Parte Prima-Capitolo 5

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Viene svegliata da un insolito trambusto. È domenica pomeriggio ed era andata a riposare dopo pranzo perché le era venuto il ciclo e con esso un forte mal di testa e sonnolenza.
Si stropiccia gli occhi, più stanca di quando li aveva chiusi, mentre le tempie le pulsano debolmente, almeno la pressione alla testa si è allentata.
Che cavolo succede?
Paola urla e anche la voce di Antonio fa tremare i vetri delle finestre.

Si alza, posando i piedi scalzi sul pavimento freddo e scende le scale in maglietta e short, lasciando i capelli sciolti sulle spalle, che le ricadono in morbide onde.

"Perché tutti urlano?" ancora assonnata incrocia Maria che sta correndo per la stanza, bloccandola per un braccio.
La ragazza la guarda sconvolta, ansimando rumorosamente.

"Mi sembrate tutti impazziti, che sta succedendo?"

"Marco è scappato, non è rientrato ieri notte. Paola l'ha scoperto solo ora, perché Giovanni ha provato a coprirlo, è un casino Giulia, Paola vuole chiamare la polizia."

Accidenti, si è addormentata due ore ed è successo tutto questo trambusto. Si sposta in salotto, da dove provengono le voci e trova Paola fuori di sé che sta urlando contro Giovanni, seduto sul divano, le mani nei capelli e lo sguardo al pavimento.

"Sei un irresponsabile, mai mi sarei dovuta fidare di un ragazzino quindicenne. Dovevi avvertirmi subito, potrebbe essere morto o ferito da qualche parte e la responsabilità sarebbe solo mia. Non mi resta che denunciarne la scomparsa."

Giovanni non dice una parola, si tormenta le mani in preda ad un nervosismo evidente.

"Ha con sé un cellulare?"

Tutti si voltano verso di lei, come se avesse detto la più grossa eresia del mondo.

"Giulia, tesoro, è la prima cosa che abbiamo provato a fare quella di chiamarlo, deve avere il telefono scarico, risulta spento."

Lei sorride, scuotendo la testa.

"Possiamo rintracciare la sua posizione al momento in cui si è spento. Sperando che si sia scaricato da poco, potremmo avere un'idea di dove si trova."

Giovanni scatta in piedi, come colto da una speranza improvvisa.

"Davvero, potresti farlo?"

"Certo, mi serve un computer ed il modello del cellulare di Marco, con la geolocalizzazione possiamo sapere dov'era il suo cellulare nel momento esatto in cui ha mandato l'ultimo segnale."

Paola si fa cadere stancamente su una sedia, le mani in grembo, svuotata da ogni forza.

"Antonio, valle a prendere il portatile."

Ci vogliono pochi minuti a Giulia per entrare nella geolocalizzazione del cellulare di Marco e ricavarne l'ultima posizione nota.

"Eccolo! Si trova... qui, alla Certosa." indica con il dito il punto sulla cartina che il localizzatore ha individuato.

"Cazzo, so dove potrebbe essere, è andato da lei."

Paola si passa stancamente le mani sul viso, è tesa e preoccupata ed ora questi due ragazzini potrebbero avere la soluzione a tutti i suoi guai.
Giovanni si avvicina, inginocchiandosi di fronte a lei e stringendo una mano fra le sue.

"Lascia che vada io a cercarlo. Sono sicuro che riuscirò a convincerlo a tornare a casa."

"Non se ne parla neanche."

"Ti prego, ho tradito la tua fiducia e voglio rimediare, verrà Giulia con me ed Antonio."

Guardando gli occhi di quel ragazzo, che le tiene la mano e la supplica con lo sguardo implorante, Paola non riesce ad opporre resistenza, non ha la forza di affrontare un'altra volta Marco, ha bisogno di raccogliere i pensieri per capire come comportarsi con lui.

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