LEZIONE PRIVATA

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POV DAVID

"Ufficio Immigrati", sento una voce nasale dall'altra parte della cornetta.

Stacco il cellulare dall'orecchio e controllo il numero che ho composto. Ma che...?

"Per la sezione Rimpatrio immediato digitate il tasto 1", riprende la voce. Questa volta la riconosco e un sorriso enorme mi fa spalancare la bocca. Non ho sbagliato numero. Ho sbagliato famiglia. "Per sostegno economico e psicologico ai lavoratori autonomi digitate il tasto 2... per parlare con un operatore attendete in linea".

"Lizzy!", sbotto, fingendomi offeso. "La vuoi piantare di sparare cazzate?".

"Sono tua sorella", si difende. "E' normale che mi preoccupi per te".

"Tu stai sfottendo, è un tantinello diverso".

Il suo sospiro esasperato attraversa metallico il ricevitore. "Allora, cosa ti spinge a chiamarmi alle otto del mattino? Lo sai che è sabato, vero?".

"Certo che lo so". Comunque per sicurezza controllo sul calendario appeso accanto al frigorifero.

Sulla copertina del mese di agosto c'è ritratta Dayane Mello in una posa sexi mentre si sfila la maglietta a rete, mostrando in bella vista un seno pallido e orgogliosamente rifatto. Devo ricordarmi di toglierlo quando mia madre verrà a farmi visita.

"Sai anche che le persone normali di solito scelgono il sabato mattina per dormire?", riprende mia sorella.

Stacco gli occhi dai capezzoli rosei di Dayane e apro l'anta del frigorifero per prendere il cartone del latte.

"Stiamo parlando di persone normali, non tirarti in causa", rilancio.

"Ah-ah... divertente. Che vuoi, quindi?".

"Ho un problema".

Sento il suo sussulto. "Di cuore?".

Ruoto gli occhi. "Di detersivi".

"Ah", mormora delusa. "Allora, i detersivi sono quelle diaboliche polverine usate dalle persone per lavare le cose sporche", riecco il tono ironico e tipico delle sorelle minori... tanto graziose mentre sono ancora nella fase treccine, gonne a pieghe e scarpe basse, innamorate del fratellone maggiore, unico e indiscusso eroe. Ma così irritantemente invadenti e fastidiose una volta raggiunta la pubertà.

Dovrei dire a nostra madre di darle un'occhiata: è troppo intraprendente per la sua età. Prendo una penna e lascio un appunto accanto al fianco nudo di Dayane: dire a mamma di essere più rigida col coprifuoco di Lizzy.

"So cosa sono i detersivi", la interrompo. Poso la penna e infilo scomodamente il cellulare tra l'orecchio e la spalla. "Dimmi quale si usa per la lavastoviglie".

"Uhmm...", ci pensa su un attimo e posso quasi immaginarla mentre strizza gli occhi, andando a formare delle piccole pieghe sopra il nasino appuntito. "E' una domanda difficile, fratellone".

"Non lo sai?".

"Sei fortunato: io so tutto. Allora, prendi carta e penna. Fatto?".

Mollo il cartone del latte mezzo aperto sul bancone e recupero la penna. "Spara".

"Al supermercato troverai un vasto reparto dedicato ai detersivi".

"Mmm... mmm", mugugno, tenendomi pronto a scrivere.

"Quello che serve a te ha scritto sul davanti: detersivo per lavastoviglie".

Lascio cadere la penna, sbuffando. "Eddai".

La sua risata è cristallina. E' in grado di riportare a galla tutti i ricordi legati alla nostra infanzia. "Eddai tu, David. Ce ne sono a centinaia di detersivi per lavastoviglie. Prendi quello più economico e hai risolto".

DENTRO GLI OCCHI DI CHI VEDE#wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora