7. IRIS

23.9K 722 72
                                    

Fare il bagno non è una delle attività preferite di Colin Wright, la cosa diventa chiara quando preferisce giocare con i suoi pupazzetti di gomma anziché lavarsi.

Per fortuna riesco a distrarlo quanto basta per fargli lo shampoo e lavargli il corpo, tutto sotto scrutinio, ovviamente. Lo capisco, è giusto che Amos o Winona si accertino che vada tutto bene. Gli abusi su minori sono più comuni di quanto si possa credere, perciò non li giudico se vogliono tenermi d'occhio.

Non so ancora se ho ottenuto il lavoro, ma ce la metterò tutta. Questo bambino è adorabile, gentile e divertente, tuttavia rimane un bimbo di quattro anni e come tale, è normale che faccia un po' di capricci. Nulla che può intimidirmi, certo.

Alle sette e quarantacinque sto asciugando i capelli di Colin mentre lui continua a giocare e Flounder ci gira intorno.

«Ehi, tu, signorino» lo richiamo.

Il cane si ferma e mi fissa.

«Sì, sto parlando proprio con te. Sta fermo, capito? Non ho intenzione di cadere o di fare tardi, perciò... fermo.» Lo guardo con attenzione. Come ho già detto, adoro gli animali, ma ciò non vuol dire che sia l'erede di Biancaneve. Flounder è d'impiccio così presto la mattina, devo escogitare un modo per tenerlo a bada, così da potermi destreggiare più liberamente tra la camera e il bagno di Colin senza l'ansia di pestargli la coda.

Flounder abbaia solo una volta e io sorrido. «Bene, vedo che hai capito.»

«Flo, fai il bravo» lo richiama Colin.

Spengo l'asciugacapelli e pettino i capelli del ghiro. «Ecco fatto. Ti do una mano con l'uniforme e sei pronto» gli sorrido.

«Oggi coloro la I, sei contenta?» chiede mentre alza le piccole braccia.

«Per me?» poso una mano sul petto, commossa dalle sue parole.

Colin annuisce dopo che sono riuscita a mettergli la magliettina. «Hm-hm.»

«Grazie, tesoro. Non vedo l'ora di vederla.» Gli lascio una carezza sul viso e lo aiuto a indossare pantaloni e maglioncino, infine le scarpe.

«Zainetto pronto, tutto profumato e si va!» esclamo facendolo ridacchiare mentre lo prendo in braccio e raggiungiamo la sala.

Amos è già pronto, un completo grigio gli fascia il corpo atletico, rendendolo un bocconcino niente male. Mi rendo conto che non dovrei fare pensieri del genere, ma sono più forti di me. È un uomo a tutti gli effetti, mi chiedo solo quanti anni abbia. Sembra più grande di me, forse di qualche anno, ma nemmeno troppo. Chissà.

«Il ghiro è pronto ad andare!» esclamo sistemando Colin su uno sgabello.

«Dammi lo zaino, devo aggiungere uno spuntino speciale» sorride Winona.

Le cedo lo zaino e guardo Amos.

«Bene, allora andiamo prima che si faccia tardi. Dov'è Flounder?» domanda, un attimo prima di schiarirsi la voce.

«Ops, l'ho lasciato in bagno. Vado a recuperarlo» sbuffo una risata e faccio retromarcia.

Trovo Flounder ancora in bagno, uno dei pupazzetti di Colin in bocca. «Il tuo padroncino lo sa che sgranocchi i suoi giocattoli preferiti?» domando chinandomi mentre gli accarezzo la testolina. «Sei stato bravo, Flounder. Grazie di avermi aiutato con Colin.»

Flounder abbaia, scodinzola la coda e mi lecca la mano.

Sono felice che sia voluto così poco per farlo ammorbidire. «Forza, andiamo, è l'ora della pappa anche per te.»

Quando raggiungo la sala, Amos sta avvolgendo una sciarpa attorno al collo di Colin.

«Buona giornata, ghiro!» esclamo, un sorriso sul volto.

𝐒𝐞𝐰𝐞𝐝 𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora