Parte Quinta-Capitolo 7

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Chiude la porta del suo appartamento e si china ad afferrare i manici dei trolley in cui ha racchiuso la sua vita. Ha cercato di portare via più cose possibili, fra vestiti e ricordi, tutto ciò che potesse essere contenuto in quelle valigie. Passerà in banca per chiudere il suo conto e trasferire tutto su uno temporaneo, in attesa di capire quale sarà la loro sistemazione finale. Non ha ancora pensato a come affronterà tutto ciò che è rimasto in sospeso con Giovanni, non riesce ancora ad essere lucida sulla questione. Quando pensa a lui, il suo corpo viene posseduto da una miriade di sensazioni contrastanti. È incazzata per come l'abbia tenuta all'oscuro e abbia permesso che lo credesse morto. Aveva passato le due settimane più terribili della sua vita, si era sentita così svuotata senza avere niente da dare, così spezzata che razionalmente crede di non poterlo perdonare. Non ha tenuto in considerazione nemmeno per un momento quello che potesse provare. Ma se prova a mettersi nei suoi panni arriva sempre alla stessa conclusione, forse avrebbe fatto altrettanto per proteggere Mattia. È ancora troppo scossa per affrontarlo e ha deciso di prendere un paio di giorni solo per lei. Vuole salutare le persone importanti della sua vita, non può sparire senza dare loro spiegazioni. Le prime persone da cui congedarsi sono i suoi genitori affidatari: Carlo e Magda. Spera che non sia un addio e che potrà tornare presto da loro, tutto dipende da Joele e dovrà farsi bastare quel momento fino a che non capirà cosa abbia deciso. Si ferma davanti alla porta di casa loro appoggiando la mano sul legno, quasi a voler assorbire il calore e l'amore che si respira lì dentro. Erano stati capaci di accogliere quella ragazzina spaventata e diffidente per accompagnarla nella sua adolescenza con pazienza, accettando le sue ribellioni e i suoi momenti di silenzio, senza giudicarla. Il loro amore le aveva sciolto il cuore, rendendolo di burro e non avrebbe potuto amarli più di così. Gli occhi le si riempono di lacrime, prende un respiro e suona il campanello.

"Ciao tesoro, non ti aspettavamo. Che bello vederti? Come stai?"
Non era stato concesso loro di andarla a trovare in ospedale anche se li aveva sentiti al telefono. Cerca di non fare caso agli uomini che controllano la casa, presto sarebbero spariti, dato che era venuto meno il pericolo che incombeva su di loro. Ancora non si capacita che Davide sia morto e che non li tormentera' più.
Giulia si lascia abbracciare da Magda, ricambiando stringendola forte, per entrare in casa, seguendola. Era passato il Natale e lei neanche ci aveva fatto caso, così presa dalla sua disperazione e ora vedere l'albero addobbato e il camino acceso le da un senso di protezione che rischia di farla crollare.

"Mamma, dov'è papà? E i miei fratelli?" vede Magda bloccarsi e asciugarsi una piccola lacrima accanto alle ciglia.

"È la prima volta che mi chiami così." lo dice senza rancore, con una dolcezza che le stringe il cuore.

"Perdonami, è una parola così difficile da pronunciare per me, ora lo so, tu sei stata la mamma che non ho mai avuto, che non mi ha mai voluto."

Magda si avvicina a lei, per accarezzare con dolcezza la sua guancia.

"Non devi scusarti di niente, è giusto così. Papà e i ragazzi stanno arrivando, sono andati a fare la spesa per la cena di stasera. È l'ultimo dell'anno e lo passiamo tutti insieme. Sarebbe bellissimo averti qui con noi."

Aveva perso la cognizione del tempo e solo ora si rende conto di quante cose si sia privata.

"Certo, resto volentieri. Devo solo passare a casa di Giada, dopo sono tutta per voi. Posso dormire nella mia vecchia stanza stanotte?"

"Certamente, è tua, nessuno l'ha toccata." coglie lo sguardo di Magda e solo ora si rende conto che non le ha ancora chiesto di Giovanni, forse per non riaprire quella che pensa sia una ferita ancora fresca. Le da un bacio sulla guancia, perché sa che quando saprà la verità da una parte sarà contenta per lei, un po' meno per la prospettiva di non vederla per chissà quanto tempo.

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