"Papà è tornato!!" Urlò Gavi entrato dalla porta con lo stomaco brontolante.
Andò di corsa verso il nanetto e gli stampò una decina di baci veloci facendolo ridere.
"Non vuole dormire...ha già mangiato"
Sabry era pronta per portare i piatti in tavola.
"È monello questo patatino" toccò in modo divertente il nasino a Pablito.
Il sivigliano assaggiò il pranzo e fece un'espressione di apprezzamento.
"È buonissimo...grazie per avermi aspettato" cercò di prenderla con dolcezza in modo da strapparle un sorriso.
"Mi rendi felice" Pablo spiazzò la ragazza con semplici parole.
"Sarà perché c'è Pablito e perché ti ho cucinato." Deviò in modo stupido quel discorso.
Pablo un pó giù di morale finì di mangiare senza fiatare.
Presto si rese conto che era inutile fare un passo avanti se il cellulare era ancora intasato di notifiche."Perché fai quella faccia?"
Erano in macchina e Pablo li stava accompagnando a casa.
"Ho assaporato un pó di quotidianità e ho capito che è quello che voglio...adesso accompagnarvi mi fa strano" era intento a guidare senza mai spostare gli occhi sulla strada.
Non aveva il coraggio di guardarla mentre si esprimeva su quell'argomento.
"Io e te non stiamo insieme...
È impossibile avere una quotidianità famigliare" disse la realtà.
"Lasciamo stare.
Ci vediamo per la cena di famiglia?"
"Sì"
Avevano organizzato con tutte e due le famiglie una cena come promesso.~
"Metti a Pablito questo pantalone qui...e questa maglia" furono le parole di Pablo nel messaggio vocale.
Le mandò una foto di come si era vestito per farle vedere.
Gli piaceva che suo figlio vestisse uguale a lui.
"Siete pronti?" Il signor José iniziò a portare il passeggino in auto.
"Arriviamo"
Una volta arrivati al ristorante,Sabry salutò calorosamente i genitori di Pablo che non erano ancora i suoi suoceri al momento.
C'era anche la sorella Aurora,che aveva spesso sentito per messaggi e videochiamate.
Rubarono giustamente il piccolo Pablo,abitavano distanti e vederlo era una gioia immensa.
"Allora ragazzi!!
Pablito vorrebbe mamma e papà insieme vero??" Il padre del sivigliano richiamò l'attenzione dei due ragazzi seduti vicino.
"Eh se la mamma si decide qui..." Pablo sorrise timidamente.
Sabrina lo guardò malissimo,era serio?
Adesso la colpa la stava scaricando a lei?
"Se suo figlio non uscisse con cento ragazze al mese un pensiero c'è lo farei" disse sarcastica facendo freddare il calciatore.
"Sei impazzita?davanti a loro?" Se ne andarono in disparte dopo che le famiglie rimasero un pó turbate.
"Non puoi passare tu per quello buono.
Fare il buon padre non basta Pablo.
Devi fare l'uomo,impara!
Come faccio a riprovarci con te se fai il ragazzino in giro eh?" Era nervosa e lo dava a vedere.
"Si ma avanti a loro?"
"Sì perché devono sapere che è anche colpa tua se non stiamo provando ad essere una famiglia" gli occhi lucidi la rendevano ancora più fragile agli occhi del calciatore.
"Scusa" le accarezzò il braccio sotto gli occhi dei parenti.
"Sai qual'è il problema?
Non sai nemmeno tu cosa vuoi!"
"Sì che lo so!" Era un pó insicuro di quella risposta.
"No non lo sai.
Tu vorresti trovarmi a casa,ad aspettarti con nostro figlio,mangiare insieme,vivere insieme,dormire insieme.
Ma allo stesso tempo vorresti continuare a fare il puttaniere in giro.""No...
È vero ho paura della quotidianità però ci voglio provare.
Però so che vorrei avere te...nessuna ti somiglia credimi...
Non c'è paragone." Era consapevole che nessuna ragazza era paragonabile a lei,era la madre di suo figlio e inoltre gli faceva provare forti emozioni.
"Tu hai paura della quotidianità...io invece la devo vivere per forza sennò chi lo cresce questo bambino?!
