42. IRIS

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Il giardino giapponese è in assoluto uno dei posti più belli che abbia mai visitato. Ci sono stata solo una volta, insieme a Primrose, un paio di anni fa, ma lo abbiamo amato. Ecco perché ho pensato che portarci Colin sarebbe stata una buona idea. La vegetazione è tipicamente giapponese, caratterizza il luogo in modo perfetto ed equilibrato. È più piccolo di quello che ci aspettassimo, per questo se si va nel fine settimana potrebbe sembrare un sacco affollato, ma rimane un luogo di pace, perfetto per rilassarsi e staccare dal caos di Seattle nonostante si trovi proprio in centro città. È come se fosse una bolla.

Inoltre, si trova all'estremità sud dell'Arboretum di Seattle, un'oasi situata sulle rive del lago Washington e gestita proprio dai giardini botanici dell'università di Washington e la città. Molto più grande e spazioso, è perfetto per fare lunghe passeggiate e ammirare un sacco di piante che non avevo mai visto da nessun'altra parte.

Quest'oggi ci dedicheremo solo al giardino giapponese, ma conto di far visitare l'Arboretum a Colin molto presto, magari una volta che le giornate saranno meno inclini a temporali improvvisi e persino nevicate.

«Siamo pronti, ghiretto?» Abbasso lo sguardo sul bambino che mi stringe la mano. Cappellino con visiera rivolta verso la nuca in testa, maglioncino e jeans, ed è pronto ad andare. Tra una mezz'oretta Amos dovrebbe raggiungerci. Purtroppo, non è stato possibile portare Flounder perché i cani non sono ammessi e non si possono nemmeno introdurre cibi e bevande. In tutta onestà, non me lo ricordavo, per questo ho controllato sul sito. Mi è dispiaciuto dirlo a Colin, ma l'unica nota positiva è che possiamo acquistare il mangime per carpe Koi direttamente al bancone e poi dar loro da mangiare. Dovremmo persino essere in grado di vedere qualche tartaruga.

«Prontissimo!»

«Seguite i sentieri e godetevi la permanenza. Buon pomeriggio!» ci sorride ampiamente la donna asiatica dietro il bancone.

«Quanti alberi» asserisce Colin guardandosi intorno.

Sistemo il mangime per carpe all'interno della borsa e annuisco. «Ti piacerebbe visitare il Giappone?»

«Sì! Voglio vedere gli alberi di ciliegie come Mulan!» esclama entusiasta.

L'area verde è semplicemente deliziosa, così come le adorabili panchine su cui è possibile sostare o i ponti che servono per superare i laghetti. Ho sviluppato un'avversione per i ponti per ovvi motivi, ma questi sono corti e innocenti, quindi non sarà un problema percorrerli. Quando sono venuta con Prim li abbiamo evitati, sarò onesta, ma stavolta me la sento. Posso farcela.

«Cosa sono quelle?» chiede Colin.

Punto lo sguardo in direzione del suo indice e osservo il ruscello costeggiato da lanterne bianche. «Sono lanterne, tesoro. Ti piacciono?»

«Hm-hm» annuisce il piccolo ghiro. «Mi piace il rumore dell'acqua, fa sshhhhhh. Andiamo!» Mi trascina verso un altro sentiero mentre non posso fare a meno di scoppiare in una sonora risata.

Adoro vederlo così pieno di vita, così allegro e voglioso di esplorare. La prima volta che l'ho visto era più chiuso. Certo, aveva davanti un'estranea, la sua reazione è stata normalissima, ma... c'era come un scintilla dentro di lui che non era ancora stata alimentata. Adesso in Colin risplende una bellissima fiamma, arde fiera e pronta a bruciare. Mi piace pensare che ho contribuito anche io a crearla, con queste uscite, la mia presenza e la fiducia. Dio, mi sento così fiera quando so che Colin si fida di me. È una sensazione meravigliosa. Voglio che sia sempre così.

Mentre camminiamo è possibile osservare grandi alberi dalle foglie larghe e un sacco di fiori meravigliosi. Non so come riescano a mantenersi così bene, eppure è così. Un vortice di colori che si amalgamano benissimo con la natura e... Colin. È adorabile mentre sgambetta in direzione di qualsiasi cosa catturi la sua attenzione.

𝐒𝐞𝐰𝐞𝐝 𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora