16. IRIS

22.4K 784 144
                                    

Scegliere qualcosa da mettere per la cena di stasera si è rivelato più complicato del previsto. Tuttavia, sono riuscita a recuperare una tutina nera, elegante quanto basta per affrontare una ricca famiglia di Seattle. Non ho idea di che carattere abbiano i genitori di Amos Wright, ma mi aspetto due blocchi di ghiaccio pronti a disintegrarmi con uno sguardo. Ecco perché mi sono allenata stamattina, davanti allo specchio, a sorridere come si deve. Non troppo smagliante, non troppo forzato o falso. Un sorriso educato, gentile e rispettoso.

Come può essere un sorriso rispettoso non lo so proprio ma è quello che ho provato a mettere su per la cena che si terrà fra un paio di ore.

Stamattina ho saluto Colin e sono tornata a casa per prendere tutto il necessario, ho salutato Prim che tornava da un turno estenuante di dodici ore e ho dato una sistemata all'appartamento dopo la mia sessione mattutina di yoga. Ho preparato un po' di sugo per Prim e poi mi sono diretta dai Wright.

Adesso eccomi qui, davanti allo specchio della camera degli ospiti, trucchi sparsi sul comodino e la tutina sistemata sul letto. Ho fatto la doccia a casa, in modo da non doverla fare qui e creare ulteriori imbarazzi.

Il leggero bussare alla porta mi distrae dai miei pensieri. Lascio la piastra sul pavimento e mi avvicino. Indosso una vestaglietta per stare comoda, Amos mi ha suggerito di andarmi a preparare perché a Colin ci pensava lui. Ho colto la palla al balzo e ne ho approfittato.

Apro la porta e abbasso lo sguardo quando trovo Colin sulla soglia. «Guarda come siamo eleganti» scruto l'abbigliamento del mio piccolo ghiro.

Colin è... adorabile. Indossa un paio di jeans scuri, una camicia bianca e una giacca nera. È la copia di Amos, in tutto e per tutto.

«Ti piace?» fa un giro per farsi ammirare. «Mi ha aiutato papà a sceglierlo.»

Sbuffo una risata e annuisco. «Oh, eccome, papà ha buon gusto.»

«Lo dice sempre anche lui. Posso entrare? Che stavi facendo?»

«Mi stavo facendo bella e certo che puoi entrare, ma ti avverto: ti annoierai.»

Colin aggrotta la fronte e mi fissa.

«Che c'è?» domando, confusa dalla sua espressione.

«Tu sei già bella, Iris» stringe le braccia al petto, come se fosse contrariato dalle mie precedenti parole.

Un'altra risata mi scuote il petto mentre mi chino e lo stringo in un abbraccio. «Grazie, ghiro, lo apprezzo tanto.»

«Ho cambiato idea, ti aspetto di là con papà, voglio giocare un altro po'» sorride.

Ricambio il sorriso e mi rimetto in piedi. «Okay, mi sbrigo. A dopo, tesoro.»

«Ciao, ciao!» agita la manina nella mia direzione facendomi sciogliere.

Chiudo la porta e torno alla mia postazione. Parto con il sezionare i capelli e dar loro una piastrata, poi procedo con l'arricciare la frangia sistemandola ai lati del viso così da ricreare delle perfette curtain bangs. Passando al trucco, opto per qualcosa di leggero, nulla che faccia pensare che mi sono impegnata moltissimo per questa cena. Una volta concluso il piccolo restauro, mi osservo e annuisco soddisfatta del risultato. Il tempo passa, quindi mi affretto a indossare la tutina e i tacchi, spruzzo il profumo e recupero il cappotto bianco che si abbina alla borsetta.

Mi guardo un'ultima volta allo specchio e rilascio un respiro profondo. Spero di andare bene, non voglio risultare volgare o mancare di rispetto a nessuno con il mio aspetto.

Lascio la stanza e percorro il corridoio, metto il cellulare in borsa e raggiungo la sala.

«Woooooow!» esclama Colin.

𝐒𝐞𝐰𝐞𝐝 𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora