Parte Quarta-Capitolo 7

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Man mano che si avvicinava sempre più a quel puntino luminoso indicato sullo schermo del pc, riconosceva i luoghi che percorreva e la sua rabbia cresceva a dismisura. L'aveva fatto, aveva portato Giovanni nello stesso rifugio dove aveva rinchiuso lei! Maledetto bastardo, era talmente sicuro di sé da essere convinto che nessuno lo sarebbe andato a cercare li e forse non aveva tutti i torti, a lei non sarebbe mai venuto in mente che potesse usare un rifugio già conosciuto.
Quando ferma la macchina tutta la sicurezza che aveva sentito quella mattina inizia a vacillare.
Una sottile paura prende possesso dei suoi pensieri, sarà in grado di affrontarlo senza farsi sopraffare dalla cattiveria che risiede nel suo cuore? Riuscirà a premere quel grilletto quando se lo troverà davanti?
Ha bisogno di radunare i pensieri perché non è più sicura di nulla e forse ha preso la decisione sbagliata. Escludere Joele e gli altri non è stato per niente saggio e ora capisce di avere bisogno di loro, della loro esperienza sul campo, della loro freddezza. Non ha mai sparato a nessuno ed è sicura che se si renderà necessario non avrà timore a farlo, ma non è più sicura delle sue capacità. In fondo non è come al poligono dove colpisci un bersaglio di cartone e se sbagli a mirare hai una seconda possibilità, una volta li dentro non avrà la stessa fortuna. Afferra il pc e invia un messaggio a Joele indicandogli la sua posizione, sa che lui capirà e si precipitera' per raggiungerla.
Ora non le resta che attendere, ci vorranno un paio d'ore prima che arrivino sul posto e puntato lo sguardo fuori dal finestrino, appoggia la testa al vetro e socchiude gli occhi. Freme dall'impazienza perché vorrebbe accertarsi che Giovanni stia bene, ma deve attendere e ciò le procura un'agitazione che le preme in fondo allo stomaco. Ha bisogno di rivederlo, di guardare i suoi occhi, di essere certa che stia bene. Spera che non gli abbia fatto del male anche se sa che non è solo il dolore fisico a spaventarla ma il potere che potrebbe esercitare sulla sua mente. Quello la terrorizza ancora di più, perché potrebbe uscirne devastato e ricomporre i pezzi potrebbe risultare molto doloroso. Sa bene il fascino che Davide possa esercitare sopratutto su Giovanni, per tutta una serie di motivi. Mentre attende preda di questi pensieri vede il segnale sul pc spegnersi di colpo. Il senso di pericolo si allerta improvviso, prova a riavviare il computer perché potrebbe trattarsi di un'interruzione di linea, ma quando si riaccende il puntino luminoso è scomparso. Cosa può essere successo?
Davide potrebbe aver trovato il rilevatore o ancora peggio, potrebbe averlo inavvertitamente distrutto mentre faceva del male a Giovanni. Questa ipotesi è quella che la terrorizza maggiormente, sa che la decisione più saggia sarebbe aspettare Joele e gli altri, ma non riesce, il cuore sembra esplodere nel petto e il respiro si è fatto affannoso. Sente che è in pericolo e se non interviene subito potrebbe essere troppo tardi. Controlla che la pistola sia carica e dopo aver mandato un ennesimo messaggio a Joele avvertendolo della sua decisione, scende dalla macchina. Sa che sicuramente la sua intrusione verrà rilevata dai sistemi d'allarme del rifugio, ma non può fare altrimenti e va alla ricerca della botola nascosta tra le foglie del prato che calpesta. Non le è difficile rintracciarla, ne ricorda bene l'ubicazione e con un sospiro e la pistola in pugno, si cala all'interno attraverso i gradini di ferro incastonati nella parete. Attende un attimo che la vista si possa abituare al buio e tira fuori dalla tasca del giubbotto la piccola torcia che ha portato con sé, per farsi luce. La parte più difficile è orientarsi in quei cunicoli tutti uguali, deve cercare di fare mente locale e più volte sbaglia strada trovandosi in un vicolo cieco e deve ricominciare tutto daccapo. Poi finalmente trova il passaggio giusto che la conduce verso un ampia sala e sbirciando all'interno vede Giovanni legato a una specie di poltrona metallica. Il cuore le sussulta, perché il suo viso è rigato di sangue, e anche la maglietta che indossa ne è sporca. Vorrebbe correre immediatamente da lui ma deve trattenersi, scannerizza con lo sguardo tutta la sala ma non le sembra di scorgere nessun'altro. Entra spingendo la porta che non è chiusa a chiave e voltato lo sguardo in giro vede un tavolo, che spinge a bloccare l'entrata, almeno se Davide dovesse arrivare lo sentirebbe entrare a meno che non ci siano altri accessi, non ha il tempo di occuparsi di questo ora. Il rumore che produce fa alzare la testa a Giovanni che fino al quel momento aveva gli occhi chiusi e quando la vede il suo sguardo sussulta, per rabbuiarsi subito dopo. Giulia si china di fronte a lui, allungando la mano a sfiorare le ferite sul volto, carezzando dolcemente ogni punto martoriato del suo viso.

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