Parte Terza-Ombre Dal Passato Capitolo 1

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Carlo abbassa la serranda del garage, chiudendola con la chiave. Dei passi alle sue spalle lo mettono in allerta e lo fanno voltare, scorgendo l'uomo seminascosto nella penombra.

"Accidenti, mi hai spaventato, cosa ci fai qui a quest'ora?"

"Dov'è Giulia?"

"Perché sei così sicuro che lo sappia? Ti presenti a casa mia dopo mesi che non ci vediamo e pretendi che ti riveli qualcosa di mia figlia? Non funziona così Mattia."

"Non è tua figlia." la mascella dell'uomo si contrae, può scorgerne la tensione anche in quell'oscurita' che li avvolge.

"Hai voluto tu che fosse così. Non vorrei doverti ricordare che sei stato tu a chiedere di prendermi cura di lei."

Il colpo ben assestato va a segno diretto e Mattia infila le mani in tasca, sentendo il freddo della sera pungergli le spalle.

"È in pericolo e tu la stai coprendo, lo so quanto possa essere testarda quando si mette in testa qualcosa, ma.. "

"Fidati di lei per una volta, sa quello che fa."

Sa che non gli dirà niente, è evidente che Giulia gli ha fatto promettere di non rivelare dove si nasconda e lui l'ha presa in parola.

"Ce ne pentiremo entrambi."

Carlo lo guarda, ha l'aria stanca, come se non dormisse da giorni, come se le preoccupazioni lo stessero consumando.

"Non ti ho mai chiesto niente di quello che combinate in quell'ufficio, mi fido di Giulia e se lei ritiene che sia meglio non far sapere a nessuno dove si nasconda, io sono con lei."

Mattia capisce che non otterrà niente da Carlo e una profonda stanchezza lo coglie e per un attimo tutto il passato e il peso dei suoi errori gli grava sulle spalle. Si allontana senza neanche salutare l'amico, salendo in macchina e mentre si abbandona contro il sedile, ricorda e chiude gli occhi, per non esserne travolto.

Avevo appena diciassette anni, ed ero stupido e convinto che il mondo si potesse stringere fra le mani. Mi ero innamorato di quella ragazza, Daniela, a prima vista e già dopo un mese uscivamo insieme, facendo l'amore nascosti nel gazebo del giardino di casa dei miei. Rimase incinta quasi subito, prima che potessi rendermi conto di chi fosse, di quanto corrotta fosse la sua anima. C'era qualcosa di malvagio in lei, me ne accorsi non appena andammo a vivere insieme, aspettando che nascesse nostra figlia. Non avevo un lavoro, non avevevamo un futuro e l'unica alternativa allora mi sembro' quella di unirmi ad un gruppo di conoscenti, che compivano rapine in ville di benestanti. Una sera fummo scoperti e arrestati. Era il mio primo reato, non avevo neanche un'arma con me, un coglione beccato a rubare la marmellata. Non so cosa mi salvò quel giorno, forse la mia faccia da bravo ragazzo, forse il fatto che fossi incensurato o qualche intuizione che scattò nella testa del maresciallo che mi aveva in custodia, mi proposero di cancellare il mio reato se avessi accettato di collaborare con loro.
Feci i nomi di tutti i miei compagni e la banda fu presto sgominata. Quando tornai a casa Daniela se n'era andata, con nostra figlia. Non la cercai, pensai che fosse un segno del destino e che la vita mi avesse dato un'altra possibilità, studiai criminologia, mi laureai a pieni voti ed entrai nella polizia. Ben presto la mia abilità mi portò a guidare un'unità speciale, creata apposta per riuscire a sbrogliare i crimini senza soluzione. Ero piuttosto abile e ottenni molti successi e molti riconoscimenti. Ogni tanto pensavo a quella figlia che non avevo mai conosciuto, erano passati ormai dieci anni e decisi di mettermi alla ricerca di sua madre. Fu facile trovarla, era diventata una tossica e di nostra figlia non c'era più nessuna traccia, le era stata sottratta, perché le violenze fisiche che compiva su di lei non potevano più passare inosservate.
Era la mia punizione, avevo cancellato il suo ricordo, lasciato che Daniela la portasse via, ero stato suo complice. Mi misi alla ricerca di mia figlia, utilizzando tutte le conoscenze in mio possesso e finalmente la rintracciai in un orfanotrofio di Reggio emilia, era lei: Giulia.

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