
Buio. Mi sentivo vuoto. Qualcosa di incolmabile mi lacerava il cuore. Frammenti del bacio che io ed Harry ci eravamo scambiati tornarono alla memoria, come per sottolineare l'errore che quel giorno avevamo commesso. Il sentimento caldo e piacevole che mi aveva invaso quando le nostre labbra si erano sfiorate era scomparso. Ne rimaneva solo il ricordo. Senza nemmeno rendermene conto, mi ero illuso. Niente ferisce, avvelena e ammala l'anima quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita. Ero caduto prigioniero delle mie aspettative illusorie. Cosa mi aspettavo? Quel piccolo momento intimo e segreto che avevamo condiviso, non avrebbe cambiato il modo in cui lo avevo trattato fin dall'inizio. Lo sapevo, dopotutto. Harry apparteneva a Zayn ed io non potevo tradire la sua amicizia. Zay mi era stato sempre vicino e mi aveva aiutato nel momento del bisogno ed io non potevo permettere che qualcosa si rovinasse tra noi per colpa di stupidi sentimentalismi. Ciò nonostante, un sospiro di sollievo aveva alleviato la mia sofferenza quando, il ragazzo che tanto mi stava facendo impazzire, lo aveva respinto. Conoscendo Zayn, senza alcun dubbio, ci avrebbe riprovato più deciso e convinto di prima e questo mi faceva infuriare. Quello che accadeva nella mia testa, ma soprattutto nel mio cuore, mi era incomprensibile. Odiavo quella situazione. Non mi riconoscevo. Non ero più lo stesso. Tutto dentro di me stava cambiando ed io avevo bisogno di pensare, di allontanarmi dal motivo del mio dolore. Così, senza fare rumore, uscii nuovamente di casa e me ne andai. Dovevo bere. Ogni volta che mi sentivo giù o che avvertivo la necessità di essere aiutato, l'alcol mi sembrava l'unica soluzione. Certe volte mi disprezzavo per questo. Stavo diventando proprio come la persona che più odiavo al mondo. Spesso mi ripromettevo di smetterla ma era sempre la stessa storia. Le difficoltà le superavo così. Preferivo riempirmi di drink piuttosto che affrontare le situazioni e superare con la mia forza gli ostacoli che la vita mi riservava. Non chiedevo mai aiuto a nessuno perché, secondo me, era simbolo di debolezza. Il fondo di un bicchiere rappresentava l'aiuto di cui avevo bisogno.
Non volevo andare in uno di quei soliti pub. Correvo il rischio di incontrare qualche idiota che aveva il coraggio di definirsi mio amico. I veri amici ti aiutano nel momento del bisogno, ti sostengono quando tutto intorno a te sembra andare una merda, ti aiutano a superare le difficoltà, ti danno dei consigli, condividono con te i momenti più tristi, ma anche quelli più felici e riescono sempre a strapparti un sorriso. L'unica persona che mi era sempre stata così vicina, era Zayn. Era il mio confidente. Era la mia spalla. Zayn era il mio unico amico. La cosa che mi faceva più male era che stavolta me la sarei dovuta cavare da solo, perché era anche per colpa sua se adesso stavo così. Era l'ultima persona al mondo alla quale avrei voluto parlare in quel momento. Mi sentivo fottutamente solo.
Presi la metro e scesi ad Oxford Street. Il breve viaggio mi aveva portato consiglio. Ora sapevo dove andare a liberare la testa dalla negatività. Anche se non era esattamente il mio posto, mi ci ero sempre trovato bene quando ci andavo con Zay ai tempi in cui era ancora fidanzato con Niall. Lo Scandals era il luogo perfetto per alleggerire la mente. Lì non conoscevo nessuno a parte il barista e quindi potevo essere facilmente lasciato in pace. Se qualcuno avesse provato ad avvicinarsi e a flirtare con me, lo avrei liquidato senza troppe cerimonie. Quando entrai nel locale la musica assordante mi investì. Mi recai subito al bancone per ordinare qualcosa da bere.
"Un cocktail invisible" esordii.
Il barista mi fece un cenno col capo senza neanche guardarmi in faccia.
Prese uno shaker, ci versò lo sciroppo di zucchero, il succo di limone, il Triple Sec, la Vodka, il Rum, il Gin e shakerò per bene. Versò il drink in un bicchiere beverage e l'ornò con mezza fetta di limone e due cannucce colorate. Contrariamente al suo aspetto ingannevole, leggero e trasparente, si trattava di uno dei cocktail più forti ed alcolici da bere in discoteca.
"Ecco a te" mi passò il bicchiere.
"Hey, Louis! Che ci fai qui?" continuò sgranando gli occhi.
Avevo quasi dimenticato che fosse lui il barista dello Scandals. Gli rivolsi un sorriso falso che tuttavia mi sembrò abbastanza realistico. Non avevo voglia di parlare, altrimenti non mi sarei recato lì. Probabilmente lo avrei fatto solo dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo, in preda all'eccitazione da alcol. Afferrai il beverage e bevvi l'intruglio tutto d'un sorso, come un calciatore farebbe con una bottiglietta d'acqua al termine di una partita, perché quella é la sua unica salvezza. Lo stesso valeva per me. Volevo che l'alcol mi salvasse. Ma sapevo che non avrebbe funzionato. Assaporai il sapore aspro, che stava sconvolgendo le mie papille gustative, farsi largo nel mio palato. Feci una smorfia e "Da quanto tempo. Vero Niall?" dissi.
"Beh io non direi proprio. Ci siamo visti l'altro giorno. Mi hai pestato con degli amici senza alcun motivo. Ricordi?" affermò come se me lo volesse rinfacciare.
"Mi stai dicendo che eri tu il ragazzo dell'altra sera?" domandai.
"Esatto" si affrettò a rispondere.
"Ah... non lo sapevo. Certo che pure tu... metterti nei guai in quel modo. Lo sai che a Ben bisogna sempre pagare la roba, altrimenti..."
Non gli avrei chiesto scusa. Non era da me. Tutto ciò che facevo era perfetto. Non mi potevo permettere di dimostrarmi debole e pentito di fronte agli altri. Solamente in questi giorni avevo riconosciuto gli errori che avevo commesso con Harry, ma per il resto io avevo sempre ragione.
"Okay... tanto ci sono abituato" disse per non voler fare storie.
"Come mai da queste parti?" continuò.
"Avevo voglia di cambiare..." risposi evasivo.
"Capisco... c'é qualcosa che ti preoccupa? Hai una faccia distrutta."
"Senti Niall, io e te non siamo mai stati così tanto amici quindi fatti un po' i cazzi tuoi, grazie" mi sfogai.
"Calmati, faccio solo il mio lavoro. Lo sanno tutti che i baristi stanno al bancone anche per sentire ciò che i clienti hanno da raccontare" si difese.
"Ecco, allora fai come se qui non ci fossi" dissi allora esasperato dal suo continuo blaterare.
"Oh che palle... tu ed Harry siete totalmente divers...."
Si coprì la bocca con una mano come se si fosse appena pentito di aver detto quelle parole. Tentò di cambiare discorso sperando che, tra tutti quei rumori, non fossi riuscito a sentirlo ma si sbagliava. Ero totalmente disinteressato a ciò che stava dicendo ma, quando sentii il nome "Harry", un allarme si accese dentro di me.
"Cosa hai detto? Tu conosci Harry?" lo aggredii.
"Harry? Chi è? Avrai sentito male..." improvvisò.
"Non mi prendere per il culo! Lo so cosa ho sentito!" gridai afferrandogli il grembiule da barista e tirandolo verso di me.
Ero arrabbiato anzi, furioso.
"Sì lo conosco e con questo?" si arrese.
"Ooh, Zayn non ne sarà affatto contento" lo provocai.
"No! Ti prego non dirglielo!" esclamò.
L'unica persona della quale a Niall importava veramente era proprio Zayn. Fare leva su di lui era stata la mossa giusta.
"Non glielo dirò solo se tu mi dici come lo conosci e se ti ha mai parlato di me" lo sfidai.
"Okay. Lo conosco da quando é arrivato a Tottenham. Vagava da solo per strada. Poi ci siamo rivisti al pestaggio organizzato dai tuoi simpatici amici e infine ci siamo rincontrati di mattina quando vado a fare jogging."
"Quindi siete... amici?"
"Beh... si direbbe di sì."
"Ti ha raccontato qualcosa su di me?"
"Mi ha detto che lo hai baciato. Anche questo non piacerà a Zayn, non é vero?"
In quel momento mi sentii avvampare. Era come se il mio più oscuro segreto fosse stato spiattellato ai quattro venti. Credevo che quello che era successo fosse rimasto per sempre tra me ed Harry, ma adesso scoprivo che anche Niall ne era a conoscenza. Mi sentivo vulnerabile al mondo. Ero fragile, solo, impaurito. Rimasi per qualche secondo in silenzio per assimilare la cosa. La provocazione di Niall non servì di certo a migliorare la situazione. Poi pensai. Se gli aveva raccontato del bacio, gli aveva anche confidato cosa aveva provato. Lui era l'unica persona che poteva darmi una risposta. Raccolsi tutte le poche energie che mi erano rimaste, assopii la voglia matta che avevo di prenderlo a pugni e presi parola sopprimendo la vergogna che mi invadeva.
"Ti ha anche detto altro?" gli domandai in modo implicito.
"Vuoi sapere se gli è piaciuto?" fece lui più schietto.
"Sì. Ti sto domandando se gli è piaciuto" dissi a denti stretti soffocando la rabbia.
"Beh, ha detto di sì. Solo che il suo primo bacio se lo aspettava diverso. Non ha il coraggio di parlarti e vorrebbe che ti facessi tu avanti per primo."
Ero stato il suo primo bacio. Le sue labbra non erano mai appartenute a nessuno e io mi sentivo quasi privilegiato nell'averle assaporate per primo. Le parole di Niall mi colmarono il cuore di una gioia pazzesca. Strozzai una risata e chiusi gli occhi. Non so nemmeno il perché, ma quella affermazione mi aveva reso forse il ragazzo più felice della Terra. Ad Harry era piaciuto il mio bacio! Ero piaciuto ad Harry! Ma questa sensazione di benessere svanì presto. Subito mi rattristai. Non potevo essere felice di questo perché sarebbe significato tradire Zayn. Dovevo soffocare tutto. Reprimere i miei sentimenti solo per lui. Dovevo anche respingere Harry qualora avesse deciso di parlarmi. Dovevo allontanare l'unica persona che mi stava facendo sentire ciò che mai avevo provato. Dovevo farlo. Dovevo farlo per Zayn. Dimenticare era l'unica soluzione.
"Hey Niall, il mio bicchiere é vuoto."

UNFAITHFUL LIPSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora