Terzo giorno

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Dogas era su una sedia ad osservarla quando Sara si svegliò.
«Buongiorno amore mio!» le disse lui
«Buongiorno Gas!» donandogli uno dei suoi più bei sorrisi
«Sai che parli nel sonno tesoro?»
«No, non lo faccio!»
«Oh sì che lo fai, eccome se lo fai.» e ridendo se ne andò fuori
Sara ristette a pensare a cosa aveva sognato, non riusciva a ricordare, cosa cavolo aveva detto nel sonno? Allungò il collo per vedere al di là della porta della camera Gas che stranamente canticchiava il motivetto che la sera prima lo aveva infastidito tanto.
«Cosa ho detto?» gridò dalla camera lei
«Ooh non ricordo più» rispose lui allegro.
«Dai Gas!!!»
Lui si affacciò alla porta e ridendo chiese
«Cosa? Cosa devo darti?»
Lei prese il cuscino e glielo lanciò.
Lui lo afferrò al volo e con il cuscino fra le mani andò verso di lei e quando fu abbastanza vicino la prese a cuscinate, lei tenendo le braccia alzate tentava di respingere l'assalto.
«Gas! Smettila! Mi fai male!»
Gas lanciò il cuscino da un lato ma le si buttò sopra prendendole i polsi, e tenendoli ai lati. Sembrava particolarmente sereno. Ora la fissava con una intensità disarmante.
«E adesso?» gli chiese Sara.
«E adesso niente!  Lo sai benissimo che non posso fare niente di quello che vorrei ora. Sei mia prigioniera! Ti tengo così fino a domani e poi dovrai sottostare ad ogni mio più piccolo desiderio.» le disse.
Sara si contorse per cercare di liberarsi ma subito capì che non era una buona idea, lo sentì mugugnare e sentì chiara la sua erezione pulsare vicino all'inguine. Gas aveva un ginocchio su un lato e l'altra gamba fra le sue cosce, il bacino aderente a quello di lei, il petto leggermente sollevato sui gomiti appena solleticato dai capezzoli di lei.
Gas abbasso la testa sul suo collo e lo bació prima di appoggiarvi il capo. Stava assaporando queste nuove sensazioni alla luce delle rivelazioni nel sonno di Sara.  Memore dei metodi imparati già da giovane ragazzo imberbe fece esercizi di respirazione per controllare i suoi impulsi, la tecnica di rilassamento sembrava funzionare fino a quando Sara non si mosse sotto di lui.
«Che diavolo stai facendo! Sta ferma!» le disse
«Mi stai schiacciando!» nicchiò lei.
Dogas le alleggeri il peso puntellando meglio i gomiti e poggiando un fianco di lato. Continuava a tenerle i polsi. Mise la fronte appoggiata vicino alla guancia di lei e si sentì baciare la testa da Sarà. Gas desideró fosse già domani. Niente, non riusciva a placarsi.
Dopo un lungo sospiro si arrese: «È una tortura più per me che per te» le sussurrò vicino all'orecchio prima di lasciarla andare.
Si alzò, per chinarsi a darle un ultimo bacio e la lasciò per andare a sbollire gli ardori nel mare.
A Sara piacque tanto quel modo di fare, più controllato e cordiale di lui, non le restava che capire cosa avesse detto nel sonno da rasserenarlo tanto.
Provò di nuovo a richiamare eventuali immagini. Un angelo? "Io sarò su di te come quell'angelo sul collo" poi? ..."Non capisci? Siamo angelo e cuore Sara e Gas per sempre." Aveva detto questo nel sonno? Che altro? Perché non riusciva a ricordare.
C'entrava una danza, gli stutzi, fuggire, e poi? Un bambino!
Sara spalancò gli occhi. "Fuggiamo Gas, io, te e il bambino, guarda è bello come te il nostro Gabriel, andiamo dagli stutzi e io danzerò con te"
Ora ricordava. In sogno aveva fra le braccia il loro bambino, capelli neri e occhi grigi ghiaccio. Qualcuno glielo voleva strappare via ma lei non lo avrebbe permesso. Aveva sentito uno strappo al cuore, troppo doloroso da ricordare quel sogno, troppa paura. Un angoscia le attanagliò il petto, poi sillabò «Gabriel»
Gas era sulla porta della camera con un asciugamano sui fianchi e i capelli grondanti che la fissava. Sara guardò quegli occhi e li riconobbe in quelli del bimbo del sogno, in quelli di Gabriel.
«È un bel nome..» le disse con estrema dolcezza, poi tornò ad asciugarsi i capelli con
l'altro asciugamano che aveva sulle spalle e andò in cucina.
Non uscirono per l'intera giornata, Sara tentò più volte di farsi dire cosa avesse detto nel sonno, ma lui le aveva solo vagheggiato qualcosa rispetto alla sua capacità di predire il futuro nel sonno.
Sara se ne andò a dormire subito dopo cena e Gas si gettò di nuovo nelle acque verdi del mare/lago. Ma già sull'uscio del bungalow decise che stavolta non si sarebbe tenuto alla larga da Sara. Il loro Gabriel sarebbe stato concepito questa notte.

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