47. AMOS

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«Auguri, papi!» esclama Colin, lanciandosi sul letto.

Sbuffo una risata e me lo stringo al petto. «Grazie, amore. Che ci fai sveglio così presto?»

«Ieri ho chiesto a Iris di svegliarmi ma c'era Win. Perché Iris non è rimasta dormire? Te lo ricordi che oggi è anche il suo compleanno?»

«Certo che lo ricordo. E non è rimasta a dormire perché c'è stato un problema con la sua lavatrice, quindi è dovuta tornare a casa per assicurarsi che fosse a posto.»

Ieri sera credevo che avrei di nuovo preso Iris Thomson, magari in bagno, tappandole la bocca per non farsi sentire da Colin, ma poco dopo cena è dovuta scappare perché a quanto pare la sua amica Prim l'ha chiamata a proposito della lavatrice che perdeva acqua e la cucina si stava allagando.

«Che problema?» indaga ulteriormente il mio bambino.

«Non lo so, tesoro.» Di sicuro non mi metterò a discutere di idraulica con mio figlio, soprattutto alle sei e mezza del mattino.

«Facciamo colazione e poi diamo il regalo a Iris?»

«Magari andiamo più tardi. È molto presto e starà sicuramente dormendo. Facciamo che ci prepariamo e andiamo a fare colazione fuori? Ci prendiamo una bella cioccolata e magari facciamo un giro al parco prima di andare da Iris.»

«Sì!» strilla Colin divincolandosi dalla mia presa per scendere dal letto.

Scaccio le coperte e lo seguo in cucina. Winona è già arrivata e mi dispiace che si sia dovuta alzare prima per svegliare Colin, soprattutto durante il suo giorno libero. Suppongo sia stata Iris a chiederle il favore.

«Tanti auguri, tesoro! Trentuno anni... cresci così in fretta» si porta una mano al cuore la donna, gli occhi velati dalle lacrime.

«Winona, non piangere.» Le bacio la guancia e ricambio il suo abbraccio.

«Forza, vi preparo una bella colazione!»

«No, in realtà porto Colin fuori. Torna pure a casa, va bene? Rilassati, pensa alla famiglia e goditi il week-end.»

«Sei sicuro? Lo faccio volentieri.»

«Sicurissimo. Colin è già andato a vestirsi.»

«Be', sarebbe stato comunque inutile farlo lavare visto che si imbratterà di fumo e terra. Divertitevi oggi e manda un bacio ai tuoi» sorride Win prima di recuperare le sue cose e avviarsi verso la porta.

«Sarà fatto. Ciao, Win.»

Mamma e papà hanno organizzato una piccola grigliata per il mio compleanno e ovviamente ci sarà anche Seth. Non mi piace molto festeggiare, in realtà non mi è mai piaciuto, nemmeno quando c'era Cara. Tuttavia, mamma si è sempre opposta al mio non festeggiamento, quindi siamo arrivati a questo compresso: nulla di eccessivo e solo in famiglia.

Fino allo scorso anno prendevano parte pure Ingrid e Arthur, ma stavolta ho chiesto ai miei genitori di lasciar stare. Sebbene sono certo mia madre volesse domandarmi la ragione, si è trattenuta. Non mi va ancora giù il modo in cui si sono comportati e oggi voglio solo rilassarmi e godermi la giornata. Sapere che, nonostante i miei avvertimenti, potrebbero parlare a Colin di Iris non mi garba affatto. È meglio così.

«Sono pronto!» Colin entra correndo in sala. Indossa una giacca a quadri blu e rossa, sotto una maglietta blu e dei jeans. Incredibile come a quasi cinque anni riesca già a vestirsi da solo a questa velocità. È proprio bravo il mio bambino.

Dopo esserci preparati e messi in macchina ci rechiamo in un bar della zona molto chic. Di solito non mi focalizzo un granché sull'arredamento, ma devo ammettere che questo posto, Lang's, è ben tenuto. Dai banconi e i tavoli in legno, alle piante che adornano le mensole fino ai quadri retrò appesi alle pareti. Io e Colin ci siamo stati un paio di volte e prima di lui c'ero stato anche con Cara. Se oggi fosse stata qui avrebbe fatto portare un dolce con una candelina sopra, mi avrebbe chiesto di esprimere un desiderio e io mi sarei limitato ad alzare gli occhi al cielo prima di soffiare.

𝐒𝐞𝐰𝐞𝐝 𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora