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PUNTO DI VISTA DI CHARLOTTE

Mi sono svegliata in una stanza medica,non capivo come mi trovassi li ma poi mi sono ricordata che avevo avuto un attacco di panico ed ero svenuta.

Oh cazzo!
Ora mi faranno mille domande,io non sono pronta a parlarne,ho paura che poi non mi accetteranno più.

I miei pensieri furono interrotti quando ho visto la porta aprirsi e vidi Manuel con un piccolo sorriso e ad essere onesta ero ancora arrabbiata con lui,odiavo il modo in cui mi ha trattata davanti a tutti facendomi sentire umiliata.

Ma tra i suoi occhi vedevo tanto dispiacere e spero di non sbagliarmi,si è seduto sul letto e mi ha detto "Ei lotte,mi spiace di aver detto quelle cose,non ero in me spero che potrai perdonarmi" disse questo mentre mi teneva stretta la mano

Annuí e gli feci un piccolo sorriso in segno di pace.

"Dove sono gli altri?" Chiesi cambiando discorso
"Sono in salone presto arriveranno anche loro"  ed io ho risposto semplicemente con "ok" per quanto fosse pentito e scusato non riuscivo ancora a perdonarlo del tutto forse mi serve un po' di tempo.

Vidi entrare nella stanza papà seguito da Alexander che mi guardarono con uno sguardo morbido e mi abbracciarono molto affettuosamente.

Il loro abbraccio era confortante e caldo pieno di affetto, un abbraccio in cui mi sentivo protetta e amata, amavo questa sensazione.

Arrivò anche Max seguito da Elia
"Come stai piccola,tutto bene?ti fa male qualcosa?" Chiese Max con tono preoccupato "tranquillo sto bene non ti preoccupare" ho detto con calma

"Senti lotte,io non vorrei essere invadente ma mentre ti mettevo i fili per la flebo sul braccio ho notato dei lividi e segni abbastanza strani...vuoi spiegarci cosa è successo?"disse Max con voce dolce, aspettando una mia risposta,sapevo che questo sarebbe accaduto non potevo più nasconderlo,ma ora avevo paura davvero paura che mi cacciassero perché erano vergognati da me,ma decisi di farmi forza e coraggio e mi misi seduta sul letto guardando tutti i miei fratelli negli occhi incluso papà.

"È iniziato tutto quando avevo 4 anni, all'epoca vivevo sola con mamma e spesso mi scherniva con i suoi amici,dicendo che ero proprio una brutta bambina,non ho mai capito perché ma pensavo che forse era normale o che me lo meritavo...dopo un po' ha conosciuto questo uomo di nome Jake ero felice perché finalmente anche io avevo un "padre" ma lui non ha mai voluto che lo chiamassi padre ma bensì padrone perché per lui non ero altro che una stupida troia ingrata" mi fermai un attimo per vedere tutti i loro volti ed erano pieni di odio e rabbia,con le mascelle serratte e i pugni grandi.

Ripresi dicendo " è iniziato tutto con delle spinte qua e lá delle piccole botte ,ma all' età di 8 anni ho ricevuto il mio primo vero e proprio pestaggio e questo continuò per tutti gli anni a venire,mi usavano come sacco da boxe umano,il mio corpo era esile e piccolo molto fragile,la cosa più brutta è che mia mamma colei che avrebbe dovuto proteggermi e amarmi era lì che rideva e diceva che me lo meritavo perché non ero altro che una troia di merda,ingrata e che non sarei dovuta nascere."sospirai perché stavano iniziando a scendermi delle lacrime ma cercai di trattenerle perché non volevo mostrarmi debole.

"All'età di 11 anni ho iniziato a lavorare da quando Jake aveva perso il suo lavoro tutto era sulle mie spalle,i soldi che ricavavo dal lavoro se li prendevano loro a me non rimaneva nulla,dovevo anche cucinargli il cibo tutti i giorni e se non l'avevano in tempo per me era la fine,io non avevo neanche il diritto di mangiare mi permettevano solo di mangiare i loro avanzi ...all'età di 13 anni ho ricevuto il primo stupro da tre dei suoi amici a loro non gli e ne fregò niente che ero solo una bambina ma fecero di me la loro puttana personale perché da quel giorno lì trovavo sempre a casa mia e pagavano anche quei mostri per obbligarmi farmi concedere a loro anche se l'avrebbero fatto pure senza soldi in cambio e se non lo facevo beh potete già immaginare cosa succedeva,mi hanno spogliato della mia innocenza a soli 13,solo 13..."

Mi fermai e sospirai e ripresi subito dopo.

"Sono stata costretta a crescere in fretta,infatti a soli 9 anni ho imparato come curarmi le ferite da sola e--" mi bloccai subito quando la sensazione di vuoto mi sali e mi divorò iniziai a tremare e piangere,non c'è la facevo dover ricordare tutte queste cose mi ha fatto stare male.

I ragazzi stanno cercando di calmarmi e in un certo senso dopo un po' ci sono riusciti e potevo vedere tutte le loro espressioni,potevo dire che si incolpavano tutti forse per non essere intervenuti prima,ma non era colpa loro ceh come potevano saperlo.

"Mi dispiace,piccola scusa se non ti ho protetto" disse mio padre davvero con dolore nelle sue parole, gli feci un piccolo sorriso e gli presi la mano "non è colpa tua né vostra, se vi state incolpando smettete subito per favore non potevate saperlo" ho detto con convinzione il che sembrava aver funzionato.

Pensavo che mi avrebbero cacciata o rifiutata ma tutte queste idee sono sparite quando ho visto il dolore negli occhi di tutti loro e ho capito che mi amano davvero e che mi accettano e questo mi riempie il cuore di gioia.

Spero che sarà sempre così.

~SHE~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora