Parte Prima-Capitolo 4

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Sente ridere alle sue spalle, mentre cerca di concentrare la sua attenzione alla prof. di matematica che prova a tracciare le formule delle frazioni, nel disinteresse generale.

Prova ad ignorarle, sa che molto probabilmente si stanno prendendo gioco di lei, le solite battutine su dove provenga e sul fatto che tutte le sere torni a dormire in quella casa famiglia, per i ragazzi senza genitori. Se solo sapessero quanta solitudine, rabbia e tristezza si celi dietro, forse non sarebbero così crudeli, ma sono solo ragazzine stupide e lei è stufa di questi continue frecciatine. La campanella di fine lezioni la salva da una probabile discussione, perchè era pronta a scattare, ormai al limite della sopportazione. Uscendo nel piazzale trova Giada ad attenderla, frequentano lo stesso istituto, anche se in classi diverse e spesso fanno il tragitto scuola-casa insieme. Sta per andarle incontro quando vede due ragazze avvicinarsi a lei e quello che la mette in allarme è lo sguardo attterrito di Giada.
Si ferma poco lontano, in modo da poter sentire quello che dicono.

"Allora stronzetta, ci hai portato quello che ti abbiamo chiesto?"

Giada inizia a tremare, abbassando la testa per sfuggire agli sguardi minacciosi che incombono su di lei.

"Non ho soldi... Vi prego lasciatemi in pace..."

L'ha appena sussurrato, tanto che Giulia ha faticato a sentire le sue parole.

"Lo sai piccola orfanella che devi pagare se vuoi essere lasciata in pace, noi possiamo offrirti la nostra protezione.."

"Non ha bisogno di nessuna protezione." Giulia si è avvicinata, alzando il tono di voce perché potessero sentirla ed ora è accanto a Giada, circondando le sue spalle con il braccio.

"E tu chi saresti, la sua mammina?"

"Sono quella che ti spacca la faccia se non ti levi dalle palle."
Non è stato tanto quello che ha detto, ma lo sguardo minaccioso con cui l'ha fatto, i suoi occhi decisi e privi di paura, hanno fatto vacillare la convinzione delle due bullette.

"Oggi sei fortunata piccola orfana, domani non avrai la stessa fortuna, procurati quello che ti abbiamo chiesto altrimenti per te sono guai."

Sente Giada rilassarsi mentre le due ragazze si allontanano e lentamente, mentre Giulia continua a tenerla stretta a sé, smette di tremare.

"È da molto che ti
infastidiscono? "

"Dall'inizio dell'anno. Ma ora pretendono che porti loro dei soldi, come faccio, non posso procurarmeli senza rubarli a Paola."

"Giada, non pensarci nemmeno, tanto non la smetterebbero, oggi sono i soldi, domani sarà qualcos'altro, ci penso io a loro."

"Cosa vorresti fare?"

"Non preoccuparti, non le picchiero', anche se ne avrei tanta voglia, tu dimmi solo i loro nomi e ti prometto che non ti daranno più fastidio."

Sarebbe stato un gioco da ragazzi entrare nei loro profili social e metterle un po' di paura, fingendo di essere qualche ragazzo violento e molto più cattivo di loro che le tiene sott'occhio, minacciandole di ritorsioni fisiche, doveva solo procurarsi un cellulare, ma a questo avrebbe pensato più tardi. Rientrano in casa in silenzio, tenendosi per mano, Giulia lo sa quanto possa essere duro essere fragili ed indifesi e Giada è proprio così, un fiore delicato che va protetto. Lei vede sempre il buono in tutto, anche se di buono nel genere umano c'è ben poco. Sedute in cucina, in attesa di servirsi per il pranzo, osserva Giovanni, che oggi sembra poco interessato a lei e molto concentrato su Marco, seduto al suo fianco, che ha il volto scuro, arrabbiato, si tormenta le mani ed agita nervosamente la forchetta in aria.

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