Parte Seconda-Capitolo 8

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Il tocco delicato di dita fredde, la fa riemergere dalle nebbie in cui era precipitata. Solleva a fatica le palpebre e si trova davanti il suo volto. Per una frazione di secondo sorride, le sembra che sia una tranquilla giornata e lei può illudersi che vada tutto bene. Poi realizza e spalanca gli occhi, provando a mettersi seduta.

"Piano, non vorrei doverti raccogliere di nuovo. Che è successo? Sei sbiancata e c'è mancato poco che trascinassi il tavolo con te."

Si solleva delicatamente, la testa ancora le gira, ma non ha tempo per pensarci.

"Quanto è passato?"

"Da quando sei svenuta? Pochi minuti."

"Devo andare." afferra il cellulare e controlla i voli per Roma. Fortunatamente ce n'è uno fra poco più di un'ora, ma deve sbrigarsi. Compra il biglietto e chiama un taxi per farsi portare in aeroporto, non ha tempo di essere cauta, deve rientrare in ufficio prima della squadra.

"Stanno rientrando a Roma, c'è un nuovo caso. Non ho tempo per spiegarti ora, mi spiace. Ho rimesso il rilevatore nel tuo cellulare, con quello posso controllare tutti i tuoi movimenti e anche sentire le tue conversazioni. Dal momento in cui lo attivero' sappi che sarò sempre con te."

"Speravo restassi almeno oggi."

Quanto le sarebbe piaciuto che il loro incontro, dopo anni, si fosse svolto in maniera diversa, con la possibilità di frequentarsi come due normali ragazzi che hanno voglia di stare insieme e scoprirsi di nuovo, ma tutto ciò a loro non è permesso e si trovano invischiati in qualcosa di più grande di loro. È ormai evidente che il killer sia qualcuno che sta cercando di colpire le persone legate a Giovanni, per cui anche lui è in pericolo e forse anche lei stessa.

"Ti prego, rimani chiuso in casa e non aprire a sconosciuti, neanche se ti mostrano un tesserino. Io ascolterò tutto ciò che accade, se ti senti in pericolo, per qualsiasi motivo, fammelo sapere."

"Perché dovrei essere in pericolo? Cosa è successo Giulia?"

"Non ho tempo ora, ti prego, fidati."

Si lascia avvolgere dalle sue braccia, per un lungo istante, poi sollevandosi sulle punte gli lascia un bacio sulla guancia. Lui le trattiene il polso mentre sta già avviandosi verso la porta e l'avvicina a sé, le labbra vicinissime alla sua tempia, che bacia con dolcezza, per poi sussurrare piano.

"Non lascerò che tu vada via di nuovo, non stavolta."

I loro occhi si inchiodano per un attimo, poi lei si volta, avviandosi giù per le scale, verso il taxi che l'attende.
Il volo è in perfetto orario e quando atterra a Milano, un altro taxi è già pronto per portarla in ufficio. Quando varca la porta sente la voce di Joele e Miriam che discutono fra loro.

"Scusate, ero andata a casa a recuperare qualche cambio per poter affrontare le giornate che ci aspettano."

Joele la guarda ma non aggiunge nulla, anche se lei si sente osservata e messa sotto esame.

"Come si è comportato il nostro indagato?"

"Non si è mosso da casa e non ha visto nessuno, a parte qualche telefonata di lavoro con la sua assistente."

"Bene, andiamo di la in sala riunioni, c'è un nuovo caso che richiede la nostra attenzione."

Giulia sospira sollevata, sembra che gli abbia creduto, anche se deve essere più cauta e correre meno rischi. Stavolta l'impatto con le immagini del delitto, proiettate sul grande schermo a parete, sono più devastanti del solito e Giulia deve distogliere lo sguardo fingendo di fissare lo schermo del suo portatile.

"La seconda vittima ufficiale, legata al caso che stiamo studiando, è stata trovata in un parco pubblico da un runner, all'alba, mentre faceva la corsa mattutina. Anche in questo caso sono state inferte venticinque coltellate, dalle ferite si potrebbe trattare della stessa arma. Accanto al corpo sono state trovate diverse rose nere, forse il killer aveva paura che lasciando il corpo all'aperto si cancellassero le tracce e voleva avere la certezza che riconoscessimo la sua firma. Ci sta ufficialmente sfidando."

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