49. IRIS

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A cinque giorni di distanza dal mio compleanno, mi sento rinvigorita. Non è cambiato nulla nella mia vita, certo, eppure sento che è cambiato qualcosa. Lo scorso sabato è stato davvero meraviglioso, a partire dalla grigliata dai Wright fino alla cena con Primrose in un ristorante al centro. Da allora è quasi trascorsa una settimana, caratterizzata dalla solita routine.

Inizia un po' a preoccuparmi che siano praticamente trascorsi tre mesi e non abbia ancora ricevuto notizie, ma so che, sebbene questo lavoro sia molto gettonato, la gente se lo tiene stretto. Invierò il curriculum ad altre strutture, sono sicura che prima o poi qualche posto si libererà e verrò chiamata. Bisogna rimanere fiduciosi, no?

Prim lecca il suo gelato, fissando il panorama davanti a sé. «Non riesco a credere di avere il giorno libero, sembra una magia.»

«Parole sante» sospira Seth, a pochi passi di distanza.

«Ti prendi più ferie tu che il resto dell'azienda, non dire fesserie» ribatte Amos, al mio fianco.

Seth lo guarda imperturbato. «Ho bisogno di riprendermi dopo tutto il lavoro che mi addossi.»

È strano essere qui tutti insieme, ma Prim mi ha chiesto se potesse unirsi e Seth ha sentito del piano al telefono, mentre Amos me ne parlava. Abbiamo deciso di portare Colin al Pier 57, un molo divenuto ormai una vera e propria attrazione turistica ricca di negozi di souvenir e casa della Seattle Great Wheel, la bellissima ruota panoramica che ruba la scena persino al mare.

Nonostante Colin lo tema, ho deciso di fare comunque una prova, rassicurandolo a ogni passo. Si è irrigidito notando dove si trovasse la ruota o in generale il Pier 57, ma sia io che Amos gli abbiamo assicurato che si sarebbe divertito. Così, dopo aver pranzato in uno dei tanti ristoranti, rigorosamente a base di pesce per noi adulti e cotoletta e patatine per Col, abbiamo deciso di fare un giro per i bei negozietti.

Giusto pochi minuti fa Prim, Seth e Colin hanno preso un gelato, io mi sono limitata a un tè freddo. Anche la giornata di oggi è molto bella, cosa che apprezzo. Adesso è più fattibile rimanere fuori più a lungo e godersi le temperature poco più calde. Gli alberi hanno persino iniziato a fiorire ed è meraviglioso viste le temperature particolari di Seattle. Mamma era un'amante della primavera e mi raccontava sempre che i primi alberi a fiorire fossero i mandorli, seguiti poi dai ciliegi, i meli, i peri e così via. Non mi sono mai appassionata più di tanto, in verità, ma mi piaceva ascoltarla. Ci metteva passione, mi mostrava le foto e quando facevamo delle lunghe passeggiate mi indicava degli alberi informandomi che genere fossero.

Il suo sogno più grande era quello di portarmi in Giappone, a Kyoto, così da mostrarmi la fioritura dei ciliegi. Sognavo di portarcela un giorno, di avverare il suo sogno, ma non ne ho mai avuto la possibilità e adesso rimarrò con questo rimpianto per il resto della vita.

«Adesso andiamo sulla ruota?» chiede Colin, stringendomi la mano per attirare la mia attenzione.

Abbasso lo sguardo e gli sorrido. «Hm-hm. Ti prometto che ti piacerà tantissimo, Col. Non ti lascerò nemmeno un attimo. Va bene?»

«Va bene» annuisce, deciso. «Prima devo fare pipì, però» ridacchia.

Sbuffo una risata e gli accarezzo il capo.

«Anche io. I bagni sono qui vicino, andiamo?» chiede Seth guardando Amos.

«Porto i bambini in bagno, ci vediamo tra poco alla ruota?» Amos guarda me e Prim.

«In realtà, vengo con voi. Devo andare anche io» ribatte Primrose. «Torno subito, tesorino mio» si rivolge a me.

Scuoto il capo divertita. «Perfetto. Allora vi aspetto qui e andiamo tutti insieme. C'è molta confusione» asserisco.

𝐒𝐞𝐰𝐞𝐝 𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora