11. AMOS

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Eventi di questo genere mi sono sempre piaciuti. Tanta gente con cui chiacchierare, i balli, del buon cibo raffinato da gustare e gli accordi. Siglare un accordo, brindare a un affare andato in porto è sempre stata la mia parte preferita, soprattutto se ero circondato dalla famiglia.

Adesso, da quattro anni a questa parte, li trovo terribilmente noiosi, privi di fondamento. Potrei portare a termine un accordo nella sala conferenze e poi tornarmene a casa da mio figlio. Senza il bisogno costante di sentirmi sottopressione. Voglio stare con Colin, non lasciarlo da solo – metaforicamente parlando, so che si trova benissimo con Iris – ma è ancora troppo piccolo per partecipare a eventi di questo tipo o per essere introdotto in azienda.

Non so se Colin si interesserà mai all'attività di famiglia, mi piacerebbe scoprirlo, ma se c'è qualcosa che so per certo è la mia posizione nella sua vita. Non lo obbligherò mai a prendere il mio posto. Se vorrà, lo avrà, dopo aver faticato per ottenerlo. Se preferirà rivolgere i suoi interessi altrove, sarà libero di farlo e avrà il mio intero supporto.

La vita è troppo breve per imporre la propria visione su qualcun altro.

Desidero solo il meglio per mio figlio ed è quello che avrà.

Flûte di champagne in mano, mi guardo intorno incrociando lo sguardo affamato di sesso di Cassandra. Siamo stati a un paio di eventi insieme, aziendali e non, concludendo la serata in una costosa suite del Four Season. È una buona compagnia, soprattutto dal punto di vista sessuale, una partner a tutti gli effetti, ma nient'altro. È il guscio di una donna, troppo impegnata a smaltarsi le unghie per intrattenere una conversazione. Ci ho provato, per educazione, a intavolare un dialogo, una gentile cortesia prima di arrivare al dunque, eppure non c'è stato niente da fare. Non che me ne dispiaccia; risulterò un bastardo, ma è quello il genere di donna che cerco. Una partner sessuale interessata solo a questo. Niente racconti profondi, confessioni nel cuore della notte, niente coccole e, soprattutto, niente baci.

La mia regola numero uno.

Mai baciare una donna.

È la fine.

Fanno le innocue, all'inizio, promettono che non si faranno trasportare dal sentimento, peccato che dopo tre scopate si ritrovino a dichiararsi pazze d'amore per me. Allora ricordo loro che ho un figlio, che dovranno incontrarlo, prendersi cura di lui tutti i giorni e che lui potrebbe affezionarsi talmente tanto da iniziare a chiamarle mamma.

Inorridite, si fingono comprensive e, dopo aver scopato un'altra volta, non si fanno più sentire.

Lo so, è meschino usare il proprio figlio come scaccia-sanguisughe, ma è per un bene più grande. Dire loro che non sono interessato non sarebbe abbastanza, ma mettere in mezzo Colin? Le fa correre dall'altro lato dell'oceano.

Questa sera, potrei concluderla in compagnia di Cassandra, sessualmente interessante abbastanza da ottenere la mia attenzione, ma la mente è altrove, parecchio altrove, per la precisione al momento in cui, prima di uscire di casa, la babysitter di mio figlio mi ha sorriso guardandomi dritto negli occhi e si è avvicinata per aggiustarmi questo dannato papillon che mi soffoca. Ho sentito un profumo dolce avvolgermi, intossicarmi – perché è di questo che si tratta, no? Sta cercando di intossicarmi con la sua presenza e non ne capisco la ragione. Non la conosco abbastanza da poter affermare con sicurezza che non stia mirando a qualcosa in particolare. Il punto è che non mi impegno nemmeno, perché, quale sarebbe lo scopo? È la babysitter di Colin.

Sebbene sia una donna attraente, che esercita parecchio fascino senza nemmeno impegnarsi, si tratta pur sempre della tipa che ha avuto una crisi isterica nel mio ascensore, la stessa che porta magliette orrende con stampe di scoiattoli e iguane. Colin le adora, dice che fanno ridere, io le trovo grottesche.

𝐒𝐞𝐰𝐞𝐝 𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora