Uno=Sara

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Sara aveva sciolto i capelli. Era davvero strano non vedere la lucida pelle del cranio. Ricordò il primo anno in cui si incontravano lei con le altre diciannove ragazzine per i loro studi. Si guardavano e ridevano, poi cominciarono a toccarseli l'un l'altra quei due centimetri di peluria, si divertivano a mettere le teste vicino e a sindacare su chi li avesse più scuri e chi più chiari, si divertivano molto a stuccare un capello a Kira che aveva i capelli rosso fuoco e a metterlo sui capelli delle altre per vederlo spiccare come luce nel buio. Nessuna di loro aveva lo stesso colore dei capelli ne caratteristiche simili. Sara era una via di mezzo fra il castano e il biondo. Ad ogni incontro vedevano i capelli più lunghi e i caratteri più maturi. Non stuccavano più i capelli a Kira, si instaurò un clima di fiducia e amicizia tale che si proteggevano vicendevolmente. A volte quando percorrevano corridoi di altri settori vedevano gli altri che le osservavano, a volte alcuni si facevano avanti e si spingevano fino ad accarezzarle dolcemente. Venivano interrogate sulle loro abitudini e sulla loro strana situazione. Qualcuno offriva loro della frutta, altri dei libri antichi che le ragazze portavano nella biblioteca dove venivano registrati e donati alla comunità. Un giorno una ricamatrice diede ad ognuno di loro un pacchetto con della biancheria. Disse loro:
«Mi raccontava la mia bisnonna che gli antichi usavano preparare tele e ricami per le fanciulle che prendevano marito. Che vi porti tanta fortuna anche se quelle unioni non esistono più.» Sara pettinò i capelli a lungo, li lasciò sciolti ad eccezione di due ciocche ai lati che unì alle nuca. Pensava alle sue amiche che non vedeva da tanto. Aveva saputo che Kira e Cinzia erano già incinta. Avrebbe tanto voluto parlare con loro, l'avrebbero forse tranquillizzata.
Si alzò dalla sedia e si guardò intorno e si vide spaesata. Avrebbe voluto tanto tornare bambina, quando ancora niente turbava la sua innocenza e poteva correre dalla madre a farsi consolare. Se almeno fosse stato brutto!
E invece no! Doveva toccarle proprio il più bello dei venti. Aveva visto Kira camminare con Griso e aveva pensato che le era capitato proprio un bel ragazzo, le sorrideva e sembrava interessato a quanto gli stava dicendo. L'aveva salutata con un cenno della testa e lei le aveva sorriso con affetto, sembrava tranquilla e a suo agio. A Finnè invece era stato affibbiato il tenente Dyver,  un soggetto arcigno, non bello ma di grande intelletto.  Da quanto detto dall'eccelso sarebbe potuto capitare a lei, o lei avrebbe potuto preferirlo a Dogas. Come poteva venirgli in mente una cosa del genere?
Certo non poteva giudicare sul carattere dato che non conosceva nessuno di loro, ma l'aspetto...   ...e di nuovo nella sua mente apparve l'immagine di Dogas ancora dormiente che veniva estratto dalla vasca...
La sua pelle leggermente più scura di quella degli altri, i fianchi e le fosse laterali degli addominali dove il biochimico rallentava prima di scorrere verso il fianco e cadere giù, le cosce di marmo e...
Basta! Neanche è possibile perdere la testa in meno di un'ora. Che doveva fare per togliere quelle immagini dal suo cervelletto sciocco?
Perché le era stato ordinato di assistere al risveglio poi? Non capivano quanto questo potesse turbare una giovane a cui era stato già messo il cappio della forca? O forse era quello l'intento?
Si alzò e, a braccia incrociate, cominciò a tamburellare i polpastrelli sui gomiti.
Chi poteva aiutarla? Ne madre, ne padre l'avevano capita. Gli Eccelsi non la volevano neanche vedere, e lui...   ...beh lui sembrava stranito ma non contrario al tutto, anzi, sembrava un gatto che si leccava i baffi ancora prima di vedere cosa c'era nel piatto, anzi no! La guardava anche troppo intensamente per essere disinteressato. Sara si morse la lingua quando ricordò di essere stata beccata più volte a guardarlo, di certo lui aveva anche capito che era lì già da un po'.
Di nuovo, basta!!! Tornerò da lui e discuteremo su come risolvere questo inghippo.
« Idos?» chiamò il computer «potrei avere un vassoio con due pasti da consumare nella stanza del signor Tin?»
Idos rispose: «Lo faccio inviare nella stanza del signor Tin,  Sara?»
«No Idos, lo porterò io!» rispose compiaciuta della propria risolutezza «la migliore difesa è l'attacco..»
«L'attacco Sara? La difesa? Non credo di aver capito bene!» rispose la macchina nonostante fosse già operativo per preparare il pasto.
«No! Niente! Era solo un detto degli antichi!»

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