Parte Quinta - Capitolo 5

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Non appena Giulia cade a terra colpita alla testa, urlo il suo nome, mentre il petto sembra voler esplodere con il cuore che preme furiosamente contro, come a voler uscire. Vedo il sangue che le scorre sul viso e cerco di liberarmi dalla corda che mi tiene inchiodato alla sedia, la sento scorrere a tagliarmi la pelle mentre mi divincolo, se solo riuscissi a raggiungere il cutter che Giulia ha lasciato ai miei piedi, nonostante tutti i miei sforzi non riesco a muovermi abbastanza per prenderlo. Vedo Davide che trascina Giulia fuori dalla stanza, per rientrare subito dopo. Almeno non le ha fatto altro male, anche se non so come stia e tutto il mio corpo urla il dolore che mi lacera l'anima. Voglio ucciderlo con le mie mani, se solo riuscissi a liberarmi i polsi.

"È inutile che ti agiti, non puoi fare nulla per lei o per te stesso.
È finita Giovanni. Consolati, morirai per primo e non vedrai cosa le succederà. Consideralo un piccolo regalo che ti faccio."

"Voglio vedere Mattia." la testa mi pulsa come se dovesse esplodere ma ho bisogno di sapere che lui stia bene e di guadagnare tempo, perché se è vero che Joele e gli altri stanno arrivando riusciranno almeno a salvare lui e Giulia.

"Quel piccolo essere inutile? Papà ha voluto che avessi un figlio che potesse continuare la stirpe, ma quando è nato Mattia ho capito subito non sarebbe mai stato come me o suo nonno. Tutta quella gentilezza inutile, non è capace neanche di uccidere una bestia, figurati un essere umano. Mi sa che dovrò sbarazzarmi anche di lui, è diventato un peso ormai."

"Tu non gli farai nulla, maledetto stronzo. Ti assicuro che pagherai tutto quanto."

Lo vedo ridere, soddisfatto e la rabbia mi cresce dentro. Se solo potessi avere i polsi liberi. Mentre Davide mi sta di fronte, convinto di avermi in pugno, facendo pressione sui miei polsi martoriati dalla corda, riesco ad allentarla fino ad avere le mani libere. Ora rimane solo la corda che mi blocca il corpo, devo solo guadagnare tempo, distrarlo in qualche modo.

"Mattia non sarà mai come te, rassegnati. Neanche io lo sarò mai, hai fallito se questo era il tuo intento."

Il sorriso che fino a poco prima aveva solcato il suo viso sparisce e punta i suoi occhi furiosi nei miei.

"Pensi di essere furbo vero? Non hai capito nulla. Sono io che ora mi sostituiro' a te. Hai mai pensato che i gemelli omozigoti hanno lo stesso DNA? Siamo praticamente identici, eccetto un piccolo particolare."

Lo osservo e credo di capire a cosa si riferisca, anche se non afferro dove voglia arrivare. Solleva le braccia e mostra le sue mani, non avevo notato fino a quel momento che indossasse dei guanti, preso da altre cose e ora un brivido mi scende lungo la schiena. Li sfila lentamente, continuando a fissarmi e quando svela la sua mano destra, con orrore vedo che è privo della falange dell'indice, proprio come me. Il suo sguardo non potrebbe essere più crudele e soddisfatto.

"È stata un idea di papà, aveva deciso che mi sarei sostituito a te, quando eravamo adolescenti. Poi hai deciso di partire per l'America, spiazzando tutti e ho dovuto aspettare, dieci lunghi anni. In tutto questo tempo ho avuto modo di affinare le mie capacità, è stato divertente torturare corpi di persone sconosciute pensando che fossero te. Ora è arrivato il mio momento. Ti ucciderò e farò in modo che le tue mani risultino irriconoscibili, ho un paio di idee su come renderlo credibile. Quando ci troveranno non sarà difficile per me farmi passare per il povero Giovanni torturato e scampato miracolosamente al pericoloso serial killer. Ci pensi? Prenderò la tua vita, ciò che ami, tutte le persone che ti vogliono bene.. "

"No! Tu sei pazzo, completamente folle. Come puoi pensare di farla franca? Nessuno crederà che tu sia me, non ingannerai chi mi conosce."

Stavolta il suo sguardo si addolcisce, quasi come se stesse già entrando nella parte che vuole ricoprire.

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