20. Oh no, Max

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Liam
Avevo perso la mia verginità nel modo più brutto possibile. Ma cosa mi era saltato in mente? Mi vergognavo terribilmente. Quello non ero io. Quello non era Liam Payne. Che stupido. Era stato così brusco, violento, privo di sentimenti. Non me l'ero immaginata così la mia prima volta. Squallida era la parola più giusta per descriverla: nel retro di un ristorante, contro un muro, con Zayn Malik. Dio Santo. Arrossivo incredibilmente solo a pronunciare il suo nome. Con che faccia lo avrei guardato da quel momento in poi. Lui aveva visto la parte più profonda di me, aveva scavato nella mia cavità più intima, era stato il primo a toccare la mia eccitazione, ad aver fatto sesso con me, perché di sesso si era trattato, solo misero sesso contro un muro. Niente sentimenti, niente permure e coccole nei miei confronti. Dopotutto cosa mi aspettavo? Avevo visto parecchie volte come Zayn aveva trattato Niall e si era comportato esattamente allo stesso modo con me. Niall! Cristo! Avevo tradito la sua fiducia proprio quando stavo cominciando ad andare d'accordo con lui, a comunicare, a sorriderci. No, non avrebbe mai dovuto saperlo. Giurai sulla mia vita che quel sesso o quella qualsiasi cosa che ci era stata tra me e il moro, sarebbe dovuta per sempre rimanere segreta. Dovevo mettere ben in chiaro questo punto con Zayn. Il giorno prima ero letteralmente fuggito da lavoro. Non avevo nemmeno finito il turno ma avevo deciso che andarmene fosse la scelta migliore. Mi sentivo sporco e sopratutto dolorante. Era stato severo con me, forte e deciso. Quel minimo di preparazione che mi aveva dato era stata utile ma non era riuscita ad attutire i colpi che mi aveva inferto. Era pur sempre la mia prima volta, ero del tutto inesperto, non sapevo a cosa sarei andato incontro, e soprattutto non conoscevo il dolore che il mio corpo avrebbe provato. Piansi quando tornai a casa. Non solo per le fitte che attanagliavano il mio fondo schiena, sia chiaro. Ero semplicemente deluso da me stesso. Avevo reagito male alla provocazione di Zayn. Avrei dovuto lasciarlo fuori a fumare quella sigaretta da solo ed invece mi ero addentrato nella tana del lupo. Ero caduto in trappola, una trappola fatta da capelli corvini, occhi nocciola, lunghe ciglia e labbra carnose. Piansi anche perché pochi giorni prima avevo detto a Niall di essere stufo della mia verginità, volevo essere uomo. Però in quel momento non mi sentivo per niente uomo. Mi sentivo solo un verme. Avrei preferito conservarmi per qualcuno che mi avrebbe amato davvero, che mi avrebbe invitato a cena in un ristorantino romantico e che poi mi avrebbe fatto sdraiare sul suo letto, accarezzandomi, baciandomi, spogliandomi con delicatezza, poi sarebbe entrato in me dicendo quelle due paroline che non mi aveva mai detto nessuno "ti amo" e avremmo fatto l'amore. Era così che me l'immaginavo ma non avevo saputo resistergli, resistere a Zayn. Perché? Perché ero stato catturato così da lui? Mi aveva sedotto con poche parole e gli avevo lasciato fare tutto ciò voleva. Sapevo di star facendo una cosa sbagliata ma ero anche incredibilmente eccitato. Nessuno mi aveva mai fato sentire così. Solo in quel momento riuscii a capire Niall. La sua voglia di Zayn, di soddisfarlo, di farsi fare di tutto da lui, e io non ci credevo, non riuscivo a comprenderlo, ad immedesimarsi in lui. Ora che l'avevo vissuto, ora che avevo sentito Zayn sul mio corpo, capii come fosse difficile dirgli di no, rifiutarlo. Cosa mi stava accadendo? Avrei evitato in ogni modo che succedesse ancora una volta. Ma lui aveva detto quelle parole poco prima di andarsene: "È stato divertente, Liam. Alla prossima" . Non glielo avrei permesso. Avevo paura di cadere in tentazione e non ero nemmeno troppo sicuro di riuscire a resistrgli ma dovevo almeno provarci e sopratutto, dovevo parlargli.
Indossai la mia divisa da lavoro: camicia e pantaloni neri. Mi pettinai frettolosamente davanti allo specchio e mi fissai. Della leggera barbetta si estendeva sul mio viso e mi dava un aspetto più maturo. Non la radevo da alcuni giorni. Tentai di sorridere alla mia immagine riflessa ma non ci riuscii. Mi schiaffeggiai le guance e dissi ad alta voce "Cazzo Liam puoi farcela! Forza!".
Provai a darmi coraggio. Dovevo affrontare una conversazione importante. Niente vergogne o freni. Dovevo mettere subito in chiaro la situazione.
Quando arrivai al Mr. Payne rivolsi a tutti un "buongiorno" generale. Mi guardai attorno furtivamente per notare se Zayn fosse già arrivato. Mi diressi verso la stanza dove i camerieri erano soliti cambiarsi per indossare la divisa adatta a servire ai tavoli. Era lì. A petto nudo. Bello come non mai. Stavo per entrare quando un forte senso di vergogna mi invase. Mi schiacciai contro la parete, impedendogli di vedermi. Chiusi gli occhi e mi sentii andare a fuoco. Dovevo assolutamente calmarmi. Presi un respiro profondo e riaprii gli occhi.
"Ora o mai più" bisbigliai.
Non feci in tempo a voltarmi per entrare nella stanza che Zayn mi venne quasi addosso.
"Che cazz..." imprecò borbottando.
Sollevò lo sguardo e mi vide. La mia pelle andò a fuoco sotto i suoi occhi. Mi sentivo scottare. Avevo le guance rossissime e la bocca secca. Non mi mossi di un millimetro. Mi stavo maledicendo mentalmente. Fanculo! Non riuscivo a pensare.
"Hey, Liam che fai? Mi spii mentre mi cambio?" mi domandò malizioso.
Mi sentivo morire. Dovevo assolutamente ricompormi. Mi schiarii la voce con un colpo di tosse e finalmente parlai.
"No! Che ti salta in mente?" improvvisai.
Non potevo scegliere una risposta più idiota. Sembravo un bambino di 10 anni.
"Allora..." disse iniziando a girarmi attorno.
"...agente 007..." mi puntò il dito contro il petto.
Dio, era così sexy.
"... che ci fai schiacciato contro questa parete, eh?"
Mi mancava l'aria. Non potevo permettergli di avere questo effetto su di me.
"Okay, dobbiamo parlare" sputai d'un tratto.
Il ghigno divertito sul suo viso scomparve.
"Oh, dobbiamo parlare?" mi domandò in modo ingenuo.
"Sì" affermai deciso.
"E di cosa?"
"Di quello che è successo tra noi."
"Cazzo Liam! Non farne una questione di Stato! Era una sveltina. Abbiamo solo scopato!" mi urlò in faccia.
Solo scopato? Mi ribollì il sangue nelle vene.
"Beh, per me non abbiamo solo scopato! Smettila di comportarti come se non fosse successo nulla!"
"Non esagerare! Ci stavamo solo divertendo un po' non capisco perché ti stia scaldando così tanto..." disse con quella sua aria di indifferenza.
Poi mi guardò. Io arrossii ancora di più e abbassai lo sguardo. Mi fissò sconcertato e io volevo morire. Non poteva aver capito, cazzo!
"Oh no, Liam..." riuscì a dire.
"Oh no cosa?" chiesi facendo finta di non capire.
"Non dirmi che eri vergine, ti prego..." mi domandò con uno sguardo che non gli avevo mai visto.
Era forse, dispiacere? Impossibile.
"Beh... é possibile che.... tu sia stato la mia prima volta..." dissi balbettando.
"È possibile o sono stato la tua prima volta? Perché, con tutto il rispetto Liam, non penso che tu sia un tipo che vada a dare il suo culo a chiunque."
"Okay... mi hai sverginato."
"Cristo, Liam! Perché non me l'hai detto?! Avrei di certo evitato se l'avessi saputo!"
"Oh, b-beh non importa, tanto prima o poi sarebbe accaduto..."
"Certo... però sono stato un po' rude. Non sono un completo mostro."
Sì, era sicuramente dispiacere quello che avvertivo nella sua voce. Forse era stanco di sentirsi dire che era un mostro, che non si interessava di niente e di nessuno e che pensava solo a sé stesso. Voleva apparire diverso da come lo dipingevano: più sensibile, a modo suo certo. Quelle parole mi consolarono.
"Non fa niente... il sedere non mi fa quasi più male" dissi per sdrammatizzare.
Lui mi sorrise e sorrisi anch'io.
"Quindi di cosa dobbiamo parlare, esattamente? Perché sai, per me è stato solo sesso... capisco che per te è stata la prima volta, però... io non provo niente per te" mise in chiaro.
Ci rimasi un po' male ma non lo diedi a vedere.
"Lo so coglione! Si tratta di Niall... non dirgli niente, per favore" lo supplicai.
Il suo volto si rattristì di colpo.
"Certo. Non ti preoccupare."
"Grazie" dissi soltanto.
Stavo per andarmene quando mi richiamò.
"Liam! Pensavo mi avresti detto che non sarebbe più dovuto succedere niente tra me e te, ma non l'hai detto. Evidentemente..." non continuò la frase lasciando intendere qualcosa di poco casto.
Gli sorrisi e continuai a camminare mostrandogli il mio dito medio sollevato.

UNFAITHFUL LIPSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora