Dogas si svegliò e allungò una mano a cercare Sara ma trovò solo il lenzuolo, si tirò su e guardò intorno e lei non c'era. Saltò giù dal letto e corse a cercarla, non era nell'altra camera ne in bagno ne in cucina.
Tirò fuori la testa dal bungalow e la vide camminare sulla sabbia. Indossava la camicia di dotazione e il vento gliela disegnava addosso, anche i capelli sembravano danzare a ritmo del vento. Dogas si appoggiò allo stipite e rimase ad osservarla. La vide fare una giravolta a braccia aperte e poi calciare la sabbia.
Sara si era svegliata all'alba, restare a letto senza svegliare Dogas era impensabile, e voleva lasciarlo dormire. Si era dapprima tirata su a sedere abbracciandosi le ginocchia e aveva per un po' ascoltato il respiro di Gas, poi lo aveva osservato nel sonno, come la prima volta, solo che ora era a pancia sotto, il bel volto girato di lato, un braccio abbracciava il cuscino e ripiegava al di sopra della testa, l'altra mano poggiava davanti al suo viso sopra al cuscino di Sara. Guardò le spalle forti, la schiena che si assottigliava alla vita, l'attacco dei glutei e le coscie possenti con un sentimento di orgoglio, resistette all'impulso di accarezzargli la schiena, avrebbe voluto baciare ogni angolo della sua pelle. Per resistere alla tentazione decise di uscire a sgranchirsi le gambe. Aveva indossato solo la casacca e afferrato al volo i sandali. Fuori aveva affondato i piedi nell'erba tenera, era fresca e morbida sotto ai piedi. Aveva chiuso gli occhi per cogliere appieno le sensazioni. Poi aveva camminato fino alla sabbia. Aveva d'apprima saggiato con le punta delle dita la consistenza dell'arenile di sabbia, poi vi aveva sprofondato il piede. E poi aveva provato a correrci, e a saltellare. Si voltava a guardare le orme e le nuvole di sabbia che si alzarono al suo passaggio. Fece una giravolta e diede un calcio ad una montagnola di sabbia e girando ancora lo vide appoggiato con le spalle allo stipite della porta che la fissava. Si incamminò verso il bungalow e quando gli giunse vicino gli disse «Buongiorno Gas»
Dogas continuava a fissarla. Era bellissima. I capelli ribelli, e la casacca che lasciava scoperte le gambe snelle, quel viso ovale e morbido con la bocca carnosa, gli occhi come mandorle da mangiare, le sopracciglia sottili e arcuate. Riprese fiato e con voce roca rispose al saluto:
«Buongiorno Sara» la scrutava ancora «dormito bene?»
«Sì! Molto bene, Grazie!»
«Perché non mi hai svegliato?»
«Perché avevi bisogno di riposare»
«Neanche un bacio stamattina?»
«Poi che facciamo? Uuuuh cos'è quello? »
E la vide correre verso il patio come una bimba verso i balocchi.
«È un dondolo, fedele riproduzione di quelli antichi»
Sara si sedette e cominciò a dondolarsi piano.
«Siediti anche tu, così parliamo un po'»
Gas si sedette
«Abbiamo un argomento in particolare?»
«Sì, che faremo per un mese qui?»
«Ti stai già annoiando piccola?» disse arcuando un sopracciglio
«No,certamente no... ...è che dovremmo poter far altro... ...voglio dire... ...non possiamo stare solo a... ...hai capito!» concluse lei.
«Perché no? Più lo facciamo e più lo farei! Non riesco a pensare ad altro io. Un po' mi disturba che non sia uguale anche per te..» la bocca di lui prese una piega amara.
Lei che era tornata a fissare il mare si volse di scatto verso di lui.
«Ma che dici? » esclamò stupita «Non ci credo che lo pensi! Sono dovuta uscire per resistere alla tentazione di svegliarti... ...se penso... ...passerò tre giorni d'inferno!» e tornò a fissare il mare. Lui sembrava aver bisogno di essere rassicurato, ancora di malumore le disse:
«Avresti dovuto farlo! E che sarebbero questi tre giorni ?»
Lei voleva tornare a sentire la sabbia sotto i piedi e dirigendosi di nuovo verso il mare da sopra la spalla gli gridò: «Dovresti controllare i comunicati che ti arrivano!»
Di nuovo sulla sabbia, cominciò a camminare tirando su più sabbia possibile.
Gas le fu subito dietro e ancora di umore volubile prese una manciata di sabbia e gliela lanciò con forza. Una nuvola polverosa l'avvolse, Sara si mise un braccio davanti al viso. Poi lentamente si girò a fissarlo.
«Ma sei impazzito?» gridò.
Gas la guardò e in un attimo passò il malumore che lo aveva attanagliato quando non l'aveva trovata al suo fianco. Il viso di lei era impanato come una cotoletta, il vento gli aveva indirizzato la sabbia precisa addosso.
Sara arrabbiatissima restò a guardarlo mentre rideva piegato in due mentre tentava di scusarsi. «Ridere e scusarsi insieme non è molto credibile!»
Lui continuava a sghignazzare e lei si lanciò verso di lui e lo fece cadere cadendogli addosso. Sara fu veloce a rialzarsi, con i piedi calció un cumulo di sabbia e contraccambio la panatura. Lui da terra cominciò a tossire e a sputare la sabbia che aveva aspirato ridendo ancora mentre cadeva. Quando si riebbe si alzò e la guardò minaccioso. Scopri ben presto che lei era molto abile a correre sulla sabbia, cambiando direzione all'improvviso, e saltando come una gazzella non lesinandogli nuovi lanci di sabbia sempre calciata con il piede gridando ogni volta che stava per afferrarla.
Quando finalmente riuscì a braccarla la buttò in terra «Sta ferma!» le disse mentre lo tempestava di pugni e calci. «Hei! Smettila!» ma lei non si placava. Dogas prese una pugnata di sabbia e la alzò a fianco del suo viso.
«Se non ti stai buona giuro che te la faccio mangiare» la minacciò. Lei si quietò guardando con timore il pugno pieno di sabbia. Poi ancora ansimante per la corsa e la lotta sussurrò dubbiosa: «Non lo faresti mai!»
Lui si accomodò meglio sopra di lei per impedirgli di fuggire di nuovo. Lasciò cadere a filo la sabbia, poi con la mano tolse la sabbia che ancora aderiva al viso di lei, le dita spolverarono le labbra carnose e Gas si chinò a baciarla.

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L'angelo di cristallo
RomanceAmbientato nell'anno 3122 dove l'evoluzione è stata segnata da scelte drammatiche come cupole protette dall'atmosfera e l'asessualità di buona parte della popolazione terrestre, scelte che verranno rimesse in discussione per la salvezza della specie...