Parte Seconda-Capitolo 4

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Giovanni era tornato in albergo camminando lentamente, gustando la magia di quella tiepida serata e di tutta l'onda dei ricordi che l'avevano travolto nel rivedere Giulia. Era stato qualcosa di imprevisto e bellissimo. Come aveva fatto a non riconoscerla all'istante, perché anche se il suo viso ora aveva delle sfumature più intense, la luce nei suoi occhi e la dolcezza nello sguardo, erano rimaste le stesse. Quel fastidio intenso che gli solleticava la pancia, da quando aveva incrociato il suo sguardo, non accennava ad abbandonarlo. Avrebbe voluto restare con lei più a lungo, forse si sarebbero dovuti lasciare con una promessa di rivedersi, ma che diritto aveva di chiederlo, quando per anni non si era fatto sentire? Erano stati periodi intensi, ricchi di soddisfazione, aveva mietuto successi, era stato osannato dai colleghi e dalla critica di tutto il mondo. Aveva incontrato una persona che poteva illudersi di amare, eppure, il solo rivederla l'aveva fatto ripiombare in un vortice di sensazioni colorate ed intense che pensava appartenessero solo ai suoi ricordi ed al fatto che fossero così giovani, al loro primo amore. Ed invece tutto ciò che pensava dettato dall'innocenza dei primi baci, era tornato a presentargli il conto, facendolo vibrare di nuovo. Aveva provato un fastidio troppo intenso quando aveva capito che altre mani avevano avuto accesso a ciò che lui aveva rispettato, perché lei era troppo giovane per essere un fiore da cogliere, ed una feroce gelosia aveva occupato i suoi pensieri. Aveva imparato l'amore e non con lui. Aveva appreso il desiderio ed il piacere e non era stato grazie alle sue mani ed al suo corpo, ma a quello di qualche sconosciuto, chissà quando e dove. Sospira, è arrivato davanti al suo albergo ed Angela lo attende sveglia. Gli aveva mandato quel messaggio, dicendo che era rientrata dalla cena ed il suo orologio biologico era scattato. Erano mesi che provavano ad avere un figlio, che non era arrivato subito, nonostante entrambi fossero risultati perfettamente fertili. Forse lo stress della loro vita intensa ed errante bloccava la natura o forse, non era solo destino. Questi erano i giorni più fertili ed Angela lo aveva sollecitato a tornare da lei, per approfittarne. In un altro momento avrebbe trovato anche divertente cimentarsi in quell'attivita' che aveva sempre ritenuto rilassante, quanto una ginnastica ben fatta, ma non stasera. La sua mente è ancora totalmente posseduta dal sorriso di Giulia e dai suoi occhi dolci.
Avvicina la scheda al lettore e la porta si apre. La stanza è in penombra ed Angela lo attende in bagno, con indosso solo la biancheria, sente la sua voce sussurrare una melodia. Si lascia cadere sul letto, sfila la giacca e rimane in camicia, iniziando a sbottonarla.

"Lascia fare a me." Angela si inginocchia di fronte a lui ed incomincia ad aprire lentamente la camicia, baciandogli il petto e la pancia, lasciando scie umide sulla sua pelle. Quando con le mani gli apre la cerniera dei pantaloni, sfilandoli lentamente, lui l'afferra, facendola sdraiare sotto di lui, baciandole il collo, fino a scendere al seno, togliendole il reggiseno. Il desiderio lo possiede con urgenza, le sfila la biancheria e la fa girare, baciando la sua schiena nuda, mentre lampi di immagini che non parlano di lei gli esplodono nella testa. Entra in lei quasi bruscamente, cercando di placare quella frenesia e quell'eccitazione che gli da fare l'amore con lei, e pensare ad un'altra. Perché per tutto il tempo, i loro sospiri che si mischiano e le mani che lasciano impronte decise, mentre si muovono a toccare i punti più sensibili, gli annebbiano la testa ed i sensi, come mai gli era successo prima e quando arriva al culmine, quasi vorrebbe non restarle dentro, perché non è con lei che ha scopato quella notte ed anche se prova vergogna, sente anche quanto quel pensiero l'abbia eccitato oltremodo.
Scivola di fianco ed Angela gli si stringe contro, abbracciandolo. Sembra non essersi accorta di nulla, il modo in cui gli accarezza il petto gli fa capire che abbia gradito. Giovanni si scioglie delicatamente da quell'abbraccio, che lo soffoca.

"Vado a fare una doccia."
Angela non risponde, si gira su un lato vinta dalla sonnolenza.
Rimane a lungo sotto il getto dell'acqua, chiedendosi perché rivedere Giulia l'abbia così scosso. Forse ha solo riaperto una finestra sul passato e quelle sensazioni non sono reali, ma solo un riflesso di quello che ha perduto, un ultimo rigurgito di nostalgia. Eppure era così bella, così delicata e quel sorriso, che pensava aver dimenticato, gli aveva riaperto una voragine nel cuore. Deve lasciarla andare, quel loro incontro deve restare solo un bel ricordo, un ultimo regalo che la vita gli aveva voluto donare.



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