Harry
Louis se n'era andato. Sembrava furioso, arreso, distrutto. Per la prima volta mi sentii in colpa. Possibile che fossi stato io ad aver sbagliato tutto fin dall'inizio? Il discorso di poco prima non aveva senso. Max ci aveva controllato come burattini. In che modo? Cosa era successo e perché non mi ero mai accorto di nulla? Volevo sapere di più, ne avevo il diritto. Mi voltai verso l'unico che avrebbe potuto darmi delle risposte. Ero di fronte alla porta. Ero rimasto lì nel futile tentativo di richiamare Louis. Irrigidii la schiena e distesi le braccia lungo i fianchi. Il mio corpo venne scosso da uno strano tremore. Ero arrabbiato. Volevo sapere la verità. Tutta la verità. Girai lentamente su me stesso e fissai gli occhi su Max che si stava ripulendo dal sangue della ferita infertagli poco prima.
"Max" lo chiamai serrando i denti.
Catturai la sua attenzione. Mi guardò con consapevolezza. Era consapevole di cosa stavo per chiedergli.
"Voglio sapere di cosa stava parlando Louis" asserii con tono feroce.
Ero sconvolto ma non lo diedi a vedere. Volevo controllare la situazione. Per una volta, volevo essere rispettato. Meritavo di sapere.
Ci fu un momento di silenzio.
"Harry... possibile che tu non capisca? Louis è disperato. Quello era il suo ultimo tentativo per cercare di riconquistarti" affermò alzando di poco il tono della voce.
No. A me non sembrava che stesse mentendo.
"Ha solamente interrotto il nostro momento. Stavamo festeggiando, ricordi?" continuò, avvicinandosi lentamente.
"Allora, dove eravamo rimasti?"
Adesso era vicino e mi stava accarezzando il braccio. La pelle d'oca si espanse su tutto il mio corpo. Era incredibile come quel ragazzo riuscisse a stimolarmi. Ma no, non potevo. Non mi sarei fatto abbindolare così. Serrai gli occhi e presi un lungo respiro.
"No. Devo andare da lui" sussurrai sottraendomi alle sue carezze.
Max spalancò gli occhi. Era triste e arrabbiato. Ultimamente sembrava che suscitassi solo questi sentimenti in chi mi stava attorno. Non ce la feci a guardarlo ancora e mi voltai di scatto, avviandomi verso l'uscita. D'un tratto mi sentii afferrare per il braccio. La sua presa era forte. Stringeva prepotentemente la sua mano attorno al mio polso. Mi girai nuovamente e lo guardai.
"Harry, guarda l'anello" ordinò.
Solo allora mi resi conto che aveva preso in ostaggio il mio braccio sinistro. Fissai i miei occhi sull'anulare.
"Lo hai messo al dito solo dieci minuti fa e già stai preferendo lui a me" disse con un'espressione che non gli avevo mai visto prima. Faceva quasi paura.
Quello che non sapeva era che io avrei preferito sempre Louis a chiunque altro. Nonostante cercassi di odiarlo, di dimenticarlo, lui avrebbe occupato per sempre il primo posto nel mio cuore.
Non dovevo farmi intimorire. Dovevo tenergli testa e dimostrargli che quello ad essere in torto era lui.
"Non trattarmi come un idiota, Max. C'è qualcosa che mi stai nascondendo e se non me lo dirai tu, lo farà Louis."
Mi espressi con sicurezza. Lo incenerii con gli occhi. Non volevo passare per un cretino. Se quello che aveva detto Louis era vero, non lo avrei mai perdonato. Cercai di divincolarmi dalla sua presa ma non ci riuscii. Al contrario il suo pugno si strinse ancor di più sulla mia pelle. Potevo sentir pulsare il cuore in quel punto. Faceva male. Ero sicuro che ci sarebbe rimasto il segno.
"Lasciami" grugnii esasperato.
Continuò a guardarmi come se fosse combattuto sul lasciarmi andare o trattenermi a sé. Era indeciso. Non sapeva cosa fare. Probabilmente era consapevole del fatto che se fossi uscito da quella stanza, non ci avrei mai più messo piede. Era colpevole e questo suo atteggiamento mi incentivò ancor di più a strattonare il braccio per cercare di fuggire.
"E va bene! Vai pure dal tuo LouLou! Tanto non te n'è mai fregato un cazzo di me!" gridò mollando la presa.
Mi allontanai subito da lui. Stava impazzendo. Sapevo di non essermi mai comportato in modo giusto nei suoi confronti, ma lui non si era mai ribellato al mio atteggiamento.
Varcai di fretta la soglia della porta quando mi sentii richiamare.
"Ah Harry!"
Gli diedi la mia attenzione. Sapevo che stava solamente per mettere la ciliegina sulla torta e, forse, volevo sentirmi dire proprio quella semplice parola. In fondo me lo meritavo.
"Vaffanculo."
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Uscii velocemente dallo Scandals. Mi voltai a destra e a sinistra nella disperata ricerca di Louis. Lo scorsi poco distante da dove mi trovavo, che si incamminava a passo svelto. Improvvisai una corsetta per cercare di raggiungerlo. Una volta vicino, mi ritrovai senza parole. Non sapevo cosa dirgli.
"Louis!" lo chiamai.
Finalmente si fermò.
"Credevo che ci fossimo detti tutto" asserì continuando a darmi le spalle.
Posai una mano sulla sua schiena incoraggiandolo a voltarsi. Quando lo fece mi preparai a rivolgergli quella domanda che tanto mi affliggeva.
"Dimmi solo se tutto quello che hai detto prima è vero" la mia voce si inclinò sull'ultima parola.
"Che importanza ha?! Cosa cambierebbe? Sei il suo ragazzo ormai..." mi aggredì.
Indietreggiai di un passo.
"Sono il suo ragazzo solo perché... non volevo restare solo!"
Ecco. Quella era la verità che non avevo mai espresso ad alta voce per paura di apparire un mostro opportunista. Eppure lo avevo fatto. Louis era in grado di farmi perdere la testa, di farmi smettere di ragionare, di rendermi vulnerabile.
"Se dovessi scegliere tra te e lui, sceglierei te. Cento volte te."
Perché amavo Louis. Lo amavo nonostante quello che mi avesse fatto o che credevo mi avese fatto, nonostante fosse passato così tanto tempo da quella maledetta mattina, nonostante andassi a letto con un altro uomo. Louis era l'unico ad essermi entrato così dentro, nella pelle, sotto le ossa, dentro l'anima. Louis aveva rubato il mio cuore e lo aveva nascosto. Gli apparteneva e non avrebbe permesso a nessuno di trovarlo, neppure a me stesso.
"È tutto vero" affermò con arrendevolezza.
Con quelle semplici parole riuscì a farmi crollare. Aveva messo a tacere i miei dubbi. Gli occhi cominciarono a bruciare fastidiosamente.
"Max ha manipolato la nostra storia fin dall'inizio. Non ti ho mai tradito, ma lui e Zayn si sono messi d'accordo affinché lo sembrasse."
In quel momento non mi interessava come tutto quello fosse potuto succedere. Il mio unico pensiero era quello di aver perso l'amore della mia vita per uno stupido malinteso, anzi, a causa di un estraneo che aveva voluto rovinare la cosa più bella che avessi mai costruito.
Rimasi per secondi interminabili in silenzio. Non riuscivo ad assimilare la notizia. Mi ero donato e mi stavo affezionando ad uno stronzo psicopatico. Sapevo che Max e il suo interesse malato nei miei confronti mi avrebbe portato solo guai, ma mai avrei immaginato che sarei stato io stesso a gettarmi nella sua ragnatela.
"Tuttavia..." Louis interruppe il proliferare dei miei pensieri confusi.
"... adesso non spetta più a te scegliere. Tocca a me, ed io... non ti voglio."
Quelle lacrime che avevo cercato di trattenere, ruppero gli argini e si riversarono disperatamente. Non potevo aver distrutto tutto con le mie stesse mani. Ero io quello ad aver tradito Louis, quello ad aver smesso di credere in noi. Ad un tratto mi sentii macchiato, sporco, lercio. Lo stomaco bruciava, gli occhi continuavano a straripare e il petto sembrava stesse per esplodere a causa del dolore.
"Ma se non fosse stato per loro, a quest'ora noi due staremmo ancora insieme! Ti prego, Lou. Dammi un'altra possibilità" mi ritrovai a supplicare.
"Harry, sei tu che mi hai lasciato. Non ti ha costretto nessuno. È arrivato il momento di prenderti le tue responsabilità. Sei stato tu a mettere fine a tutto."
Quelle parole mi colpirono. Come tanti coltelli ferirono la mia carne. Era vero. Era tutto fottutamente vero. Era come se cominciassi a sanguinare, come se quei tagli si facessero sempre più profondi e difficili da ricucire. Stavo male. Sarei potuto svenire o morire lì sul colpo. La mia vita aveva perso senso ormai. La mia unica cura erano le sue labbra. Se solo fossi riuscito a sfiorarle un'ultima volta, a trasmettergli tutto il mio amore e il mio senso di colpa con un semplice tocco, forse avrei potuto convincerlo a tornare da me. Con questa speranza a darmi la forza, azzerai la distanza tra i nostri corpi e feci congiungere le nostre labbra. Non ci misi molto a rendermi conto che le sue erano fredde. Ghiacciate. Che fine aveva fatto il suo antico calore? Portai le braccia al suo collo e gliele allacciai dietro la schiena nel vano tentativo di trasmettergliene un po' del mio. Fu tutto inutile. Louis rimase immobile, con le braccia lungo i fianchi e le labbra sigillate. Quel bacio non mi era stato concesso. Louis non lo voleva. Louis non mi voleva. Mi separai da quel corpo che ormai non riconoscevo più e mi allontanai il più possibile da lui.
