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PUNTO DI VISTA DI ALEXANDER.

Stiamo andando verso l'ospedale,in macchina c'è tensione e silenzio nessuno parla.

Dopo circa una decina di minuti siamo arrivati.

Scendiamo sotto gli occhi di tutti che guardano con timore e paura beh fanno bene ad averne.

Entriamo,e alla reception troviamo una ragazza che ci dice dove andare.

Arrivati al punto,vediamo sempre lo stesso dottore a cui Max aveva rotto la faccia e infatti è pieno di lividi in faccia e appena ci ha visto è sbiancato dalla paura.

"Allora perché cazzo ci hai chiamato?" gli dice mio fratello Max che ha preso in antipatia il dottore se non si fosse capito.

"Ecco,vostro padre non è morto, è in coma quello era stato un falso allarme non ci eravamo accorti che in realtà stava  dormendo scusateci per l'errore e il trambusto causato" dice frettoloso e intimorito.

"Ok possiamo vederlo?" intervengo io bruscamente.

Il dottore annuisce e ci porta da lui.

Diamine è stato un brutto scherzo,ora è in coma certo,però è già molto meglio sapere che non è morto e sono sicuro che si riprenderà presto,non abbandonerebbe mai i suoi figli così.

PUNTO DI VISTA DI MANUEL.

Sinceramente non so cosa mi sia preso,ero molto nervoso per la situazione ma non intendevo prendermela davvero con lei,farle del male è l'ultima cosa che voglio e non è la prima volta che succede.

Sono uno stronzo.

Prima quando ho visto tutti i volti dei miei fratelli arrabbiati e delusi da me mi si è spezzato il cuore ma soprattutto vedere mia sorella piangere di nuovo per colpa mia è ciò che fa più male.

So che lei si sente già in colpa di suo e io non ho fatto altro che peggiorare la situazione.

Ora sono nella mia stanza ma dato che la stanza di Lotte è molto vicina alla mia,la sento piangere e con singhiozzi pesanti.

Ho pensato di andarle vicino e parlarne,sperando che non mi mandasse a fanculo anche se sarebbe il minimo,me lo merito.

Busso alla sua porta aspettando che mi dia il via per poter entrare.

"Avanti" risponde con una voce quasi spezzata tanto dalle lacrime.

Entro e ciò che vedo è mia sorella seduta sul letto a gambe incrociate mentre abbraccia il suo cuscino e un sacco di lacrime le rigano tutto il viso.

Idiota che sono,guarda che ho combinato,ora devo aiutarla a riprendersi.

Partendo dal chiederle scusa.

E fidatevi per me è molto difficile chiedere scusa,sono abbastanza orgoglioso,ma con lei no.

Mi avvicino piano piano vicino al suo letto e mi ci siedo delicatamente.

Le inizio ad accarezzare i suoi lunghi capelli e le asciugo le lacrime sul viso dolcemente.

Lei ancora non ha detto nulla come nemmeno io,si limita a guardarmi.

"Mi spiace per quello che ho detto prima,non lo penso davvero ho avuto un momento,perdonami se puoi"le dico.

Ma vedo che lei continua a non rispondere mi guarda soltanto sorpresa.

Quindi continuo " so che ti ho fatta male un'altra volta,ma credimi quelle parole non le pensavo davvero non è colpa tua,mi spiace tanto scusami" dico quasi piangendo.

Lei fa un sospiro e poi mi guarda.

"Lo so che non le pensi davvero,questo è un momento triste pe tutti e ognuno lo affronta al proprio modo,quindi non ti posso incolpare di nulla".

Mi dice ancora piangendo.

Le caccio il cuscino che aveva tra le mani in modo da poterla abbracciare.

PUNTO DI VISTA DI CHARLOTTE.

In questo momento sono tra le braccia di Manuel,mi sento al sicuro.

Sono felice che abbia ripensato a ciò che mi ha detto e che non mi odia.

"RAGAZZI RIUNIONE DI FAMIGLIA,SUBITO" sentiamo Alexander urlare ciò dal piano di sotto facendoci sobbalzare.

Ci guardiamo straniti come per dire:cosa sarà successo ora?.

Senza tante chiacchiere scendiamo sotto dove ci sono tutti.

E si meravigliano a vederci insieme dopo la litigata.

Ora siamo tutti intorno al tavolo aspettando che alex inizi a parlare.

"Io e i vostri fratelli maggiori siamo scappati all'ospedale perché ci è arrivata una notizia" dice con un sorriso stampato in faccia.

Poi continua " papà è vivo" io scoppio dalla gioia,non è morto io lo sapevo che non ci avrebbe lasciato.

Vedo i volti dei miei fratelli felici e sollevati.

Ma sorgevano anche alcune domande.


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