Pedro fermò l'auto fuori casa di Pablo che non distava molto dalla sua.
Come al solito lo aveva accompagnato a casa nonostante il diciottenne avesse preso già la patente e sapesse anche guidare bene.
"Che ci fa lei qui?" Sbottò Pedro vedendo la figura di Sabrina appoggiata al muretto.
"Può mangiare solo a casa tua?" Chiese lui ironicamente, così Pedro senza fare altre domande lo salutò come sempre e se ne andò.
"Pablito" staccò gli occhi dal cellulare e andò a passo svelto verso di lui che sorprendendola allargò le braccia per poi sringerla forte.
Mentre Sabrina era intenta a cucinare le arrivò un messaggio.
"Ti è arrivata una notifica" Pablo intanto stava cercando di dare il suo contributo.
"Ho le mani sporche puoi vedere tu chi è.
Se ti va" con aria intrigante Pablo annuì e avanti agli occhi della ragazza accese il blocco schermo.
"La password"
"Il mio anno di nascita" ammise lei senza problemi.
"Due...zero...zero...uno" a sillabe digitò tutti i numeri e sbloccò il cellulare.
Era Cristina che le aveva inviato un messaggio vocale.
"Princesa scusa il disturbo ma devo dirti una cosa importante.
Alice si è presentata di nuovo per fare casino, lho mandata via a calci.
Spero di aver fatto la cosa giusta.
Baci" Pablo rise per la parte iniziale del messaggio vocale.
"Princesa" continuò a ripetere quel nomignolo che le aveva attribuito Cristina.
Poi digitò quello che Sabrina gli dettava.
"È buono non credi?"
"Sì sei stato bravo.
Sei un buon assistente" masticò lei con la mano davanti alla bocca.
Lui sbuffò passando la lingua più volte sui denti davanti.
"Hai del cibo tra i denti aspetta" lei si alzò dalla sedia e andò avanti al ragazzo che fece un sorriso allargato per far vedere meglio a Sabrina.
Perlustrò bene la zona mentre chiudeva leggermente gli occhi per mettere a fuoco l'immagine.
Pablo la guardava negli occhi anche se lei non ricambiava lo sguardo perché era concentrata.
Sabrina senza pensarci troppo si mise a sedere sulla gamba di Pablo e senza metterci molto con le unghie tolse il pezzetto di carne che dava fastidio a Pablo.
"Grazie"
Lei gli stampò due baci affettuosi di seguito sulla guancia per poi cadere negli occhi dello spagnolo.
Le settimane passavano ma l'effetto che provavano quando succedevano questi avvicinamenti era lo stesso se non più forte.
Pablo aveva una matta voglia di baciare quelle labbra color ciliegia con l'arco di cupido ben definito.
La ragazza si alzò dalle sue gambe prima che tutto ciò avvenisse facendolo sospirare forte.
"Mettiamo tutto in lavastoviglie" inziarono a sparecciare e poi finirono per giocare ad alcuni giochi che avevano in comune sui cellulari.
Sabrina stava provando a superare un livello dal cellulare di Pablo che non era ancora riuscito a superare.
"Vuoi delle caramelle proteiche??" Chiese il ragazzo distraendola.
"Che gusto?"
"Fragola"
Accettò e tornò con la testa sul cellulare del calciatore che ormai si era spento.
"Pablo vienimi a sbloccare il cellulare" urlò lei per poi veder sbucare da dietro il muro il ragazzo intento a mangiare la caramella.
"2004" disse.
Le aveva appena detto la sua password del cellulare che nonostante fosse semplice non aveva mai dato a nessuno.
Odiava che gli amici o le ragazze potessero guardare i fatti suoi, era molto riservato su certi aspetti.
Non sapeva nemmeno lui perché con quella ragazza tutto gli sembrava diverso, poteva essere se stesso senza preoccuparsi troppo.
Lei era affidabile e si capiva già che era buona persona e non un'approfittatrice che pensava solo ai soldi e alla fama che i calciatori possedevano.
Si vedeva semplicemente dal fatto che ha sempre preferito Fernando a Pedro.
Seppure Pedro le avesse mandato chiari segnali lei non era mai stata intenzionata a dargli corda, non le importava chi fosse.
Pablo era contento della sua compagnia e in quel momento lei non sapeva che stava colmando un vuoto enorme nel cuore del ragazzo.
Pablo viveva lontano dalla famiglia da molti anni e da poco era andato persino a vivere da solo, era passato dal vivere con altri ragazzi nell'alloggio del Barça a vivere in solitudine.
Pablo non lo dava a vedere ma quella lontananza dalla famiglia alla tenera età lo aveva fatto maturare molto e la solitudine che provava durante le giornate dopo l'allenamento lo portavano ad attaccarsi al cellulare.
Quel giorno era diverso, era la prima volta che una ragazza gli cucinava dopo l'allenamento, solitamente doveva farlo da solo e invece questa volta c'era lei.
Nonostante invitasse tutto il gruppo tra maschi e femmine a casa sua,non aveva mai fatto venire solo Anita ad esempio, ma l'aveva sempre portata in Hotel.
Sabrina non sapeva nulla di tutto quello che stava passando per la testa al ragazzo ma presto lo avrebbe scoperto nelle lunghe chiacchierate di quella giornata.
Pablo infatti si aprì con lei spiegandole come si sentiva dentro di sé.
Lei stava scoprendo pian piano il grande mondo che Pablo teneva strettamente nascosto dentro.
Lusingata dalle parole del ragazzo iniziò a capire che Pablo non era per niente un ragazzino di diciotto anni ma bensì un uomo.
Era molto maturo rispetto alla sua età e non solo per i discorsi che faceva ma soprattutto per le cose che aveva passato.~
Erano tutti a casa di Ansu che abitava come loro più o meno nella stessa zona.
Fernando e Sabrina stavano per uscire un secondo a prendere dei giochi da tavolo a casa.
"Passi da casa mia mi puoi fare un favore?" Pablo fermò Sabrina sull'uscio della porta.
"Certo"
"Sul tavolo c'è una cartellina blu con dei documenti.
Tieni" le diede le chiavi di casa sua, doveva mostrare quelle scartoffie al suo migliore amico ma le aveva dimenticate a casa.
Anita guardò la scena disturbata dal fatto che Pablo avesse dato le chiavi di casa ad una ragazza mentre con lei non lo aveva mai fatto.
Dopo una mezz'oretta i due tornarono dai loro amici, Fer aveva una marea di scatole di giochi da tavolo addosso.
Nonostante Sabrina si fosse offerta di aiutarlo lui si era rifiutato dicendo che riusciva perfettamente a non far cadere nulla.
"Grazie" Pablo prese la cartellina dalle mani della ragazza e le diede un bacione forte con un mezzo abbraccio, dondolando qua e là.
Ormai anche loro erano amici e si volevano bene e poi Pablo i bacini e gli abbracci li riservava spesso a tutti i suoi amici anche in allenamento.
"Tieni, le chiavi" allungò la mano.
Lui stava andando verso Pedro ma poi si girò per qualche secondo verso di lei.
Aveva i capelli ben tagliati e un ciuffetto avanti, la faccia da macio e la mandibola squadrata perfettamente come al solito.
Con un pantalone nero di tuta e una felpa leggera del medesimo colore fece uscire delle parole che sorpresero anche se stesso dopo averle dette.
"Tienile pure" disse per poi girarsi subito e fare il vago per nascondere la sua timidezza.
Lei rimase ferma per un pó mentre Fer aveva sentito e visto tutto ed era incredulo della situazione.
Pablo non sarebbe rimasto chiuso fuori perché al suo ritorno avrebbe usato il mazzo di chiavi di riserva che aveva sempre nella sua macchina.Raga vi sta piacendo?
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El príncipe de Los Palacios~Pablo Gavi
FanfictionIl 5 agosto del 2004, sotto il segno del Leone in Spagna precisamente a Los Palacios y Villafranca, Siviglia nacquè un bambino di nome: Pablo Martìn Páez Gavira. crebbe in fretta e già nella tenera età andò a vivere a Barcellona lontano dalla sua f...