Vibrazioni

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Attraverso di corsa il tratto di strada che separa casa mia da quella di David. Da lontano lo vedo già sull'uscio ad aspettarmi insieme a sua sorella Lizzy ma appena mi scorge le toglie il braccio da sopra le spalle e scende i gradini della veranda con un balzo, venendomi incontro.

"Ciao piccoletta", sorride raggiante, a braccia spalancate.

Mi ci getto senza pensare ai vicini. Oggi compio diciotto anni. Non mi importa niente della torta, la festa, i regali. Non riesco a pensare ad altro che alla polizia; da oggi David non rischia più la galera. Mai più!

Rischia ancora la carriera, questo è vero, ma non credo che la sua vicina ottantenne possa mai andare dal preside per comunicargli che ci ha visto insieme. Anche perché cammina con il girello e impiega almeno dieci minuti ogni volta che vuole attraversare la stretta lingua di prato che separa la sua veranda dalla cassetta postale. Una volta io e David l'abbiamo cronometrata, per questo lo so.

Quindi se mai decidesse di andare dal preside, probabilmente riuscirebbe a raggiungerlo per quando mi sarò diplomata, e cioè tra due mesi esatti.

Inoltre, ora che ci penso, quella vecchia non sa minimamente che frequento il liceo. E se mai un giorno la incrocerò lungo il vialetto potrò sempre dirle che faccio la veterinaria. O la gelataia. Anche se preferisco il primo lavoro.

Mi accoccolo tra le braccia di David, sentendomi comoda. Ancor di più che sul divano. Durante le lezioni, quando ancora fantasticavo su di lui, in gran segreto mi ero chiesta mille volte come potessero le sue braccia muscolose essere al contempo dolci, quasi leggiadre. Ed ora eccomi qua! Non devo più fantasticare. Ho tutto ciò che mi serve e anche di più. 

E' meraviglioso. Così meraviglioso che per qualche istante mi dimentico di Lizzy. Sollevo lo sguardo e la trovo paziente, gli occhi a cuoricino, a fissare un po' me e un po' suo fratello.

Anche lei adora gli abbracci. Me lo ha detto una sera mentre David era sotto la doccia.

"Devo raccontarti una cosa super stupenda", mi aveva detto, mettendosi sul divano con le gambe incrociate.

E sappiamo tutti che questa posizione preannuncia pettegolezzi. Di quelli seri che poi devi portarti dentro la tomba.

"Ho conosciuto un tipo. Ed è...".

Le avevo afferrato le mani, emozionata. "Super stupendo?".

"Bhe, ora non esageriamo. L'ho appena conosciuto. Ma è dolcissimo. Mi abbraccia sempre. Ed io adoro gli abbracci".

Poi David era uscito dalla doccia e Lizzy aveva dovuto raccontarmi il resto della storia per e-mail. 

"Buon compleanno, piccoletta", mi bacia la fronte e scioglie l'abbraccio. "Vieni dentro, ho due sorprese per te".

"Due?".

"In realtà una sorpresa è da parte mia", interviene Lizzy. "Un regaluccio divertente, ma mio fratello non dovrà vederlo".

"Perché non posso vederlo?", si insospettisce, aprendo la porta e spalancandola per farci entrare prima di lui.

"Perché è un regalo da donne. E perché tu sei un idiota".

"Lizzy!", brontola, sbattendo la porta.

"Stai tranquillo per una volta. Ti assicuro che non le ho regalato una settimana in Costa Rica con un massaggiatore personale".

Mi faccio largo tra alcune ciabatte buttate alla rinfusa all'ingresso e scavalco un mucchio di giornali che di solito David accatasta vicino ai ciclamini di plastica che sua madre gli ha regalato per rendere casa sua più colorata.

DENTRO GLI OCCHI DI CHI VEDE#wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora