Giovanni non aveva sentito nessun rumore ma si era bloccato in ascolto, perché la sua schiena aveva tremato mentre un lungo brivido l'aveva posseduto, come un freddo glaciale che era salito lento fino alla punta dei capelli.
Lui era lì!
Poteva sentirne la vibrazione nell'aria che gli faceva tremare i polsi, poteva sentirne l'odore mentre aspirava affannosamente, improvvisamente consapevole di essere in pericolo. Appoggia il violino sulla panchina e si costringe ad alzarsi, ogni muscolo teso ad ascoltare il silenzio, per captare ogni fruscio inaspettato. Gli sembra di avere le percezioni amplificate, sente il suo respiro un po' troppo affannoso ed estraniandosi dal quel ritmo irregolare riesce a percepire tutto ciò che lo circonda. Era stato sempre bravo a rimanere in ascolto, forse perché la musica gli aveva sempre parlato attraverso i suoni che lo circondano e le migliori sinfonie le aveva composte così: ascoltando il ritmo della natura.
Ora la musica che gli sfiora l'udito è spettrale, non ci sono uccelli che fischiettano allegri, non sente il passo furtivo di qualche piccolo tasso o coniglio, non ci sono ali leggere di farfalle a sfiorargli il viso, tutto intorno e silenzio. Se la natura stessa rimane immobile significa che qualcosa di terribile sta per accadere, o è già accaduto, come prima di un terremoto, di un incendio, di una frana; il mondo si blocca improvviso in ascolto, prima di impazzire e cercare di fuggire in preda al panico. È la stessa sensazione che avverte lui in quel momento e quando si volta con estrema lentezza, avverte solo un fruscio lontano mentre un'ombra scorre furtiva davanti ai suoi occhi, in lontananza. Si costringe a spingersi verso quel punto, sa che dovrebbe fuggire ma sa anche che non c'è posto dove lui non possa rintracciarlo e fare la fine della lepre inseguita non fa per lui, se una fine deve esserci vuole che sia gloriosa, come una sinfonia che esplode con fragore.
Se quello è l'atto finale vuole esserne il protagonista e non un semplice spettatore. Man mano che si avvicina il cuore prende a pulsare con maggiore intensità, è sicuramente un corpo umano quello che giace immobile sul prato, in una posizione innaturale che non fa presagire nulla di buono. Ha quasi la certezza a chi possa appartenere ma si costringe a spingersi fino a trovarsi a meno di un metro, poi a pochi centimetri, inchiodandosi improvviso sul posto, con le gambe come piombo che gli tremano convulsamente. Carmine giace bocconi a terra, la gola tagliata di netto da cui ancora sorga il sangue, che comincia a raggrumare impegnando il terreno intorno, gli occhi spalancati e vuoti, nell'immobilita' dell'assenza di vita. Non ha dubbi che sia morto e nella maniera più atroce, quasi non rendendosene conto. Si porta le mani al viso, chiudendo gli occhi per non vedere, che razza di mostro può arrivare a compiere un atto così spietato su qualcuno che gli è estraneo, a sangue freddo, per il solo piacere di uccidere? Eppure, nonostante la brutalità del gesto, un gelo di assenza di emozioni lo scuote nel profondo, una consapevolezza che quel gemello, per quanto lo ripugni, lo costringe a fare i conti con la parte più oscura di sé stesso e a temere, in fondo, di non essere così diverso da lui. Eppure lo sente che non sia così ma è talmente atterrito dalla possibilità che anche una goccia di quel Dna possa scorrere nelle sue vene che vorrebbe estirparlo, tagliandosele e facendo defluire tutto il sangue che possa condividere con Pietro, la parte più oscura di sé stesso. Lo sente dentro di sé, come se volesse possederlo, ne sente la presenza sulla pelle, nello stomaco e, cosa ancor peggiore, nei pensieri costanti che si trasformano in incubi di cui non ha parlato con nessuno, neanche con Giulia. Incubi in cui fa del male alle persone che ama, arriva a torturarle e a possederle con ferocia. E quando si risveglia da quell'orrore deve convincere sé stesso che sono solo sogni e non la parte più profonda del proprio subconscio che gli parla, che lo chiama, che l'attira a sé.
Si guarda intorno, le iridi accese di azzurro e venate di rosso per le lacrime trattenute, le mani che gli tremano e un crescente desiderio di avere quel gemello davanti a sé, perché quell'incontro non può più essere rimandato, ne sente un desiderio fisico. E mentre elabora questi pensieri, cercando di scacciare il tremito che prova, sente la sua voce che gli suona stranamente familiare, come se, in fondo, l'avesse accompagnato in tutti quegli anni, risuonando dentro di lui.
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TWINS
RomanceIl passato è qualcosa che spesso torna, presentando tutto il suo doloroso conto. È quello che succede a Giulia e Giovanni, giovani ragazzini orfani che uniscono le loro solitudini, stringendo un'amicizia che va oltre il semplice affetto ed è un vero...