22. He's a liar

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Louis
"Giù le mani dal mio ragazzo!"
Gli posai una mano sulla spalla e la strinsi forte sulla sua pelle. Solo allora Max si voltò nella mia direzione. Mi guardò con indifferenza e superiorità come era solito fare. Non accennò a lasciar andare via Harry che era ancora stretto al suo corpo attraverso il braccio di Max avvolto saldamente attorno alla vita del riccio.
"E da quando Louis Tomlinson ha un ragazzo?" ricalcò la voce sull'ultima vocale, proprio a voler sottolineare il genere maschile.
I miei occhi andarono ad Harry che mi stava guardando con uno strano luccichio nello sguardo. Notai subito le guance arrossate e la sua espressione intontita. Max doveva averlo fatto bere o peggio. Non ci volli pensare in quel momento. La mia attenzione fu catturata da un altro piccolo particolare. Una macchia violacea colorava il collo di Harry. Questa cosa mi mandò su tutte le furie. Harry non doveva essere un altro dei "tanti" di Max. Lui era il ragazzo puro del Cheshire e non avrei permesso in nessun modo che quel drogato lo trasformasse nel suo personale passatempo.
"Non ti permettere più a toccarlo! Hai capito?! Mai più."
Afferrai Harry per un braccio, con uno strattone lo tirai dalla mia parte e lo posizionai dietro di me, come a volerlo proteggere da quel mostro.
"Se oserai toccarlo ancora una volta, anche solo con un dito, giuro che non risponderò più delle mie azioni" rafforzai la minaccia.
"Tomlinson rilassati. Ci stavamo solo divertendo e questo non sembrava dispiacere al piccolo Harry. Non puoi venire a dettare regole nel mio territorio, non posso tollerarlo, comprendi?" disse con la sua solita calma.
Cominciò ad avvicinarsi a me, a noi. Teneva tra le mani un bicchiere di mojito che muoveva circolarmente ad ogni passo facendo roteare il liquido dentro. Poi si fermò. Portò il bicchiere alla bocca e bevve l'intruglio senza staccare gli occhi dai miei. Mi stava sfidando con lo sguardo. Cominciavano a prudermi le mani. La sua finta indifferenza mi uccideva.
"Allora, dove eravamo rimasti?" domandò dopo aver assaporato il suo mojito.
"Ah! Mr. Tomlinson ha finalmente ammesso la sua omosessualità. Lo aspettavamo da una vita lo sai? Avevamo anche piazzato delle scommesse" continuò beffardo.
Poi si voltò dall'altro lato e "Sebastian!" gridò "Mi devi settanta sterline!" continuò con nonchalance.
"Adesso basta. Non rimarrò qui a farmi prendere per il culo da te e dai tuoi amici" ringhiai ad un centimetro dalla sua faccia.
"Allora non dovevi venire qui" disse con una sfumatura di acidità nella voce tradendo la sua noncuranza.
"E non starmi così vicino, Tomlinson. Non sei decisamente il mio tipo" ghignò per poi spintonarmi all'indietro.
Gli amici di Max lo avevano raggiunto. Sebastian era alla sua destra, mentre Takashi alla sua sinistra gli porgeva un altro bicchiere.
"Tu non hai un 'tuo tipo', Max. Ti scopi tutto ciò che respira e si muove. E sai una cosa? Sono stanco di te e della tua superiorità del cazzo. Non sei il padrone di niente e di nessuno. Te ne stai sempre qui dentro, in questo posto che molti hanno in coraggio di definire discoteca, a farti acclamare dai tuoi clienti e dai tuoi leccaculo. Harry non sarà il prossimo che scoperai solo per il tuo piacere."
"Hey amico, faccio la puttana. Il piacere dei clienti viene prima di tutto. Non avrai per caso paura che io riesca a dargli più piacere di quanto possa riuscirci tu."
Indugiai per un attimo.
"Oppure potrebbe darsi che tu non abbia mai fatto sesso con un uomo."
Rimasi in silenzio.
"Oh. Ho colto nel segno. Vai via verginello."
Stavo per colpirlo. Giuro che lo avrei preso a pugni fino a quando non sarebbe più riuscito a muoversi, quando sentii Harry crollare dietro di me. Mi ero dimenticato di lui. Ero andato lì per portarlo a casa al sicuro non per improvvisare una rissa con quel tipo. Mi voltai e lo caricai sulle spalle. Poi i miei occhi tornarono a Max, gli puntai un dito contro e "Non finisce qui" gli sputai addosso.
"Tomlinson, non mi piacciono le minacce. Quando lo capirai sarà troppo tardi."
Mentre andavo via riuscii a sentire Takashi che diceva "Non li fermiamo?" e Max gli rispondeva "No, per ora no. La situazione si fa complicata. Mi piacciono le cose complicate."
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Portai Harry a casa. Lo spogliai dei suoi vestiti e lo sdraiai nel mio letto. Passai un attimo nella camera di Zayn giusto per avvisarlo che Harry fosse sano e salvo. Poi tornai dal mio riccio. Mi sedetti dall'altro lato del letto e gli accarezzai i capelli. Quel succhiotto sul suo collo non gli donava affatto. Era volgare. Mi resi conto che fossi molto più geloso di quanto dessi a vedere. Dopo un po' Harry strinse gli occhi un paio di volte e poi li aprì.
"Lou" disse in un sospiro.
"Ssh" gli risposi.
Non volevo parlare con lui, non adesso. Ero arrabbiato.
"Lou"
"Ssh" continuai ad accarezzarlo.
"Lou, hai detto che sono il tuo ragazzo."
"Ti sbagli, non l'ho detto."
Abbandonò la sua posizione tra le coperte e si mise a sedere.
"Andiamo Boo, ammettilo."
"Harry, smettila. Sono arrabbiato con te."
"Perché? Che ho fatto?"
"Per colpa tua mi sono umiliato di fronte a tutti e la cosa che mi ha dato più fastidio è che se non ci fossi stato tu in quella situazione, io non mi sarei esposto così tanto. Mi stai cambiando. E se da un lato questa cosa mi va bene, dall'altro per niente. Perché odio il succhiotto sul tuo collo e sono dannatamente geloso. Tu, invece, hai deciso di andare in discoteca senza fregartene nulla di me."
"Lou, mi dispiace. Non credevo che... ti prego, perdonami. Non lo faccio più."
"Giuralo. Non voglio più venirti a prendere in quel postaccio e sottrarti alle grinfie di un tipo che ti fa ubriacare e ti droga. Spero che adesso tu abbia capito che genere di ragazzo sia Max."
"Lo giuro."
"Vieni, adesso dormiamo."
"Insieme?"
"Certo, non voglio che scappi via un'altra volta."
Ci accoccolammo sotto le coperte. Posò la sua schiena sul mio petto, mentre io lo stringevo tra le mie braccia.
"Ah, comunque è vero. Ho detto che sei il mio ragazzo" approfittai del buio per dirglielo. Sarebbe stato troppo imbarazzante.
"Davvero Lou? Sono felice!"
Come non detto. Si voltò verso di me e fissò i suoi smeraldi nei miei occhi.
"Quindi non sentirti più autorizzato ad andare da altri ragazzi."
"Quindi siamo mmh fidanzati?" azzardò.
"Dormi Harry" non ero pronto a parlarne così apertamente.
Lui rimase in quella posizione e avvicinò il suo viso al mio. Portò le nostre labbra a sfiorarsi. Dormimmo così. Quella notte condividemmo la stessa aria.

UNFAITHFUL LIPSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora