POV ASHLEY
"Sali!".
Con gesti meccanici e rallentati dall'ansia apro lo sportello dalla parte del passeggero ed entro in auto, osservando il modo in cui mia madre pesta i piedi sull'asfalto mentre fa il giro del cofano.
Entra subito dopo di me, inserendo la chiave nel quadro. Prima di azionare il motore si concede un lungo sospiro, abbassa l'aletta parasole e si osserva un momento, togliendosi una sbavatura di rimmel dalla palpebra.
Nel totale silenzio richiude con un tonfo l'aletta e gira la chiave. La macchina scatta in avanti, fuori dal parcheggio del liceo, e si immette nel traffico mattutino, dietro un camion della spazzatura.
Perché non parla? Dov'è la sfuriata? Cos'ha visto esattamente?
Procediamo tentoni tra le altre auto, rallentate da alcuni lavori in corso a lato della carreggiata. La mia mano è stretta contro la maniglia della portiera. La tortura, si dimena in silenzio.
Dio, non riesco a respirare. Cosa le dico?
"Devo fermarmi a comprare il latte", dice a un certo punto, accostando sul marciapiede in seconda fila e scendendo senza degnarmi di un'occhiata.
Appena la sua schiena sparisce dietro le porte automatiche del supermercato annaspo nello zaino, alla ricerca del cellulare.
Sul display non lampeggia nessun messaggio, nessuna chiamata. Compongo il numero di Kate ma quando sto per pigiare il tasto di chiamata ci ripenso e scorro la rubrica fino ad arrivare al numero di David. E' l'unica persona che voglio sentire.
"Piccola", mi risponde quasi subito.
Non posso essermi immaginata l'ansia nel suo tono. Dio, almeno è umano! Quando poco prima mia madre era entrata in aula, trovandoci in procinto di un bacio, si era comportato come se nulla potesse scalfire la sua calma. Con la tranquillità e la sicurezza che contraddistinguono il suo carattere, aveva affrontato mia madre con un'austerità che avrebbe intimorito chiunque.
Un altro al posto suo avrebbe balbettato una parvenza di giustificazioni o quantomeno se ne sarebbe stato zitto. Ma David non è qualcun altro. Il suo carisma rende prestigio ogni suo gesto, acuendone la sfrontatezza poco comune, e lasciando il più delle volte il suo interlocutore spiazzato.
Per questo mia madre non aveva avuto la prontezza di affrontare un discorso, spiazzata dalla sicurezza in attaccata di lui. Voleva farsi trovare preparata, metabolizzare l'accaduto e organizzare il modo più idoneo per affrontare la cosa senza lasciarsi abbindolare.
"Sono contento di constatare che sei ancora viva", la butta sul ridere.
Ma a me questa sua tranquillità comincia a darmi sui nervi. Onestamente, come ci riesce? Se lo ricorda che rischia la galera?
"David", sbotto. "Non c'è niente da ridere. Mia madre è furiosa e...".
"Quale madre non lo sarebbe?", cerca di farmi ragionare. "Cosa ti ha detto?".
"Ancora nulla. Se ne è rimasta zitta per tutto il tempo".
"Dov'è ora?".
"Al supermercato a comprare il latte". Mi affloscio sul sedile, automaticamente contagiata dalla sua tranquillità. "Cosa devo fare? Cosa accadrà ora?".
"Piccoletta!", mi richiama bonario. "Non è il momento di porgersi queste domande. Dai tempo al tempo. Prima o poi avremmo comunque dovuto dirglielo".
"Bé, io preferivo dirglielo dopo la maturità".
"Non avrebbe fatto la differenza".
"Come puoi dirlo?".
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DENTRO GLI OCCHI DI CHI VEDE#wattys2017
ChickLitASHLEY: studentessa del liceo, vita sentimentale disastrosa, lavoro part-time in un sexi shop di cui non sa nulla in quanto vergine. In cerca di una storia d'amore, crede nei valori e nelle favole. LUCAS: ginecoloco di Ashley, donnaiolo incallito, a...