Tu stai ancora decidendo...così è facile""In che senso scusa?"Rimase un pó perplesso.
"Fai il padre poche ore alla settimana!"
Effettivamente era lei a crescere in pieno quel bambino,Pablo lo vedeva 4 o 5 volte la settimana."E infatti non mi sta bene questa cosa.
Per questo vorrei averlo sempre con me."
Lei non rispose e se ne andò al tavolo per mangiare.
La serata stava andando alla grande e il nanetto stava intrattenendo tutti con le sue solite risate.
Pablo guardò la ragazza al suo fianco,si era sporcata con la panna del dolce che stava mangiando.
"Girati..sei sporca" con una mano sul suo viso la fece girare.
Si avvicinò velocemente e gli diede un bacio che avvolse tutte le labbra della ragazza fino a pulirle tutta la panna.
Aurora fece un mezzo sorriso dando una spallata al suo fidanzato che aveva visto la scena.
Sentiva le farfalle nello stomaco,Gavi era ancora troppo potente per poterlo evitare.
"Bei ricordi eh la panna??" Sbottò afferrando la forchetta e mettendo una mano sulla coscia della ragazza.
"Già...come vorrei tornare indietro..." pensò alla prima volta che lo vide.
"Perché?" Chiese mettendo in bocca un pó del dessert.
"Per cambiare le cose..." rispose Sabrina a testa bassa e Pablo tolse subito la mano dalla sua coscia.
"Mi stai dicendo che se tornassi indietro non rifaresti nostro figlio Sabrina??" Sussurrò ma in modo stizzito.
"No io lo amo da morire.
Lo rifarei altre mille volte.
Ma non con te." Lo guardò negli occhi,quegli occhi verdi che si riempirono di delusione.
Pablo si alzò senza dire nulla e andò fuori,il colpo basso era stato così forte da fargli mancare il respiro.
"Non intendevo dire questo...cioè...ascoltami Pablo" cercò di fermarlo.
"Stai zitta!"
"Intendevo dire che non lo rifarei con te perché guarda come stiamo!!
Avrei voluto che Pablito nascesse con una madre e una padre che si amano,che stanno insieme.
Invece guardaci...ha i genitori separati.
Questa è la realtà" inziò a piangere facendo sciogliere il trucco.
"No tu hai detto precisamente che non lo avresti fatto con me...sono così una brutta persona? Avanti dimmelo" era così nervoso che aveva gli occhi lucidi e le vene gonfie sulle tempie.
"No...io lo rifarei con te...
Pablo io ti amo tantissimo.
Sono sempre innamorata di te.
Però vorrei che tu fossi diverso.
Quando ti vedo andare via mano nella mano con jessi,mi si spezza il cuore.
Mi sento morire dentro,e ti odio perché mi fai troppo male" confessò che non le era indifferente tutto quello che stava facendo.
Aveva finto per un pó che non le importasse,che stava anche lei cercando di farsi la sua vita.
"Perché fai la stronza allora?
Perché mi hai fatto capire che non ti importasse?
Che volevi andare avanti?" Mise le mani in tasca.
"Non posso farti vedere i miei punti deboli sennò tu mi uccidi..." Si asciugò le lacrime sporcarmdosi le mani di mascara.
"Non voglio che tu stia male...
Io ti amo da impazzire...guardami" prese il suo viso tra le mani e fecero testa e testa.
"Non cambierai mai...
Quando hai intenzione di crescere fammi sapere" lei si allontanò verso il bagno.
Aurora la raggiunse e si fece spiegare la situazione per poi aggiustarle il trucco.
Ragazze scusate non mi sento bene.
Sono riuscita a scrivere questo...spero vi piaccia lo stesso.
State leggendo?
STAI LEGGENDO
El príncipe de Los Palacios~Pablo Gavi
FanfictionIl 5 agosto del 2004, sotto il segno del Leone in Spagna precisamente a Los Palacios y Villafranca, Siviglia nacquè un bambino di nome: Pablo Martìn Páez Gavira. crebbe in fretta e già nella tenera età andò a vivere a Barcellona lontano dalla sua f...