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Sabrina entrò dalla porta di casa González e diede un bacio e un abbraccio a Pedro che era molto concentrato a giocare a Clash of Clans.
Pablo non le riservò nemmeno mezzo sguardo e lei fù avvolta dalla paura di salutarlo.
Non era normale comportarsi così dopo quello che era successo la sera prima.
Non poteva credere che lui stesse attaccato al cellulare a scrivere non si sa cosa senza nemmeno alzare la testa per un secondo.
Prese coraggio e gli mise una mano sul viso per poi dargli un bacio sulla guancia che Pablo scansò continuando a tenere gli occhi sul cellulare.
Sabrina si girò verso Fer e chiese se lui sapesse perché Pablo era così strano.
Fernando lesse il labiale di Sabrina e scosse la testa minando che non aveva priorio parlato di nulla con lui e Pedro da quando era arrivato.
Le venne un senso di vuoto allo stomaco, non avevano litigato non era successo nulla eppure quel ragazzo era nervoso.
Il motivo per la quale Pablo stesse così era ignoto e continuò ad esserlo per la maggior parte del pomeriggio, finché Sabrina non si decise che era ora di capire cosa stesse succedendo.
Approfittò del fatto che Pedro era in bagno e si andò a sedere vicino allo spagnolo.
"Pablo, posso sapere perché stai così?
Hai avuto una brutta giornata?
È successo qualcosa in allenamento?" Lei gli mise una mano sulla gamba e lui  subito si spostò.
"Mi spieghi perché sei arrabbiato con me??" Urlò lei facendo spalancare gli occhi  a Fernando che non si aspettava questo tipo di approccio da parte della sua migliore amica.
"Così lo spaventi amica mia" sotto voce Fer si fece una risatina.
"Pensaci" Pablo si decise a parlare ma non fù di grande aiuto la sua risposta.
"Non lo so.
Credo di non ver fatto nulla di male" rispose lei quando lui posò il cellulare.
"Sabrina,ieri sei scappata via da una situazione importante...per andare con quei coglioni al bar.
Significa che non era poi così importante per te stare con me.
E ripeto eravamo in un momento particolare...non stavamo giocando a carte.
Adesso lasciami stare" finalmente Pablo spiegò le sue ragioni, quelle ragioni che tanto gli facevano venire una stretta allo stomaco.
Lei rimase scioccata e venne avvolta da molti sensi di colpa.
"Non fare quella faccia.
Se fossi scappata mentre guardavamo un film ok...
Ma mentre ci stavamo baciando...
Potevi anche non andare al bar con quei coglioni.
Ma si vede che non era importante per te.
Quindi sei pregata di non guardarmi così" continuò in modo freddo e distaccato mentre Pedro era intento a chiedere a suo fratello cosa stesse succedendo dopo essere tornato dal bagno.
"Avevo davvero appuntamento con Cris al bar...loro li abbiamo conosciuti lì.
Lo so che era importante.
Lo era anche per me credimi.
Forse priorio per questo ho avuto un pò di paura e sono scappata via.
Scusa Pablo." Lei si avvicinò con paura di essere allontanata di nuovo.
Gli accarezzo i capelli e lui la guardò pensando se crederle o meno.
Muoveva la lingua sui denti a bocca chiusa pensando a cosa rispondere.
"Va bene" solo questo riuscì a dire continuando a guardare gli occhi di Sabrina che tanto gli piacevano.
"Possiamo sempre continuare un'altra volta quella serata no?" Senza sapere con quale coraggio le uscirono quelle parole, la ragazza inziò a tremare dentro mentre aspettava una risposta del calciatore.
"Assolutamente si deve continuare" lui le fece l'occhiolino facendola diventare rossa.
Lei abbassò la testa facendolo sorridere, aveva capito di averla messa in imarabazzo.
Perché per quanto sfacciata e forte fosse era pur sempre una ragazza e lui un bel calciatore.
"Domani vieni da me?
O lavori?" Chiese Pablo.
"No non lavoro.
Vengo da te verso le 11 va bene?" Rispose lei aggiustandosi i capelli.
"Io sono in allenamento alle 11 però hai le chiavi" sorrise con uno di quei sorrisi che solo Pablo Martin Paez Gavira poteva fare.
Era in grando di disintegrarti con quei sorrisi, e a Sabrina quel gesto faceva scatenare una marea di farfalle nello stomaco.
Pensava che fosse così perfetto, quei piccoli nei ovunque, i suoi dentini piccoli e quelle labbra che aveva già assaporato e sfiorato le facevano pensare che avesse proprio un bel faccino.
Per non parlare di quegli occhi, quando le si posavano addosso non le facevano più capire niente.
Insomma Gavi la mandava proprio in tilt e lei non poteva fare nulla per evitarlo.
"Va bene.
Hai fatto la spesa?" Chiese lei lasciando i suoi pensieri.
"No, menomale che mi hai ricordato.
Devo compare il pesce e le verdure domani devo mangiare quelle" Si alzò dal divano mentre lei era ancora seduta.
"Mi fai compagnia al supermercato?
Siamo ancora in tempo" lui salutò Pedro e Fer e lo fece anche lei dopo aver detto SÌ.
"Ti riconosceranno così al supermercato" Si preoccupò lei mente erano in macchina.
"Si ma è il superamento di questa zona.
Qui ci sono solo persone tranquille e più di due o tre foto non chiedono" spiegò per poi parcheggiare.
Ci avevano impiegnato pochi minuti in macchina poiché le case di Pablo e Pedri erano molto vicine a questo supermercato.
Non era nemmeno tanto grande però aveva tutto, presero un carrello e inziarono a girare per i corridoi.
"Prendo poco pesce perché non posso congelarlo.
Devo mangiarlo sempre fresco, anche la carne quindi sono costretto a comprarlo ogni due o tre giorni.
Vivere da soli è molto più complicato di quanto pensassi.
Adesso se non mi ricordavi domani sarei rimasto senza pranzo." Pablo continuava a parlare del fatto che quando abitava nell'alloggio del Barcellona con gli altri ragazzi era tutto più semplice.
Però l'indipendenza di una casa tutta sua lo aveva portato a quella decisione.
Girarono per un pó tra gli scaffali di schifezze che Pablo guardava con nostalgia finché lei lo prese in giro.
"Mhh che buoni questi Baci Perugina.
Che peccato Pablo non li può mangiare mhhh" scoppiarono in una lunga risata quando ad un tratto lui la prese senza troppa fatica e tra le urla la mise piano nel carrello della spesa.
"Ma fammi scendere...
Pablooo" lei scoppiò a ridere ancora e ancora seguita dallo spagnolo che tentava di non farla uscire dal carrello.
La gente li guardava e pensava fossero matti ma loro erano entrati un mondo tutto loro.
Pablo inziò a portare il carrello fino al bancone della Pescheria con una Sabrina ormai arresa a restare dentro al carrello.
Mentre lui ordinava il pesce che gli serviva, lei lo guardava dal basso con occhi sognanti.
Poi se ne accorse dello sguardo che stava rivolgendo a Pablo e subito tornò in sé prima che lui potesse notare tutto.
Uscirono e misero le poche buste sui sedili posteriori.
"Hai un viso stanco." Le fece una carezza amorevole e lei voleva morire dentro.
"Stamattina sono andata dall'avvocato con papà ed è stato asfissiante" ammise per poi prendere la mano di Pablo che era ancora sul suo viso.
Pablo continuò a guidare sorridendo.
Andarono di nuovo fuori casa di Pedri per poi salutarsi.
Sabrina aveva rimasto la macchina lì, era venuta con quella nel pomeriggio.
"Stai attenta ok?
Avvisami quando arrivi" lui si raccomandò,era davvero preoccupato che lei tornasse di notte a casa da sola.
"Si.
Buonanotte Pablito" fece per scendere dall'auto quando ad un tratto Pablo la fermò.
La tirò per un braccio e le disse delle semplici parole.
"Aspetta.
Ho una cosa per te"

Ragazze scusate ieri non sono stata bene e oggi è il compleanno di mia madre quindi non ho avuto molto tempo.
Spero che vi piaccia il capitolo fatemi sapere con i vostri commenti divertenti!!

El príncipe de Los Palacios~Pablo Gavi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora