Parte Prima - Giovanni E Giulia-Capitolo 1

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Il freddo l'assale, facendola sentire come se fosse nuda.
Il cappotto color panna, ormai troppo stretto per lei, ed il basco rosso a contenere la massa di capelli corvini, non sono sufficienti ad evitarle di rabbrividire e non solo per l'umidità di quel pomeriggio.
L'ennesima casa famiglia, la terza in quell'ultimo anno, il tredicesimo della sua vita.

"Eccoci Giulia, la Sig.ra Paola sarà la tua nuova referente, mi raccomando, comportati bene."

Debora, l'assistente sociale che l'accompagna, non si volta neanche verso di lei mentre le parla e si affretta a suonare il campanello. Ad accoglierle, dietro quella porta, c'è una ragazza dall'indefinita età fra i trentacinque e i quarant'anni, che sorride loro accogliente.

"Devi essere Giulia, benvenuta. Io sono Paola e mi puoi dare del tu." allunga la mano che la ragazzina stringe distrattamente con la sua. Lo nota come la scruta attenta, cercando forse di captare il suo stato d'animo, per quanto Giulia cerchi di non mostrare nessuna emozione.
Vede Debora prendere da parte la donna per parlarle in privato,mentre lei finge di guardare i quadri appesi alla parete, ascoltando ciò che dicono.

"Spero che almeno tu riesca a decifrare questa ragazzina, per me rimane un mistero. Si è fatta cacciare dagli altri due istituti, in uno ha violato la sicurezza dei dati informatici ed è arrivata ai fascicoli dei ragazzi... Attenta.. Un piccolo mago con il computer.. "

Non afferra le parole di risposta di Paola, non riuscendo a leggere le sue labbra, poiché le volta le spalle, ma le basta vederla annuire a quella vipera di Debora, spera che non sarà un'altra nemica da cui guardarsi le spalle. In fondo era stato così semplice ricavare le password per violare il sistema di sicurezza per avere accesso ai fascicoli dei bambini, il suo compreso, un vero gioco da ragazzi. Era stato interessante scoprire tante cose su quei poveri orfani che vivevano con lei ed a cui si stava affezionando senza volerlo. Quando Debora l'aveva prelevata, senza neanche darle il tempo di salutare nessuno, aveva pianto, nascondendo le lacrime per non farsi vedere debole. Non sarebbe più successo, nessuno l'avrebbe più vista piangere, l'ultima era stata sua mamma mentre la picchiava. L'assistente sociale non vede l'ora di liberarsi di lei e dopo le raccomandazioni di rito si defila, senza quasi salutare.

"Vieni, ti mostro la tua stanza. In questa casa attualmente ci sono altri sei ragazzi, imparerai a conoscerli. Dividerai la stanza con Giada, è una ragazzina di poche parole ma molto intelligente, sono sicura vi intenderete bene. Qui ci sono poche regole ma chiare, che vanno rispettate strettamente. Prima di tutto gli orari della colazione, dei pasti e di entrata ed uscita. Non è permesso allontanarsi da questa casa oltre le otto di sera, se non autorizzati da me." mentre le parla la accompagna, salendo le scale, nella sua stanza.

"Non è consentito l'uso di alcol o di nessun tipo di droga. Non si prende in prestito niente, se non espressamente richiesto, per ogni acquisto, anche di uso personale, dovete passare da me. Avrete una cifra stabilità a settimana per i beni di prima necessità. È tutto chiaro Giulia?"

La ragazza annuisce senza aggiungere altro, silenziosamente.

"Visti i tuoi precedenti non ti sarà concesso l'uso di un cellulare o di un pc, se hai necessità di contattare qualcuno ne farai espressa richiesta alla sottoscritta."

Mentre le elenca tutte le regole sono arrivate davanti alla porta della sua stanza e Paola bussa per farsi aprire. Si affaccia una ragazzina pallida e magra, capelli biondi che le arrivano alle spalle, che sorride loro debolmente quando le intravede.

"Eccoti Giada, lei è la tua nuova compagna di stanza, Giulia."
Le due ragazze si salutano con un cenno della testa, scrutandosi curiose.

"Se è tutto chiaro ci vediamo in cucina alle 19,30 per la cena, Giada ti farà vedere dove si trova, mi raccomando puntuale."

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