7. The master's son

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Louis
Zayn quella sera tornò tardi. Non avevo la minima idea di dove fosse stato. Harry aveva trascorso tutta la serata nella sua camera. Era come se a casa non ci fosse. Non l'avevo né visto né sentito. Prima di addormentarmi sentii la voce di Zay sussurrare parole dolci al ragazzo che dormiva appena di fronte alla mia camera. Credeva che parlando a bassa voce non lo avrei sentito. Si sbagliava. Riuscivo ad avvertire ogni singolo bisbiglio che fuoriusciva dalle loro bocche. Erano parole che risuonavano gelide nella notte, parole che mi ferivano, parole che per me rappresentavano tradimento. Mai prima d'ora avevo sentito Zayn così distante. Volevo che tutto tornasse come prima. Anzi lo pretendevo. Era nella mia camera che doveva venire quando tornava a casa, non in quella di Harry. Era a me che doveva raccontare la sua giornata, non a lui. Quel ragazzo non conosceva Zayn come era veramente. Non sapeva cosa era in grado di fare quando si arrabbiava o quando, semplicemente, aveva voglia di qualcosa o di qualcuno. Non sapeva fin dove si poteva spingere. Se credeva davvero che Zayn fosse quel tipo tutto coccole e sentimenti, si sbagliava di grosso. Harry Styles conosceva solo la maschera di Zayn Malik.
La mattina dopo mi svegliai presto. Anche prima di Zayn. Non era mio solito essere mattiniero, ma volevo assolutamente uscire da quella casa che tanto mi stava opprimendo. Avevo bisogno di pensare con calma ad un modo per mandar via Harry.

Harry
Quella mattina Zayn era di buonumore.
"Buongiorno piccolo. Che ne dici se oggi mi assento per qualche ora da lavoro e andiamo a farci una bella passeggiata nel centro di Londra? Ti faccio visitare un po' la città. Saremo solo io e te. Allora che ne pensi?" disse tutto d'un fiato.
Adoravo quando mi chiamava "piccolo". Mi faceva sentire amato e protetto. Comunque non poteva avanzare una proposta migliore. Mi affrettai a dirglielo. Non vedevo l'ora di passare un po' di tempo con lui. E poi Londra era bellissima. Avevo sempre sognato visitarla un giorno. Ed ora, ecco che Zayn ancora una volta esaudiva i miei desideri come se fosse il genio di una lampada magica. Era perfetto. Insomma, cosa potevo volere di più.
"Però..."
Quella piccola parola spense il mio entusiasmo.
"... dobbiamo prima passare da Mr Payne. Devo avvisare il capo. Incrocia le dita. É la seconda volta che gli chiedo un favore questa settimana. E poi, se non dovesse esserci, dovrò fare i conti con suo figlio. É un tale rompipalle."
"Hey, se ti crea problemi sul lavoro, lascia stare. Per me va bene anche un altro giorno."
"No, ma quali problemi? Vedrai che riuscirò a convincerlo. Non preoccuparti."
Anche se non glielo dissi, continuavo a ripetere nella mente una parola: "Speriamo."

Per la prima volta nella mia vita presi la metropolitana. Mi entusiasmava l'idea di viaggiare sotto terra ad una velocità incredibile. La gente correva da una parte all'altra. Tutti avevano una gran fretta. Uomini d'affari camminavano a passo svelto con la loro ventiquattrore che doveva contenere documenti molto importanti. L'avrebbero protetta ad ogni costo perché racchiudeva il frutto del loro duro lavoro. Sulle scale mobili si doveva stare sulla destra. Guai a sostare sulla sinistra. Quella parte era riservata ai più frettolosi che non avevano nemmeno il tempo di aspettare che le scale mobili finissero il loro percorso. Questi scendevano o salivano gli scalini come se non fossero automatici.
Io e Zayn prendemmo la Victoria Line dalla Tottenham Hale. La metro arrivò a grande velocità. Pochi secondi prima che arrivasse, riuscii ad avvertire il vento che portava con sé e lo stridio dei freni. Quello spostamento d'aria mi scompigliò i ricci. Il vagone era affollato. Non riuscimmo a trovare un posto a sedere e rimanemmo tutto il tempo in piedi avvinghiati ad un palo. Dopo qualche minuto eravamo già a Seven Sisters.
"Quindi questo Liam é il figlio del tuo capo" dissi per cominciare una conversazione.
"Si..."
"E quanti anni ha?" gli chiesi quasi gridando.
"Che c'é Harry, non mi dirai che sei geloso?" rispose con un sorrisetto ammiccante.
Misi su un finto broncio.
Finsbury Park.
Mi cinse i fianchi con un braccio stringendomi a lui.
"Se ti può consolare, non é per niente il mio tipo. E poi... non é attraente come te."
A quelle ultime parole, mi sentii avvampare. Non potevo vedermi, ma conoscendomi, ero certo che le mie guance si fossero tinte di un rosso acceso. Mi voltai. Non volevo farmi vedere così da lui.
Highbury & Islington.
"E io non sexy quanto te." azzardai.
Era incredibile. Stavo flirtando con lui e, per la prima volta, non attraverso una chat.
King's Cross St. Pancras.
Zayn improvvisò una risatina e mi strinse ancor più forte.
"Beh, che ne pensi di Lou? Hai cambiato idea sul suo conto oppure pensi che sia ancora un fottuto stronzo?"
Warren Street.
"Mi é del tutto indifferente Zay." risposi seccato.
"Allora la situazione é peggiorata. Non lo sai che l'indifferenza é peggio dell'odio?"
L'annuncio "the next station is Oxford Circus." mi consentì di non rispondere.
"La prossima é la nostra." mi avvertì Zayn.
Il viaggio era stato piuttosto veloce.
"Doors opening on the left."

UNFAITHFUL LIPSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora