45. IRIS

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Vengo svegliata da un suono sconosciuto, sembra una sveglia, ma non la mia. Fa caldo e mi sento... compressa? Apro un occhio ma vedo tutto nero, aggrotto la fronte scostandomi di poco e perdo un battito. Ho il viso incastrato nell'incavo del collo di Amos e il nero che ho appena visto sono i suoi capelli.

Sposto lo sguardo verso il basso, notando la mia gamba destra beatamente sistemata sul ventre dell'uomo, la sua mano me la stringe in una presa delicata. Il cuore inizia a battere frenetico, gli sono incollata e il suo braccio mi tiene ancorata a lui da dietro la schiena. Come siamo finiti in una posizione così intima non lo so, ma devo essermi addormentata e lui con me.

Merda.

Gli avevo detto che me ne sarei andata e adesso eccomi qui, diventata un tutt'uno con il suo corpo scolpito e unto di olio e sudore. Dovrebbe farmi ribrezzo un mix del genere, eppure è estremamente sexy se ripenso al massaggio di ieri sera e quello che è accaduto dopo.

Un gemito abbandona le sue labbra mentre la sveglia continua a suonare e lui inizia a svegliarsi. La presa sulla mia coscia si rafforza, adesso credo sia conscio anche lui della mia presenza al suo fianco.

Amos si volta nella mia direzione, gli occhi assonati e i capelli spettinati. Non smette mai di essere attraente, non riesce a concedermi nemmeno un secondo di tregua.

«Ci siamo addormentati?» domanda, roco.

Annuisco, ringraziando ogni genere di divinità per non averlo fatto arrabbiare con me.

«Bene» mormora prima di spegnere la sveglia. L'attimo successivo rotola sopra di me, sistemandosi tra le mie gambe.

«Che... che stai facendo?»

«Sono le sei e mezza, ho mezz'ora per scoparti. Te la senti?» chiede, improvvisamente più sveglio.

Il mio cuore perde un altro battito alla vista dei suoi occhi così limpidi e le labbra più gonfie. Dio, farei qualsiasi cosa per averne solo un assaggio o un piccolo morso. Sono certa che sarebbero deliziose.

«Sì.» Acconsento facilmente alla sua richiesta, non potrei mai rifiutare una proposta del genere.

Amos mi tocca in mezzo alle gambe, preparandomi un po'. Quando capisce che lo sono, afferra la base della sua intimità e si fa strada dentro di me. È... delizioso.

Chiudo gli occhi, socchiudendo le labbra, mentre un ansito riempie la stanza e porto le braccia sulla sua schiena. Lascio che si muova pigramente, affondando il viso nell'incavo del mio collo e sentendo i nostri fianchi scontrarsi a ogni affondo.

Penso che potrebbe piacermi in ogni modo con lui, persino così lento e profondo. È come se si stesse prendendo il suo tempo, studiando i suoni che fuoriescono dalle nostre labbra e le reazioni che la mia pelle ha a contatto con la sua.

Mi stringe entrambe le cosce, invitandomi ad allacciare le gambe attorno al suo bacino, ed è esattamente ciò che faccio visto il modo in cui il mio corpo ondeggia. Amos sprofonda ulteriormente dentro di me, riempiendomi. Vorrei urlare, ma sono troppo assonnata, troppo eccitata per non fare altro che stringermi a lui e lasciarlo muoversi. Non ho idea di come sia finita con la testa sul bordo del letto, ma Amos si affretta a portare una mano su di essa per evitare incidenti.

«Iris» geme il mio nome accanto al mio orecchio mentre aumenta il ritmo, il suo fiato scattante mi fa venire i brividi.

«È così bello» mormoro, estasiata, avvolta dal piacere grondante. Le mie braccia si scostano dal suo corpo, con una mano stringo le lenzuola, con l'altra cerco un appiglio che non mi faccia crollare per terra. Amos spinge, spinge e spinge, credo di aver trovato un appiglio sul comodino ma non è così, la mano acciuffa il vuoto facendomi sbilanciare e... finiamo entrambi sul pavimento.

𝐒𝐞𝐰𝐞𝐝 𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora