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Quella mattina Sabrina era in negozio accompagna da sua madre.
Una nuova ragazza già stava lavorando da qualche giorno al negozio e secondo i suoi gusti era un buon affare.
Con Cris si trovava bene e lavorava sodo in cambio ovviamente riceveva una buona paga.
"Sai che ti vedo un pó stanca?" Sua madre si preoccupò, effettivamente aveva ragione Sabrina lavorava tutti i giorni 7 su 7 chiusa in negozio solo qualche volta se ne tornava a casa qualche ora prima.
"Penso che dovremmo prendere anche un'altra ragazza per sostituirti almeno 3 o 4 volte la settimana.
Vai a casa a riposarti dai.
Resto io qui con loro" la donna mandò sua figlia a casa senza pensarci due volte.
Erano le 11 del mattino e stesa sul divano ricevette una notifica dal gruppo.
Era Ansu che aveva mandato una foto di Pablo e Pedro che si allenavano facendo facce buffe.
Le scappò un sorriso e zummò sugli occhi di Gavi per poi distogliere lo sguardo e puntare fuori la finestra.
Dopo qualche ora avrebbero finito di allenarsi e sarebbero andati a casa per mangiare.
Le vennero in mente le parole di Pablo sul fatto che ci rimanesse male ogni volta che tornava a casa e non trovava nessuno ad aspettarlo mentre con lei quel giorno si sentì felice davvero.

~

Pablo tornò a casa con la sua auto e la parcheggiò nel cancello della sua villetta.
Aprì la porta e venne travolto da un profumo saporito.
Si stranì e posò il borsone  a terra correndo in cucina.
"Hey sei tornato?
Com'è andato l'allenamento?"
Vedere Sabrina sorridente e felice del suo ritorno a casa gli diede una sensazione di pace interiore.
Lui aveva capito perfettamente il gesto d'affetto che la sua amica gli aveva fatto e corse ad abbracciarla da dietro mentre lei era intenta a cucinare.
Sabry si preoccupò anche di cucinare esattamente il pranzo che c'era nella dieta di Pablo quel giorno.
"Grazie non immagini quanto mi hai reso felice" stampò un bacio sulla sua guancia.
"Me le hai lasciate per questo le chiavi no?" Gli fece un occhiolino e lui caddè in un sorriso timido che lo fece abbassare la testa.
"Smettila di fare così...
Timidone che non sei altro!" Gli diede un pizzicotto sulla guancia a modi zie anziane.
Erano a tavola a parlare di Ansu e Cristina che avevano iniziato una serie di appuntamenti da soli la sera.
"Vabbe anche io e te ci vediamo da soli che c'era" disse lui masticando.
"Ma noi siamo amici è diverso Pablo"
Lui sorrise alla parola AMICI e lei fece un viso interrogativo.
"Ti voglio bene" sottovoce lui ammise quelle parole.
"Non ho sentito nulla"
"TI VOGLIO BENE" disse di nuovo quella frase e rispose subito.
"Ti voglio tanto bene anche io Pablito del mio cuore"
Mentre sparecchiarono si misero a parlare un pó della loro infanzia, facendo sì che la conoscenza uno dell'altro aumentasse.
"C'è un sole esagerato.
Non hai il costume vero?" Pablo guardava la piscina fuori al giardino desiderando di farci un bel tuffo.
"No però ho il reggiseno e le mutande è la stessa cosa.
Posso farlo anche così il bagno tanto nessuno riesce a vedere nel giardino" Si avvicinò per guardare i raggi solari che accarezzavano l'acqua limpida.
"Va bene allora la faccio anche io in boxer così non ti senti sola" risero per un bel pò finché Pablo non si sfilò la maglietta.
Sabrina non lo aveva mai avuto così davanti agli occhi, era scolpito come un bronzo di Riace, era veramente stato scolpito nel marmo, aveva una V che gli scendeva fino ai pantaloni che tolse senza esitare rimanendo in intimo.
Pablo aveva gli occhi strizzati per il fastidioso sole e delle vene sulle tempie che lo rendevano ancora più mascolino.
Lei restò ferma ad ammirare con piacere lo spogliarello del ragazzo però poi venne il suo turno.
Si ricordò di non aver indossato l'intimo nero ma uno color carne di pizzo che secondo lei rendeva ancora più imbarazzante la cosa.
Quel colore dei tessuti somigliava così tanto alla sua pelle che appena si tolse la maglia a Pablo gli finì la saliva di traverso e fu costretto a bere da una bottiglietta che aveva lì vicino.
"Tutto bene?" Chiese lei.
"Si cazzo Sabrina.
Pensavo..." ebbe un colpo di tosse e inziò a bere di nuovo.
"Ho capito...ho capito" lei rise e lui si riprese per poi guardarla togliersi anche i pantaloni.
Erano in imbarazzo ma nessuno dei due lo lasciava trasparire all'esterno.
La confidenza già l'avevano  però vedersi mezzi nudi era un pó diverso.
Pablo fece una corsa per poi tuffarsi a bomba schizzando acqua ovunque.
"Vieni" aveva i capelli avanti alla fronte e questo gli dava un'aria da ragazzino.
In quel caso si vedevano tutti i suoi diciotto anni.
"Aspetta non siamo mica ad Agosto che fa caldissimo"
"Ma stai zitta vieni è calda" mentì lui per poi uscire  senza scala dalla piscina.
Appena Pablo si alzò in piedi il battito di Sabrina aumentò.
Mentre lui era intento a sistemarsi un pó i capelli lei era concentrata solo su una cosa.
Non riusciva priprio a staccare gli occhi dai boxer di Pablo che essendo bianchi una volta bagnati erano diventati trasparenti.
Si intravedeva abbastanza da far salire la pressione alla ragazza che tentò in tutti i modi di distogliere lo sguardo per non farsi sgamare.
Lui andrò verso di lei per tirarla in acqua ma prima le fece una domanda.
"Che succede?"
"Amico mio...
Io ti voglio bene però guarda" lei indicò l'intimo del ragazzo che scoppiò a ridere pesantemente.
"Mi vado a mettere uno nero dai aspetta" non le  voleva mettere disagio.
"Non fa niente ormai.
Ho visto" rise ancora lei.
Inziarono una lunga lotta in acqua dove ci toccavano con i piedi.
Lui sparì sotto l'acqua per poi sbucare sotto le gambe di Sabrina e alzarsi in piedi.
"Sei leggerissima"
"Fa freddo fuori l'acqua.
Tirami giù Pablo" gli diede due colpetti sulla testa per poi togliergli il ciuffetto di capelli che gli andava proprio sugli occhi.
Pablo la fece scendere e inziò a tirarle dell'acqua in faccia per infatidirla.
Lei si avvicinò con gli occhi mezzi chiusi per il fastidio provocato dagli schizzi e con una mano sulla testa del calciatore, lo spinse forte sotto l'acqua.
Lui si oppose scherzosamente ma alla fine se lo fece fare però quando risalì a galla voleva solo vendicarsi.
Lei si allontanò di corsa sapendo già cosa sarebbe successo.
"Non scappare, tanto ti prendo"
Lei inziò ad urlare correndo più forte possibile ma senza alcun risultato perché lo spagnolo era molto più veloce nonostante l'acqua creasse attrito.
"E non urlare" disse serio.
La fece girare prendendola per il braccio.
Fece sbattere i loro corpi di forza, lei poggiò una mano d'istinto sul petto bagnato di Pablo che mise una mano dietro la sua schiena per attaccarla ancora di più a sé.
A quella frase E NON URLARE che aveva detto pochi secondi prima seguì un'altra frase.
"Tanto non ti sente nessuno.
Siamo solo io e te" fece un sui sorriso malizioso.
Lei sorrise pensando che doveva arrendersi e si morse un labbro che Pablo guardò con attenzione.

Cosa succederà?
Comuqnue Pablo un pó troppo serial killer alla fine hahaha.
Stava scherzando dai

El príncipe de Los Palacios~Pablo Gavi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora