CHI INTERROGO OGGI?

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POV ASHLEY

Quando il giorno dopo attraverso il cancello della Bennet High School il corpo mi trema ancora per lo shock.

Non riesco nemmeno a formulare un pensiero coerente. Non riesco a ricordare nemmeno se ho fatto colazione.

So solo che mi sono alzata prima che la sveglia suonasse. Mi sono depilata le gambe anche se è inverno, ho passato l'esfoliante di mia madre sulle ginocchia e i gomiti, mi sono messa lo smalto sulle unghie dei piedi perché sul pollicione tendono sempre a diventare giallognole e ho piastrato le punte di ogni singola ciocca.

Solo perché è buona cosa prendersi cura di sé stesse di tanto in tanto. Non perché David Sentfhort potrebbe invitarmi a cena o a pranzo. Figuriamoci.

Ho anche indossato le mutandine di pizzo e dello stesso colore del reggiseno e adesso mi prudono sul sedere.

Mi fisso pignola nella vetrata dell'ingresso e mi annuso con nonchalance le ascelle. Okay. Sono pronta per il sesso.

Cioè... voglio dire, per un eventuale invito a cena.

Cioè... per la lezione di letteratura.

Essendo alla seconda ora ho tutto il tempo per recuperare qualche minuto e farmi spiegare da Lucy Anderson come si mette la matita per gli occhi senza sembrare Moira Orfei.

Mi siedo al mio banco e prendo carta e penna, ignorando la voce piatta e atona del professore di storia. Sta blaterando qualcosa sulla seconda guerra mondiale, mi pare, ma la mia testa non gli da retta. Sta lavorando frenetica ad un progetto piuttosto ambizioso:

DOVE PORTARE DAVID A CENA?

1) Luna Park. No, troppo adulto.

2) Burgher King. No. Metti che è vegetariano?

3) Ristorante italiano. No. Troppo elegante e non sono sicura di aver un vestito adatto.

4) ... mi verrà in mente qualcosa

5) Pub irlandese dove vengono servite le zuppe più buone di tutta Colorado Spring. Costa anche poco... insomma, metti che devo pagare io. Non si sa mai.

So che di norma è il ragazzo che decide dove portarti ma ho imparato che è bene farsi trovare preparate. Non che nessuno mi abbia invitata a cena prima d'ora. Voglio dire, i ragazzini non lo fanno. Al massimo ti portano a prendere un trancio di pizza. Ma esiste la possibilità, seppur remota, che David, colto da un momento di galanteria, lasci decidere a me il posto adatto per il nostro primo appuntamento. Ed io vorrei avere la risposta pronta.

Se chiudo gli occhi riesco persino a immaginare la scena in modo romanticamente dettagliato:

Siamo noi due, soli, in classe, a ripassare l'ultima lezione di letteratura. I suoi occhi non sono mai stati così scuri e profondi. Sembrano quasi dipinti a mano.

"E' libera al termine della lezione?", mi chiede, profondo e sexi, aiutandomi a sistemare gli appunti.

Al che io rispondo con aria sorpresa, come se non stessi aspettando questa domanda. "Dovrei avere qualche minuto libero. Perché?".

Le sue mani si posano sopra le mie, accarezzandole col tocco sicuro di un uomo ormai vicino ai trenta. "Vorrei cenare con lei, questa sera".

"Oh... davvero?".

"Le andrebbe?".

Fingo di pensarci su. "Si potrebbe fare, certo".

"Vuole scegliere lei il posto? Sono pronto a sperimentare la sua fantasia".

DENTRO GLI OCCHI DI CHI VEDE#wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora