RITARDO

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So di agire contro me stessa, ma ve lo dico lo stesso: questo capitolo fa letteralmente schifo. :)

POV ASHLEY

"Ti dico di sì", confermo cospiratrice, sfilandomi le scarpe da ginnastica. "Lucy Anderson si è presentata in classe con due occhi grandi così. Sembrava un panda".

Kate richiude il suo armadietto e con il flacone del bagnoschiuma si avvia verso le docce delle palestre.

"Ma si sa cosa le è successo?", urla per farsi sentire.

Ma che hanno oggi queste scarpe da ginnastica? Sembra che si siano incollate ai piedi. Allargo i lacci e provo a sfilarle ruotando piano la caviglia.

"A quanto pare Jason le ha chiesto di uscire ma all'ultimo l'ha bidonata".

"E allora? A lei non gliene frega niente di Jason".

La scarpa destra mi ricade con un tonfo sul pavimento. "Ma le frega di quello che si dicono agli allenamenti".

Kate apre l'acqua e lo scroscio sulle piastrelle sovrasta la sua voce.

"Aspetta, non ti ho sentito". Prendo l'asciugamano e la raggiungo. Oddio! David Sentfhort mi ha baciata proprio contro questa parete. Oddio. "Che hai detto? Non ti ho sentita".

"Dici che Jason abbia sparlato di lei durante gli allenamenti?".

"Penso di sì. Mi presto il tuo bagnoschiuma?".

"Tieni".

Lo annuso e poi lo cospargo sulla spugna. "Ad essere sincera sono quasi contenta. Voglio dire, non è che mi stia antipatica ma...".

"A me sì. Dio, si da tutte quelle arie. Solo perché suo padre le presta la carta di credito per comprarsi quei ridicoli straccetti".

"Non è colpa sua se suo padre è ricco".

"No", conviene. "Ma è colpa sua se è una stronza".

Strofino la spugna sotto l'ascella e controllo la ricrescita dei peli. Devo assolutamente depilarmi. "Secondo te perché Jason l'ha bidonata?".

"Perché quello, mia cara, è ancora perso dietro a te".

"No".

"Oh, sì".

"Come fai a dirlo?".

"Non sono io a dirlo. E' lui che lo dice".

"Se lo viene a sapere David è spacciato", ridacchio. "Ma basterà dirgli che Jason è pansessuale e gli passerà".

"Ah! Mmm... sì, mi sembra una grande idea. Cazzo vuol dire pansessuale?".

Mi stringo nelle spalle. "Non lo so. L'ho letto da qualche parte al sexy shop".

Ci avvolgiamo negli asciugamani e torniamo nello spogliatoio, sedendoci su alcune panche in disparte.

"Come va con lui?", mi chiede abbassando il tono della voce.

Mi metto un calzino e controllo un capillare rotto sulla coscia. "E' uno stronzo".

"Bene!", esulta. "E il suo amico ginecologo come sta? E' ancora vivo?".

"David mi ha portata nel suo studio per farmi visitare ed era ancora vivo".

"Quel ragazzo sta facendo passi da gigante. A questa velocità, vedrai che per il prossimo appuntamento ti consentirà di toglierti la giacca e sfidare gli sguardi languidi degli altri uomini".

Le lancio contro l'asciugamano. "Stupida!".

Me lo rilancia, mirando alla faccia. "Aggiornami: perché è stronzo?".

DENTRO GLI OCCHI DI CHI VEDE#wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora