Incontro

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Dogas la seguì all'interno e decise di andare subito al dunque.
«Dovremo partire ragazza, andremo all'isola, hai tre giorni di tempo per organizzarti»
La voce di Sara squilló felice: «L"isola? Davvero!!!» e battè le mani come una bimba.
«Non sono mai uscita dalla cupola. Cribbio! È pericoloso? Incontreremo le tue tribù? Oooh non vedo l'ora di dirlo a Cinzia, finalmente avrò anche io qualcosa da farmi invidiare...»
Dogas la guardò stupito, si era preparato ad una dura lotta per convincerla e a dover elencare una serie di motivi per cui era necessario partire, e invece lei era così saltellante da sembrare pazza. Cogliendo stralci del suo cileccare, al nome Cinzia ripensò a quanto detto da Erico e la interruppe: « A tal proposito vorrei consigliarti di pesare bene ciò che dici alle tue amiche, quella tua amica Cinzia, parrebbe molto loquace con il mio amico Erico, mi ha riportato brandelli delle vostre conversazioni.» la guardò di sottecchi mentre fingeva di controllare dei dati sui pannelli, si volse a fissarla e proseguì: « Tu capisci che se alcuni particolari della nostra situazione venissero resi pubblici noi potremmo essere puniti?»
Sara ancora troppo felice all'idea di uscire dalla cupola, fece una giravolta e si fermò di fronte a lui. «Particolari dici? E quali particolari potrei mai fornire? A malapena capisco di cosa stanno parlando! Ho perfino fatto una ricerca ma è passato così tanto tempo che nessuno è in grado di fornire informazioni esatte. Lo sai che consigliano di informarsi dagli Stutzi? Pare che loro custodiscano il segreto della appagatezza sessuale..!» si interruppe imbarazzata dalle sue stesse parole, ma era così contenta di essere lì che volle scrollarsi di dosso le brutte sensazioni della settimana appena passata « intendevo dire che loro, le mie amiche, sanno di cosa stanno parlando e credono lo sappia anche io, è quasi buffo non trovi?» «No! Non lo trovo affatto buffo! Non ti è venuto in mente che sono nella stessa tua situazione? Credi che io possa descrivere quello che non ho vissuto?»
«Ooh beh! Puoi fare come faccio io, prendo di qua e porto di là, prendo di là e porto di qua! »
Dogas la guardò come se fosse uscita di senno.
«Di che stai parlando ragazzina? Oggi mi pari farneticante!»
Lei lo guardò maliziosa è ancora sorridente «oooh mio bel burbero, non mi farò ancora ferire dai tuoi modi scortesi,  non rovinerai più le mie giornate con i tuoi malumori,
Intendevo dire che ascolto Kira e cerco di capire e ricordare quando vedo Cinzia e viceversa. È un po' umiliante ma mi adatto alla tua decisione di fingere che tutto prosegue come eccelsi comandano»
Dogas si scurì in volto. « Di nuovo vuoi scaricare su di me le tue decisioni? Sei tu che non volevi partecipare, ti ho trovato un modo per accomodarti sul tuo trono solitario e non mi gratifichi neanche di un banale ringraziamento.»
Lei smise di saltellare in giro e si voltò a guardarlo. «Vuoi un ringraziamento? » chiese «Va bene mio bisbetico. Ti ringrazio! Grazie per avermi tolto il sonno, grazie per avermi resa una bugiarda, e grazie per far di tutto per farmi assegnare al Tenente Dyver, chissà che non ti debba venire a ringraziare anche Finnè, pare lamentare scarsità di linguaggio ma che sia oltremodo dotato in altro, checche significhi.» non sorrideva più, prosegui «Grazie per disinteressarti completamente di quello che sarà di me! Chissà! Magari ci scambiano e a te toccherà la dolce e arrendevole Finnè, e anche lei forse sarà più contenta di cedermi il suo. Sì! Grazie davvero!»
«Ooh! Non voglio litigare, ho passato una settimana d'inferno con tutte che mi chiedevano come mai il mio Capitano non avesse tempo per me. E devo anche subire i tuoi malumori ora? Cosa faremo dopo l'isola? Cosa racconterò alle mie amiche quando troneremo? Come posso respingere domande imbarazzanti se tu non hai intenzione di redarguirmi?»
Dogas ripetè «Redarguirti? Devo farlo? Me lo stai chiedendo?»
«Certo che te lo sto chiedendo?» c'era caduta con tutte le scarpe.
«Mi stai supplicando?» chiese di nuovo, le si era fatto pericolosamente vicino.
Sara capì di essere caduta nel tranello, di nuovo senza parole decise di fingere di non aver capito. Gli si avvicinò con l'intenzione di stuzzicarlo, gli poggiò le mani sul petto e alzandosi sulle punte gli diede un bacio rapido sulle labbra e disse: «E se invece io volessi fossi tu a supplicarmi?»

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