PRIMA LITE

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POV DAVID

Di norma la vista del sangue dovrebbe incentivare a smettere di colpire lo stronzo che si ha di fronte. Ma in realtà, se ho smesso di prenderlo a pugni è perché, non so in che modo, Lucas è riuscito a sbattere il proprio gomito sul mio naso.

E cazzo se fa male.

Lo copro con la mano e premo forte mentre retrocedo di qualche pazzo.

"Ma sarai stronzo!", impreco. "Dio... merda che male".

"Chiami stronzo a me?", ribatte sconcertato. "Me le hai appena suonate di santa ragione, per la miseria, e chiami stronzo a me?".

"Te le sei meritate. Passami un fazzoletto".

"Dannazione, sono io quello che sta perdendo sangue, non tu".

"Ma se saranno due gocce...".

"Due gocce, certo, come no? Due gocce", si tampona il labbro e resta a fissare per un momento il fazzoletto intriso di sangue. "Non mi sono meritato nemmeno mezzo dei tuoi pugni". Si tampona ancora. "Bel destro comunque, l'età non ti ha rammollito".

Lascio cadere il complimento indiretto. "Perché hai accettato?".

"Cosa avrei accettato, scusa?".

"Di visitare la mia donna".

"Alt! Io non ho accettato niente. Hai presente la signora vestita in touller che ti saluta sempre con quel sorriso composto quando entri nel mio studio?".

Corrugo la fronte. Ma che sta blaterando ora? Perché oggi non riesco a capirlo?

"Ma chi?", indico la porta. "La signora qua fuori?".

"Sì, quella. Chiamasi segretaria. Ed è pagata per fissarmi gli appuntamenti".

Lo fisso sospettoso. "Prima hai detto che la madre di Ashley ha chiamato te".

"Le ho parlato. Voleva delucidazioni sulle ultime analisi della figlia".

"Che poi sarebbe la mia donna", rimarco.

"David, credimi... l'ho sospettato al secondo pugno. Al terzo non ho più avuto dubbi".

Corrugo il naso e cerco di muoverlo. Almeno non è rotto. Ma che ha? Il gomito di ferro?

"E quando sarebbe questa visita?", chiedo.

"Domani pomeriggio".

"Disdicila".

"Non posso".

"Sì, che puoi".

"David, lo studio è di mio nonno. Non posso fare cazzate. Non comando mica io qui".

Gli punto un dito contro. "Tu, la mia donna, non la tocchi". Fa per aprire bocca ma lo blocco. "E nemmeno la guardi".

"Ha avuto un'infezione, niente di ché, ma sarebbe opportuno controllare per verificare se i medicinali che le ho prescritto hanno eliminato completamente i batteri", cerca di farmi ragionare, parlando con una calma quasi irritante.

"E questo chi lo dice?".

"I libri di medicina?!?".

Lo guardo storto. "E non si può verificare con delle analisi del sangue? Il braccio glielo puoi toccare. Te lo consento".

Sorride acido. "Oh, ma grazie, che gentile. Comunque no, devo prelevarle dalla vagina...".

"Lucas", lo avverto, la voce che trema per la rabbia.

DENTRO GLI OCCHI DI CHI VEDE#wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora