Parte Terza-Capitolo 17

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Le sue mani scorrono lente sui fianchi, le dita percorrono la pelle nuda, provocando brividi al suo passaggio. Giulia chiude gli occhi e trattiene il respiro, le scie umide di baci che dallo zigomo scendono lente sul collo e poi sulla scapola le fanno perdere contatto con la realtà, mentre le sue mani scendono sulla schiena di Giovanni, fino al punto dove si interseca con i glutei e sente che anche lui rabbrividisce sotto quelle carezze. Il suo respiro si fa affannoso e cambia di intensità, per un attimo ne è infastidita e non ne capisce il perché. Poi tutto vira improvvisamente, si sente afferrare le mani con decisione, per sollevarle le braccia sopra alla testa, bloccandole con il suo braccio, mentre l'altra mano le carezza rudemente la mascella  per poi stringersi come un artiglio intorno al collo, con troppa forza, togliendole il fiato. Prova ad aprire la bocca ma non ne esce alcun suono, mentre continua a stringerla, sempre più forte. Prova a girare la testa per sottrarsi a quella morsa, ma l'unico risultato è di sentire mancare il fiato e spalanca la bocca alla ricerca d'aria.

Giovanni, ti prego, non respiro..

Non le escono le parole, le rimangono bloccate in gola. Lui sembra sentirle, perché smette di stringerla e solleva la testa e allora li vede quegli occhi di ghiaccio, vuoti e profondi come due caverne, che la attirano nelle viscere di quel nulla, di quell'oscurita' che la chiama a sé: gli occhi di Davide.

Urla svegliandosi da quell'incubo, trovando Giovanni accanto a sé che cerca di stringerla per placare il suo tremore, ma lei lo allontana con la mano.

Giulia, sono io, guardami...

Ha sussurrato piano per non spaventarla, la vede alzare lo sguardo e scrutare nei suoi occhi titubante, rannicchiata su se stessa, lasciandosi poi avvolgere dalle sue braccia, tremando.

"È solo un sogno, non avere paura." si lascia cullare dalle sue braccia, il cuore le fibrilla nel petto e se non guarda i suoi occhi può sentirsi sicura, ha paura di quello che potrebbe trovarci.

"Mi vuoi dire cosa stavi sognando?"

Tituba un attimo prima di rispondere, ma vuole essere assolutamente sincera con lui e gli apre il suo cuore, anche se fa male.

"Hai paura di me?" le solleva il mento con le dita, con delicatezza estrema, per guardare i suoi occhi e cercare di rassicurarla con lo sguardo.
Non potrebbe esserci niente di più comprensivo nello sguardo di Giovanni, di più dolce e avvolgente, eppure Giulia rabbrividisce appena, perché il ricordo di quegl'occhi, quelli del sogno, non vogliono abbandonarla. Scuote la testa, ma non deve essere troppo convincente perché il viso di lui si rabbuia e la mascella si tende nervosamente.

"Quanto odio tutto questo, il male che ti ha fatto e che ancora non ti lascia in pace, cazzo io.." si passa le mani sul viso, più volte, perché vorrebbe spaccare qualcosa, prendersela con qualcuno e non può.

"Ti prego, non lo fare, non sentirti in colpa per lui, non siete la stessa persona."

Gli occhi di Giovanni non potrebbero essere più sofferenti di così e per un attimo Giulia lo vede il vuoto che li attraversa e gli afferra le mani con forza, per portarlo verso di sé.

"Lo siamo Giulia e questa storia deve finire, il prima possibile, uno dei due deve sparire."

Giulia lo afferra per le spalle, vorrebbe scuoterlo con forza, strapparlo da tutti i pensieri orrendi, portarlo con sé, lontano da tutto, ma sa che non può, non  fino a che Mattia sarà nelle sue mani, non fino a che non sarà con loro al sicuro.

"Va bene, facciamolo, insieme. Qualsiasi cosa accada, quando avremo Mattia con noi ce ne andremo, il più lontano possibile, me lo prometti?"
Afferra il suo viso, lo porta così vicino a sé da poter osservare ogni ruga che lo solca, ogni piccola ombra che lo attraversa.
Giovanni annuisce in maniera così impercettibile che le sembra di esserselo immaginato, stringe il suo volto fra le mani, costringendolo a guardarla.

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