Parte Quarta-Capitolo 6

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Giulia aveva atteso che tutti fossero a letto e che nessuno potesse sentirla ed era scivolata silenziosamente fuori dalla sua stanza, per andare nel garage. Ha con sé il suo fidato portatile che le servirà per rintracciare il segnale del rilevatore che Giovanni ha addosso, spera solo non si sia danneggiato per qualche motivo, prima che possa attivarlo. Siede nella macchina che ha scelto per la sua fuga e disattiva il GPS, sa che così non riusciranno a rintracciarla tanto facilmente. Non ha ancora deciso se permetterà loro di raggiungerla, per ora preferisce muoversi da sola, è già troppo per lei sapere che Giovanni sia in pericolo e l'idea che altri rischino la vita in questo momento le risulta insopportabile. Era stato troppo vedere il cadavere di Carmine, quel ragazzo aveva la sua età e una vita davanti, che gli era stata negata per sempre. Aveva sempre saputo quanto pericoloso fosse il loro lavoro e qualche volta se l'erano vista brutta, ma non avevano mai subito una perdita così dolorosa. Ricorda di una missione dove Miriam e Joele erano finiti in una sparatoria con un ricercato che non aveva nessuna intenzione di farsi catturare, se l'erano cavata quella volta, anche se Joele si era beccato una pallottola nella spalla che gli aveva portato degli strascichi per tanto tempo. Ma niente di così feroce come la morte di Carmine. Non ne poteva più di tutto quel dolore, di temere per la vita delle persone a cui teneva di più, aveva deciso che quella sarebbe stata la sua ultima missione. Ora aveva qualcosa di più importante a cui dedicarsi, la sua vita non poteva più trascinarsi fra menzogne e la possibilità di rischiare la vita ad ogni nuova missione, aveva bisogno di un po' di stabilità ora che aveva trovato la sua famiglia, ora che Mattia era entrato nelle loro vite. Le tremano i polsi perché sente che dovrà rivedere Davide e questa prospettiva non è per niente felice. Controlla di avere la pistola carica, perché è sicura che ne avrà bisogno e poi, con un sospiro, attiva il rilevatore. Un puntino luminoso si accende sulla mappa del pc e tira un sospiro di sollievo, il segnale arriva forte e chiaro, la microspia non è stata danneggiata e questa è la più bella notizia di quella giornata orrenda. Il puntino è fisso e non in movimento, questo vuol dire che sono arrivati a qualche specie di rifugio e non si sposteranno più, molto probabilmente, avvia la macchina e procede lentamente sul vialetto a luci spente, in modo che nessuno da dentro la casa possa sentirla e quando è abbastanza lontana da non poter più essere percepita, ingrana la marcia e lascia che la macchina la porti a destinazione.



Non sa per quanto tempo erano rimasti a fissarsi, mentre Mattia faceva scorrere i polpastrelli sul suo viso, cercando di percorrere ogni centimetro per prendere contatto con quei tratti a lui così familiari, ma improvvisamente così nuovi. Lo guarda serio e attento, come se volesse capire se possa fidarsi, se quella nuova sfumatura, di dolcezza e comprensione e se quegl'occhi lucidi di commozione, siano reali, perché è qualcosa con cui non aveva mai avuto a che fare. Giovanni vede i suoi piccoli occhi, così profondamente simili ai suoi per taglio e colore e tanto grandi per come siano spalancati ed attenti, percorrere tutto il suo viso mentre lo sfiora e sente una consapevolezza dentro di sé che gli fa desiderare di proteggerlo da tutto quel male in cui lo sa essere sprofondato, sempre più a fondo.

"Ti ha fatto del male?"

Vede suo nipote scuotere la testa e abbassare per un attimo il viso.

"Quando è impegnato non ha tempo per me, è come se fossi trasparente."

Vede nei suoi occhi una rassegnazione che lo fa fremere di rabbia, non è giusto che un ragazzino così piccolo debba sopportare tanta indifferenza.
Gli afferra le mani con dolcezza e le sente tremare leggermente in quel contatto.

"Non devi avere paura, non potrei mai farti del male, so che fatichi a crederlo ma esistono persone che vivono senza desiderare il male altrui. Imparerai a vivere nell'amore e ti assicuro che io e Giulia siamo pronti a dartene tanto."

I suoi occhi si illuminano e anche in quella penombra li può vedere vibrare, accendersi di consapevolezza e speranza.

"Devo andare, papà potrebbe tornare da un momento all'altro."

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