Perdersi

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Gas strinse la mano sul polso di Sara. La guardava furente, quasi senza vederla. Quattro armi puntate alle sue spalle, Sara fra lui e il soldato semplice Deaw, l'altra guardia leggermente dietro a fermare una possibile fuga di Sara, la sua mente da militare visualizzò ogni tentativo possibile per sottrarsi ai sei uomini. Sara gli poggiò la mano sul petto.
«Gas! Calmati!» disse vedendo la vena sul collo pulsare pericolosamente, tanto che le parve che anche l'angelo stilizzato del tatuaggio si gonfiasse di rabbia.
«Non Posso! Sara...» la voce ringhiosa di lui la fece tremare di paura. Ansimavano entrambi. Tutto era perduto. Gas vide spuntare una lacrima fra le ciglia di lei e la rabbia si trasformò in doloroso stupore. Le lasciò il polso e fece un passo indietro mettendosi in posizione di riposo, gli occhi ancora fissi su di lei, appena un attimo prima di distogliere lo sguardo e fissarlo a terra in segno di resa. Le quattro guardie si rilassarono e abbassarono le armi.
Sara si alzò sulle punte e lo sfiorò con un ultimo bacio. «Ci rivedremo mio capitano!» gli sussurrò prima di lasciarsi portare via dalle guardie.
«SARA!» gridò lui.
La vide voltarsi mentre la caricavano sulla navicella delle guardie.
Gas corse a recuperare la motojet, indossò casco e giubbetto e partì a razzo.
Sara lo vide dal tettuccio trasparente della navicella volare sopra di loro, piangeva su uno dei sedili posteriori. Le quattro guardie che sedevano dietro con lei tenevano gli occhi bassi dispiaciuti per lei, uno dei quattro le mise una mano sul braccio e le disse «Vedrà! Si chiarirà tutto!» Sara singhiozzò e la guardia distolse lo sguardo. Lei ne approfittò per sbirciare ancora sopra alla sua testa, quasi gridò quando vide Gas quasi schiantarsi su uno dei piani superiori di un settore, e svoltare all'ultimo. Sara notò che il suo settore era già passato, Gas sicuramente lo aveva presupposto che non l'avrebbero portata lì, ed era per quello che la stava seguendo. Sbirciò ancora verso l'alto, ma non lo vide più. Non voleva che le guardie se ne accorgessero continuando a cercare qualcosa oltre il tettuccio della navicella.
Gas sfrecciava parallelo alla navicella facendosi scudo dei palazzi dei settori, aveva gridato «Bastardi Maledetti!» quando le sue peggiori previsioni si rivelarono esatte e avevano superato la zona del settore di Sara.
Avrebbe voluto poter vedere attraverso il vetro schermato della navicella il volto di Sara, lei poteva vedere lui ma da fuori era tutto nero.
Per un paio di volte rischiò di perdere il controllo della motojet, e una di scontrarsi contro una navetta. Si abbassò fino a terra per riprendere il controllo e sterzare per seguirli ancora e di nuovo si alzò a sovrastarli.
Vide la navicella entrare nella sezione 15 all'ottavo piano, fece un paio di giri poi si abbassò di fronte all'entrata giusto il tempo per vedere che facevano scendere Sara. Le tenevano i gomiti quasi fosse stata arrestata. Imprecò e tornò a sorvolare la zona per non farsi notare davanti al portellone . Non poteva fare più niente lì, si diresse verso il suo settore, nella sua stanza avrebbe fatto ricerca su cosa vi fosse nella sezione 15, ma prima di tutto avrebbe preteso udienza con gli eccelsi. Ci mise un lampo.
Non finì di entrare che già mandò il comando a Sid a cui bruciò il "bentornato" di rito.
«Richiedi udienza urgente agli eccelsi, possibilmente con Botos.»
Sid cominciò ad avviare diverse linee di comunicazione, nella stanza si udivano una cacofonia di domande e risposte sovrapposte.
Nessuno rispondeva, molti erano occupati o si negavano. Continuò quel brusio di sottofondo per più di un'ora. Un ora in cui Dogas ripassava mentalmente tutti i piani di difesa della cupola. Avrebbero avuto a che pentirsene se non gli fosse data udienza. Li aveva stilati lui quei piani! Ci avrebbe messo un attimo a contattare la cupola a nord-est e trasformare quei piani nel loro punto debole! Più il tempo passava più i propositi bellici di Dogas divenivano più feroci. Finalmente risposero.
Era l'eccelsa Diana che apparve tridimensionalmente sui pannelli di controllo.
«Ciao mio caro Dogas!» il bel volto della donna aveva un espressione di sincero affetto
«qual'è il problema che ti affligge!»
Quando Dogas si mise di fronte al pannello anche l'eccelsa Diana poté vederlo e rimase colpita dallo sguardo carico d'odio.
«Eccelsa Diana vorrei fare delle domande a tutti gli eccelsi del governo!»
«Posso fare da tramite mio caro Dogas, sono tutti qui che ti ascoltano, siamo tutti qui»
«Bene!» rispose Dogas e cominciò «Ditemi, miei eccelsi, non vi ho degnamente servito in ogni mia missione? Ho fatto una qualsiasi cosa per cui io debba essere punito? Non merito che le promesse fattemi da voi vengano mantenute? Non ho forse stilato i piani di difesa migliori di tutti i tempi? Ora voglio sapere una cosa su tutte: perché mi avete separato da Sara?» terminò e attese la loro risposta. Segui un po' di caos dove alcuni di loro alzavano la voce per sovrastarsi, alcuni non avevano idea di cosa si stesse parlando, questo fece capire a Gas che chiunque avesse preso la decisione l'aveva fatto senza disquisire con gli altri. «Basta così!» tuonò l'eccelsa Diana. «come possiamo pretendere di essere ubbiditi quando noi stessi non siamo ligi alle regole?»  poi si rivolse a Dogas «Mio caro Dogas non sono informata su tutte le coppie, quindi mi dicevi che siete stati separati.»
«Esatto!» rispose Gas e aggiunse «non solo! Siamo stati fatti rientrare dall'isola anticipatamente»
Diana si fece attenta. «Anticipatamente dite? Non avevate... quante? Tre settimane?»
«Quattro mia eccelsa, quattro settimane e due giorni!»
«Perdonami un attimo Dogas, ora cercheremo di capire chi ha dato l'ordine, ti chiedo di restare in silenzio mentre procedo con le domande verso i miei colleghi» Diana sembrava propensa a fare luce sulla faccenda.

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