LA CALMA PRIMA DELLA TEMPESTA

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POV DAVID

Da quanto sono sveglio?

Cinque minuti? Dieci?

Sono stravolto, non riesco nemmeno a ricordare come sono arrivato nel mio letto.

Va bene, non bevo più. Mai più.

O magari bevo solo al giorno del Ringraziamento, giusto per il brindisi. E a capodanno al momento del conto alla...

Santo cielo! E adesso da quanto sono sveglio?

Cosa è successo? Stavo pensando a qualcosa. Cos'è che era? Ah, sì: Capodanno.

Devo essermi addormentato mentre pensavo... a meno che...

A meno che...

Cazzo! Ma sono sveglio? Magari sto dormendo e intanto sto sognando di essere sveglio.

Signore! E' il peggior dopo sbornia che abbia mai avuto. Mi sento annebbiato, confuso e con la gola secca. Non berrò più. Mai più. Nemmeno a Capodanno al momento del conto alla...

Wow! Sta diventando patetico. Com'è possibile che la mia mente si spenga ogni volta che penso a Capodanno e al conto alla...

Non berrò più...

Calma! Molta, molta, molta calma. Adesso sono abbastanza certo di essere sveglio. Non ho nessuna sensazione extracorporale ma solo un terribile mal di testa.

Mi strofino le palpebre e volto la testa verso il comodino, alla ricerca della sveglia: le 8 del mattino.

Perché c'è odore di caffè in casa mia alle 8 del mattino?

Ah, già! Lizzy. Forse è stata lei a riaccompagnarmi a casa.

Provo a mettermi seduto ma è tempo perso.

L'unica cosa che non sopporto del dopo sbornia è la sensazione costante, insistente, irritante e soprattutto nauseante di sentirsi come un salvagente martoriato dai gabbiani.

Praticamente è come essere in bilico perenne sopra un'onda di un mare forza 9, con l'alcool che fa su e giù tra stomaco e esofago. E tu sai benissimo che prima o poi ti ritroverai con la testa infilata nel gabinetto. Oh, sì che lo sai. Solo che per qualche utopistica ragione, tutte le volte ti illudi che quel momento non arriverà. Che ti basterà stare sdraiato immobile per tre ore di fila mangiando mollica, ignorando chiunque cerchi in tutti i modi di propinarti del caffè e magari cercando di ricordare se per caso, rapito dai fumi dell'alcool, hai commesso qualche terribile cazzata.

Ma è inutile. La mente resta annebbiata, la nausea non passa e... voglio dire, non è che se bevi una tazza di caffè nero l'alcool di vaporizza dal tuo stomaco. No! Resta lì. E con ogni probabilità diventerà una cosa in più che dovrai vomitare.

L'altra cosa che non sopporto è mia madre.

Tendenzialmente ho un livello di sopportazione che potrebbe essere analizzato e studiato dagli psicologi più in voga del Colorado. Ma si dimezza appena sento la suoneria del cellulare. Non mi serve guardare il numero sul display per sapere che è lei.

Solo a mia madre può venire in mente di chiamarmi alle otto del mattino. O ad un esattore delle tasse.

"Pulcino!", e solo a una madre può venire in mente di chiamare il figlio trentenne come un pennuto. "Come sta tua sorella?".

"Bene! Per caso vuoi sapere anche come sto io?".

La sento ridacchiare per qualcosa che ha detto papà: "Se proprio insisti".

DENTRO GLI OCCHI DI CHI VEDE#wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora