Deve averlo addormentato in qualche modo che non ricorda perché quando solleva le palpebre pesanti, il buio attorno a lui è così fitto che fatica a capire dove si trovi. Prova a muoversi e realizza di avere i polsi legati dietro la schiena e di essere sdraiato su un fianco, con le gambe piegate verso il corpo. Prova a stenderle ma non vi riesce, lo spazio a sua disposizione è limitato e anche alzare la testa gli riesce impossibile, va subito a cozzare contro qualcosa di duro sopra di lui. A considerare il poco spazio che ha a disposizione ne deduce di trovarsi nel baule di un auto, anche perché sente il rombo del motore in movimento. La testa gli pulsa così dolorosamente da costringerlo a stare immobile, perché ogni piccolo sussulto gli provoca delle fitte dolorosissime.
È nelle sue mani e non ha idea di dove lo stia portando. Una tenue luce filtra nell'abitacolo, devono essere in viaggio in qualche strada aperta, probabilmente hanno lasciato le strade sterrate ed il bosco, anche perché ora la macchina sussulta meno, scivolando veloce sull'asfalto.
Non ha paura, Davide non l'ha ucciso e ha sicuramente dei piani non troppo felici su di lui, ma l'unica cosa a cui riesce a pensare è che Giulia è gli altri sono al sicuro. Qualsiasi cosa accadrà ora si sente in pace, gli spiace solo per Giulia, perché è cosciente di quanto possa essere in pena, tanto quanto era successo a lui a parti invertite.
Gli sembra che passi un'eternità in quella scomoda posizione, non saprebbe quantificare quanto, non appena la macchina si ferma, spegnendo il motore, i suoi sensi si tendono in attesa di quanto sta per accadere. Sente la portiera aprirsi e qualcuno scendere, sbattendo i piedi al suolo come a volersi sgranchire le gambe. Per qualche minuto avverte solo il silenzio e rimane in ascolto, respirando piano, poi sente il rumore improvviso del portellone che si apre e la luce investirlo, facendogli serrare gli occhi. Il freddo che è penetrato improvviso lo fa rabbrividire, ma non ha tempo di pensare perché viene sollevato e strattonato con forza per costringerlo ad abbandonare la sua posizione nel baule e scendere dalla macchina.
Nonostante il dolore alle articolazioni per essere stato in quella posizione per ore, finge di non aver subito nessuna conseguenza e appoggiando i piedi a terra si raddrizza immediatamente, voltandosi verso Pietro che lo scruta attento."Ti avevo promesso che ti avrei portato dai nostri genitori ed eccoci qua." Giovanni si guarda intorno ma vede solo un prato sterminato immerso nella nebbia e non capisce dove lo stia portando. Davide si mette alle sue spalle sollecitandolo a camminare con leggere spinte dietro la schiena o strattonandolo per le braccia per indirizzarlo dove vuole lui, lungo il percorso. Procedono per alcuni minuti in silenzio, immersi nella nebbia che lambisce le loro caviglie e li fa rabbrividire, ogni tanto Davide sollecita il gemello ad accelerare il passo spingendolo poco gentilmente in mezzo alle scapole e lui ogni volta deve far forza sulla propria volontà per non reagire. Quanto vorrebbe deturpargli il viso con un pugno diretto sul naso e sarebbe anche parecchio divertente, quasi come picchiarsi allo specchio. Non ha mai provato in vita sua tanta rabbia e odio per qualcuno, non ha mai desiderato di veder soffrire un altro essere umano. Eppure con il suo gemello gli riesce così facile, forse perché sa quanto odio nasconda la sua anima, ha provato a portargli via tutto ciò che di più caro avesse e ci è quasi riuscito. Forse vuole che anche lui provi la sensazione di essere totalmente solo, ma non l'avrà vinta, non riuscirà a ottenere che il suo cuore inaridisca completamente. Dopo alcuni minuti di quella marcia silenziosa Davide si ferma, strattonandolo per farlo bloccare in un punto di quel prato. All'inizio scorge solo una piccola costruzione in legno in lontananza, sembra una di quelle casette che si usano per accatastare della legna o come rimessa per conservare qualcosa, poi volgendo lo sguardo per terra vede la lapide.
È un cumulo di terra sormontata da una croce e li accanto una specie di altarino con lumini e un paio di foto che raffigurano un uomo e una donna, poco più grandi dell'età che hanno attualmente loro e il sangue gli si gela nelle vene. Non ci sono dubbi sulla somiglianza che possano avere con lui e Pietro, stesso taglio degli occhi e sorriso, per l'uomo, stessa forma del viso e colore di capelli ed occhi, per la ragazza. Sta guardando la foto dei suoi genitori da giovani.
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RomanceIl passato è qualcosa che spesso torna, presentando tutto il suo doloroso conto. È quello che succede a Giulia e Giovanni, giovani ragazzini orfani che uniscono le loro solitudini, stringendo un'amicizia che va oltre il semplice affetto ed è un vero...