Era rimasta abbracciata a Mattia fino a che non si era addormentato, la manina stretta alla sua, la testa appoggiata sulla sua spalla. Ora non se la sentiva di lasciarlo solo ed era rimasta a fissare il soffitto sentendo il calore di quel piccolo corpicino accanto al suo, che cercava il contatto con lei. Era così placido mentre dormiva, così indifeso che il cuore le aveva tremato mandandole dei segnali dolorosi, come se si volesse frantumare per il troppo amore, o per il troppo dolore. Era come avere con sé ancora qualcosa di Giovanni, ma che doleva così tanto ogni volta che lo guardava. Cercava di non pensarci ma ogni cosa, ogni gesto, anche il solo respirare, rimandava a lui. Aveva i suoi occhi scolpiti in mezzo al petto e ogni volta che l'aria le entrava nei polmoni era una sofferenza che doveva soffocare. Se non ci fosse stato Mattia avrebbe passato le sue giornate a letto stordendosi coi sonniferi per non pensare, ma aveva bisogno di restare lucida, doveva portarlo al sicuro ma prima aveva bisogno di averne l'affido, perché a nessuno venisse in mente di portarglielo via. Sapeva che non sarebbe stato facile, perché era una donna single e con un lavoro per niente semplice, ma avrebbe dato tutte le garanzie di occuparsene a tempo pieno. I soldi non sarebbero stati un problema, aveva messo da parte una discreta somma in quegli anni e con le sue competenze informatiche era sicura che non avrebbe faticato a trovare un lavoro che permettesse ad entrambi di vivere dignitosamente. Non gli importava altro in questo momento, solo di quel bambino che sentiva ormai suo oltre ogni dubbio. Si era assopita per un paio di ore e l'aveva sognato, un sogno agitato in cui cercava di raggiungerlo ma non ci riusciva e si era svegliata con le guance bagnate di pianto. Mattia era ancora stretto a lei e guardandolo il cuore le era esploso di tenerezza e timore. Aveva solo lui e se gli fosse accaduto qualcosa non avrebbe retto e quella eventualità la spaventava in maniera assurda.
Si scioglie con delicatezza dall'abbraccio con Mattia, lasciando a malincuore quel posto caldo e accogliente dove può illudersi che il dolore possa essere tenuto a tacere, per scendere in cucina. Vuole preparargli la colazione, vuole dargli una parvenza di normalità in quella situazione assurda. Non ha ancora deciso come comunicargli ciò che è accaduto a Giovanni, deve trovare un modo delicato e che non distrugga entrambi. Prende un pentolino per mettere a scaldare il latte e mentre la bevanda candida prende a sobollire il suo sguardo si fissa su quello strato bianco, ripescando nella mente un momento di tanti anni prima che aveva rimosso, o nascosto in un'angolo remoto dei suoi ricordi.Aveva nevicato quella mattina, svegliandosi era corsa alla finestra schiacciando il naso contro il vetro, per ammirare la distesa immacolata che riluceva candida.
"Hai intenzione di restare a fissare fuori dalla finestra per tutto il giorno? Sembra quasi che tu non abbia mai visto la neve."
Giovanni le era arrivato alle spalle appoggiando il viso accanto al suo, sul vetro, sorridendo mentre le sue guance si coloravano di rosso e il suo cuore aveva preso a pompare il sangue con velocità nelle vene, lasciando che il calore che sentiva nell'averlo così vicino la avvolgesse.
"Non è la prima volta, ma così tanta non ne avevo mai vista. Guarda come scende ancora, non è bellissimo?"
Aveva girato il viso verso di lui e se l'era trovato di fronte, a pochi centimetri, i loro nasi che si sfioravano e ancora sorrideva.
Come faceva a dirgli che si, non era la prima volta che vedeva la neve, ma accanto a lui aveva tutto un altro sapore. Tutto aveva un altro sapore visto con i suoi occhi e le era venuto spontaneo cercare la sua mano, per intrecciare le dita con le sue."Vieni, ti porto a vederla da vicino." l'aveva costretta ad alzarsi per indossare gli stivali e il cappotto e le aveva calzato per bene il basco in testa, con la scusa che non si bagnasse i capelli, in realtà solo per poterle continuare ad accarezzare il viso. Le sembrava di essere una bimba con gli occhi sgranati ad ammirare il cielo, la verità che forse era la prima volta che affrontava con il cuore così leggero un evento che dava gioia a qualsiasi bambino ma che non l'aveva mai entusiasmata. Ora le sembrava tutto così bello, così eccitante, come mai l'aveva vissuto. Giovanni l'aveva trascinata fuori tenendola per mano e quando i loro piedi erano affondati in quel manto soffice aveva iniziato a ridere, per la sua incapacità di stare in piedi senza aggrapparsi a lui. Avevano riso e giocato a tirarsi la neve fino ad essere fradici fino alla punta dei capelli, ma felici come mai si era sentita prima, leggeri come due bimbi. Si era fermato davanti a lei guardandola serio, allungando una mano per sfiorare la sua guancia, le dita gelide che le sembravano bollire sulla sua pelle.
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TWINS
RomanceIl passato è qualcosa che spesso torna, presentando tutto il suo doloroso conto. È quello che succede a Giulia e Giovanni, giovani ragazzini orfani che uniscono le loro solitudini, stringendo un'amicizia che va oltre il semplice affetto ed è un vero...