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Il mondo mi era caduto addosso e, oltre me stesso, l'unico responsabile era lui. Max. Dovevo sfogarmi, gridargli tutto il mio dolore, trasmettergli la mia rabbia. Dovevo rompere quello strano legame che si era creato tra noi. Porre fine a tutto mi avrebbe fatto sentire più pulito, più degno di Louis. Proprio mentre stavo per varcare l'ingresso dello Scandals, mi sentii tirare per un braccio. Per un momento sperai che fosse Louis ad essere tornato indietro, ad aver cambiato idea, ma mi sbagliavo.
"Harry!"
"Sebastian?"
"Harry, non farlo."
Doveva aver assistito al mio scontro con Louis.
"Non ti intromettere! Non ho nulla contro di te, ma se non mi lasci stare..."
"Harry! Ti prego, ascoltami! Max non è un mostro. C'è un motivo per cui ha fatto tutto questo. Ti racconterò tutta la verità."
"Oh, perché c'è dell'altro che mi state nascondendo? Bene!"
"Ti prego, calmati. Ho bisogno di parlarti. È una cosa importante."
Presi un respiro e tentai di distendere i nervi. Sebastian era una persona molto tranquilla e il fatto che si stesse agitando in quel modo, voleva dire che questo 'segreto' doveva essere molto importante.
"Va bene. Parla."
Sembrava combattuto. Forse era indeciso se raccontarmi tutto o meno. Poi si fece coraggio e cominciò a parlare. Probabilmente quello era l'unico modo affinché cambiassi l'opinione che mi ero fatto di Max.
"Dal primo momento in cui Max ti ha visto, gli hai ricordato una donna molto speciale della sua vita..."
"Chi?"
"Har-..."
"Voglio sapere chi è. Avevi detto che mi avresti raccontato tutta la verità. Ricordi?"
"Sua madre."
"Sua madre? Ma che dici? Non è possibile. Lui è orfano."
"Sì, hai ragione, ma quando è stato abbandonato sulla porta dell'orfanotrofio, indossava una collana con una medaglietta. Questa raffigurava una donna con Max appena nato tra le braccia mentre gli accarezzava la testa. Quello è l'unico ricordo che ha di sua madre. Lui la odia ma la ama al tempo stesso. Poi, quando ha incontrato te, credeva che qualcuno avesse voluto dargli un segnale. Tu le somigliavi così tanto da far credere a Max che il destino avesse voluto che ti conoscesse. Da quel momento ha cercato in tutti i modi di avvicinarti, di entrare nella tua vita, perché era come se sua madre fosse finalmente tornata, e questa volta per sempre."
Tutto aveva finalmente senso. Ecco perché quella volta Max aveva voluto che gli accarezzassi la testa. Ecco svelato il motivo per cui aveva sempre avuto una morbosa attenzione nei miei confronti. Avevo giocato un ruolo così importante nella sua vita senza nemmeno accorgermene. Aveva fatto tutto quello per... amore. Ed io lo avevo sempre trattato male, riducendo il nostro rapporto solamente a qualcosa di carnale, quando lui invece voleva di più, voleva quell'amore che non gli era mai stato concesso. Non potevo farlo crollare un'altra volta. Non volevo che sopportasse il peso di un altro abbandono. Non volevo che soffrisse di nuovo per colpa mia.
"Adesso sai tutto quello che c'è da sapere. Capisco che è un fardello pesante, ma mi sembrava giusto che ne fossi a conoscenza. Max non te lo avrebbe mai detto per vergogna, per paura di apparire debole."
Mi limitai a rimanere in silenzio. Non sapevo se ringraziarlo od odiarlo. Adesso non avrei più potuto rompere con Max e cercare di riconquistare il cuore di Louis. Avevo un compito e non potevo sottrarmi al mio destino. Forse il fato aveva voluto che facessi felice quel ragazzo, senza che riuscissi io stesso a trovare la felicità, o magari un giorno l'avrei trovata proprio con Max. Tuttavia dovevo mettere ben in chiaro le cose con lui. Max doveva sapere che avrei provato per sempre qualcosa per Louis. Era giusto per me ed era giusto per lui.
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Entrai in camera in silenzio. Max era seduto per terra, con la schiena poggiata al muro e le gambe distese. Il sangue macchiava ancora il suo viso. Presi un fazzoletto dal cassetto e mi recai in bagno per bagnarlo. Una volta tornato in camera mi avvicinai a Max e gli posai quel pezzo di stoffa sul viso. Tamponai per bene ogni lembo di pelle, mentre l'altra mano era dietro la sua nuca che lo teneva fermo.
"Adesso tornerai da lui?" ruppe il silenzio Max.
"Louis non mi vuole più, ma tu sì" risposi risoluto, ma quella era la pura e semplice verità.
"Quindi sono una seconda scelta?" domandò a bassa voce.
"Sì, non so più stare solo ormai e nemmeno tu."
"Mi va bene. Avrei dovuto immaginare che non sarei mai riuscito ad avere il tuo cuore solo per me."
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UNFAITHFUL LIPS
FanfictionAmare. Odiare. Tradire. Possono queste parole essere così distanti eppure così legate fra loro? Harry penserà di aver trovato l'amore ma il destino, ancora una volta, lo sorprenderà. Perché si sa, l'amore gioca sporco, si nasconde dietro l'angolo e...