Panico

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Il giorno seguente Sara lo passo fra i vari preparativi, più mentali che materiali. Si incontró nel locale bar con Cinzia, Finnè e altre tre amiche del corso. Sara fu contenta di poter raccontare del viaggio che avrebbero fatto lei è Dogas. Le compagne l'abbracciarono e riempirono di mille domande e lei fu felice di farle schiattare d'invidia dicendo di come Dogas aveva programmato tutto. Fra l'oro c'era solo Dedy che era andata all'isola, e con lei parlò a lungo di come ci si giungeva, cosa fare, e come comportarsi. Dedy ci sarebbe voluta tornare tutti gli anni se fosse stato possibile, ma l'accesso era per pochi privilegiati, a meno che non si era un inserviente ma in quel caso era per lavoro, pare che ci sia molto da fare per farla essere così meravigliosa.

Il giorno dopo Sarà fu svegliata dal computer Idos per una comunicazione urgente. Sara ancora assonnata chiese a Idos di leggergli il comunicato. Idos eseguì: « È richiesta da ogni ragazza del gruppo progenie di sottoporsi a visita medica per accertarsi dello stato di sviluppo del progetto stesso è per accertarsi la non presenza del virus nei feti. Alla visita medica devono partecipare tutte le 20 ragazze del progetto, nessuna esclusa, in data di domani, ognuna all'orario qui sotto riportato a fianco del suo nome. Sara ore 19:30. Fine comunicato»
Sara saltò giù dal letto terrorizzata, poteva già immaginare il tipo di visita a cui si sarebbe dovuta sottoporre, molto simile a quello delle madri. Come avrebbe fatto? Come poteva ora ovviare alla finzione con amici e conoscenti?
Dogas, Dogas, doveva cercare Dogas. Si vestì in fretta con un abito intero con corpetto a balconcino e gonna lunga alle caviglie con uno spacco laterale al ginocchio molto fluida e dai colori iridescenti. Il primo tentativo andò a vuoto, Dogas non era nella sua stanza, si piazzò davanti allo spioncino della porta a ghiera e dopo la digitalizzazione del suo codice chiese la posizione del suo compagno. Il computer di stanza comunicò tre possibili posti in cui si sarebbe potuto trovare il Capitano Tin Dogas nei successivi dieci minuti.  Alla sala delle reclute lo aveva mancato per poco, prese la navetta e giunse al settore 76, apri il pannello mappa nella hall e selezionò la zona 4, digitò di nuovo il suo codice poi serviva il codice della persona che stava cercando, aprì un altro schermo e digitò "Capitano Tin Dogas codice" ottenutolo lo digitò nell'altro schermo e dopo pochi istanti un puntino rosso cominciò a muoversi sulla mappa che divenne tridimensionale si abbassò di un livello e si fece di nuovo piatta. Sara si guardò velocemente intorno e vide l'ingresso dell'ascensore aperto, corse per prenderlo al volo mentre già le porte ruotavano ed erano chiuse per un terzo. Questione di secondi e le porte ruotarono di nuovo e si aprirono sul corridoio dove Dogas attendeva di prenderlo a sua volta.
L'espressione di lui fu quasi comica quando la vide. Fece un gesto con la mano come a scacciare una visione, ma quella visione era reale.
«Che ci fai tu qui!» le chiese entrando nell'ascensore e trascinandola di nuovo dentro tenendola da un gomito.
Il viso di lei era agitatissimo, le tremava l'angolo della bocca e un sopracciglio, le mani erano serrate e le nocche delle dita sbiancate per quanto le stringeva. Un luccichio spuntò fra le ciglia. Lui preoccupato le prese il mento e di nuovo chiese: «Che è successo?»
Lei non riuscì a trattenere la lacrima e di getto gli disse: «Mi faranno la visita domani!»
Lui non vedeva il nesso tra quella disperazione e questa "visita".
« E qual'è il problema?»
«LA VISITA!!!» gridò lei « la visita capisci? E non posso esimermi, ooooh che farò ora? Dove fuggo per la vergogna ora? La visita medica di controllo "progenie" capisci?»
L'ascensore si era aperto e il generale Portew li stava guardando fissamente.  Dogas fece il saluto e il generale comandó «Riposo! La stavamo aspettando Capitano Tin»
«Mi scusi il ritardo Generale, arrivo subito!»
Dogas si volse verso Sara e le disse «Vieni stasera alle 18 da me e ne parliamo» e subito la lasció da sola a ritrovare la strada di ritorno.
Sara era già li alle 17 e 20. Camminava avanti e indietro nell'attesa quando lui arrivò.
«Perché non sei entrata? Ho detto a Sid che puoi entrare quando vuoi, basta che gli dai il codice.» La accompagnò dentro tenendole una mano sulla schiena.
Sara scoppiò a piangere e gli si aggrappó al collo. Lui l'accolse e strinse a se poi le sollevò il viso rigato di lacrime e la consolò come fosse una bimba.
«Su su, questi occhi belli non me li puoi far vedere così!» si sentì struggere guardandola, le bació la tempia e di nuovo scrutò il suo viso.
« Spiegami che succede cucciolo mio. Vuoi? Forse se mi dici cosa ti succede, posso aiutarti in qualche modo. Ma se non mi dici niente...»
Lei ancora scossa dai singhiozzi non piangeva più, già consolata dalle sue parole ma ancora non riusciva a parlare, era lì che sospirava sulla sua camicia.
«Allora, il problema è la visita che dovrai fare domani?» le chiese e lei annuì.
«Hai paura per? Cosa esattamente?»
«Dalla visita vedranno che non ho mai..» e di nuovo sprofondò il viso sulla sua camicia.

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