Parte Prima-Capitolo 8

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"Ci sarebbe una famiglia interessata all'affido di Giulia"

Sono sedute nel salotto della casa famiglia, per il loro incontro mensile per parlare dei ragazzi e Debora l'ha spiazzata con quell'affermazione.

"Ma sono solo due mesi che Giulia è qui da noi, diamole un po' di stabilità, deve finire l'ultimo anno delle medie."

"Certo, se ne parlerebbe in primavera, volevo solo che lo sapessi, pensavo ti facesse piacere, non è proprio la ragazzina modello ed è quasi un miracolo che qualcuno si interessi a lei."

Paola cerca di nascondere il fastidio che le parole di Debora le hanno provocato, non aveva esitato neanche un attimo a mollarla nel suo istituto, pur di liberarsene ed ora si permette di giudicare senza neanche chiederle dettagli.

"In realtà qui si è comportata in maniera esemplare, sarò stata fortunata, ma è un piacere averla con noi."

Finge di non vedere l'espressione di stupore di Debora, che camuffa velocemente per non farsi scorgere.

"Sembra quasi tu non sia contenta che ci sia una famiglia interessata a lei."

"Certo che ne sono felice, solo che questa ragazza ha appena trovato un po' di pace e non mi sembra una cosa sensata destabilizzarla di nuovo."

Debora si stringe nelle spalle, leggermente scocciata dalle sue parole.

"Anche la famiglia è d'accordo a farle finire l'anno scolastico. Ne riparliamo in primavera, anche se vogliono conoscerla al più presto."

"Prima sarò io ad incontrarli, voglio essere sicura che siano le persone giuste. Mandami il loro fascicolo con i recapiti telefonici e poi valuteremo."

Le sue parole chiudono la discussione, Debora capisce che non ha altro d'aggiungere e che Paola non le darà modo di proseguire nella trattativa se prima non si sarà accertata dell'affidabilità di quella famiglia.

"Ti farò avere tutto la settimana prossima."

Non aspetta di essere accompagnata alla porta e si congeda in fretta.
Paola tira un sospiro di sollievo nel vederla andare via, non le era mai stata troppo simpatica ma il suo atteggiamento verso Giulia l'aveva parecchio indisposta. Non aveva mai provato a capirla, non le aveva mai dato nessuna possibilità, etichettandola subito come ribelle ed irrecuperabile.
Eppure da quando era arrivata da loro e grazie all'amicizia con Giada ed al rapporto speciale con Giovanni, si era rivelata una ragazza in gamba, intelligente e a suo modo affettuosa. Avevano fatto dei piccoli passi avanti anche nel loro rapporto e voleva essere sicura che se fosse andata via, doveva essere per sistemarsi in una famiglia che le potesse offrire affetto, oltre che un futuro. Ora voleva solo dedicarsi alla festa del Natale che si stava avvicinando, mancavano pochi giorni e voleva che quest'anno fosse un'occasione speciale, sopratutto per la nuova arrivata.
Quel pomeriggio avrebbero addobbato l'albero tutti insieme, per i ragazzi era l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze e le sembrava l'occasione giusta per creare un po' di quello spirito natalizio che questi ragazzi non avevano mai veramente provato. Aspetta che tutti siano rientrati da scuola e, dopo aver pranzato, li riunisce in salotto.

"Che succede Giada? Hai idea di cosa le passi per la testa?"

"Aspetta e vedrai." Con un sorriso, mentre Giulia le sussurra nell'orecchio, Giada si gusta il momento, perché sa cosa sta per accadere.

"Cari ragazzi, anche quest'anno siamo arrivati alle vacanze natalizie, avrete qualche giorno da passare tutti insieme. Qualcuno di voi dopo Natale andrà a trascorrere alcuni giorni da qualche parente, altri resteranno qui. Ne approfitto di avervi tutti insieme per addobbare l'albero, come di rito."
Antonio entra con un grosso abete finto, che piazza all'angolo della sala, vicino alla finestra. I ragazzi mormorano entusiasti, mentre Giulia sospira per niente convinta. Detesta quel clima natalizio, quella finta allegria che bisogna tenere, anche se il tuo cuore va a pezzi. Non ricorda nei suoi primi cinque anni di vita nessun regalo o nessuna festa, né tantomeno il Natale festeggiato con albero e pranzo. Sua mamma era stata allontanata da tutta la famiglia e sapeva che aveva anche ricevuto delle denunce per averla abbandonata sola in casa, proprio la sera di Natale, per andare a festeggiare chissà dove e chissà con chi. Era stata la vicina a sentirla piangere e ad accoglierla in casa sua, fino all'arrivo dei carabinieri. Aveva passato la notte in caserma prima che sua mamma si degnasse di ricordarsi di lei per andare a riprendersela. Forse non aveva ricordi di quei momenti, che le erano stati raccontati, ma era ben fisso dentro di lei il senso di paura ed abbandono che aveva provato e che non voleva avvertire mai più, non avrebbe più permesso che qualcuno la facesse sentire così, sola ed abbandonata.
Si siede in un angolo guardando i ragazzi che con allegria appendono palline e festoni all'abete, come se fosse la cosa più bella e divertente del mondo.

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