35. AMOS

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Prima o poi finirà per ammattire, me lo sento. Tra il lavoro, le nottate sveglia e Colin che certe notti non fa altro che piangere a cause delle coliche, le verrà un esaurimento. E non potrò nemmeno dirle "te l'avevo detto", altrimenti finirei fuori casa.

Rido al pensiero e porto Colin sul petto. Sei mesi appena compiuti e sembra già molto più grande. Ha il visino stanco il mio ometto, queste maledette coliche dovrebbero passargli a breve, ma per il momento gli danno ancora parecchio fastidio quindi a volte lo portiamo in giro, gli facciamo dei massaggi o proviamo a distrarlo improvvisando facce buffe.

Cara adora quando inizio a fare le pernacchie davanti a Colin, dice che non assomiglio per niente al capo spaventoso della Sewing Company. E ha ragione. Perché quando torno a casa da mia moglie e mio figlio, il lavoro rimane fuori dalla porta. Contano solo i miei amori grandi. Fine.

«Adesso proviamo a chiamare mamma e vediamo se ha lasciato l'università, eh?»

Colin biascica qualcosa che non capisco e si porta le manine in bocca.

«Lo prendo come un sì, amore» ridacchio, baciandogli la fronte liscia. Sembra velluto talmente è morbida e delicata. «Ma quanto profumi? E quanto ti amo?» Lo sbaciucchio un altro po' e afferro il cellulare.

La verità è che sono totalmente innamorato di nostro figlio. Cara a volte mi prende in giro perché dice che non esiste più, ma ho modi molto persuasivi di farle capire che non è affatto vero.

Cara è l'amore della mia vita, la donna che ho avuto la fortuna di incontrare e amare. Colei che ho sposato due anni fa e con la quale conto di trascorrere il resto della vita.

Ci siamo conosciuti a ventidue anni grazie a Seth e la sua ex ragazza, una vecchia amica di Cara. Lei diceva che Cara sarebbe stata perfetta per me e aveva totalmente ragione. Siamo andati a vivere insieme dopo il primo anno, troppo innamorati per aspettare. Lei ha iniziato ad insegnare letteratura all'università poco dopo esserci sposati, quando di anni ne avevamo ventiquattro, e da allora è rimasta lì.

«Pronto, amore?» La sua voce dolce mi arriva alle orecchie.

«Ehi, tesoro. Sei in macchina? Ci stavamo chiedendo dove fossi, ci manchi.»

Cara sbuffa una risata. «Lo so, lo so, ho fatto più tardi del solito. La riunione sembrava non finire più e poi abbiamo dovuto aspettare dieci minuti che calmasse un po' la pioggia, ma ci siamo resi conto che non si sarebbe fermata quindi adesso sono completamente fradicia, però in auto.»

«Fai attenzione, Cara. Lo sai che odio che guidi quando piove così forte. Non si vede nulla.»

«Certo che faccio attenzione. Sono già sul ponte, tranquillo.»

«Non importa se ci metti di più, va bene? Basta che torni sana e salva.»

Dico sul serio, se con la neve è un casino, con la pioggia Seattle diventa anche peggio. È talmente fitta da non riuscire a vedere nulla, tocca guidare lenti e pregare che non ci siano pazzi che corrono.

«Torno e dopo la doccia mi aspetto tante coccole, lo sai, vero?» ridacchia.

«Figuriamoci» sbuffo. «Ma... giusto per essere chiari: intendi le coccole da grandi giusto? Quelle che coinvolgono me e te sotto le coperte.»

Cara emette un'altra risata spontanea e so già che sta annuendo anche se non posso vederla. «Certo che intendo quel tipo di coccole. Puoi abbracciarmi dopo, quando avremo finito.»

«Benissimo. Allora chiudo, non voglio»

Un urlo lacerante mi arriva alle orecchie, poi rumori incomprensibili riempiono il cellulare, infine... il silenzio.

𝐒𝐞𝐰𝐞𝐝 𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora