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Sara si volse di nuovo indietro ma il faro abbagliante era puntato su di lei e dovette schermarsi gli occhi con la mano, pestò un piede per ripicca. E si concentrò di nuovo sugli eccelsi.
«Buonasera Sara! Io sono Rebita, il mio compito è portare una certa missione a compimento. Purtroppo sono costretta a farti delle domande anche io, spero vorrai rispondermi con più gentilezza»
«Tenterò eccelsa Rebita. Spero capiate che è stato tutto molto stressante fin dall'inizio. Eravamo e siamo ancora inesperti! Oltre ciò c'è stato un fattore emozionale non indifferente a cui eravamo più che disabituati ignari. Ci si voleva trattare come macchine ma non lo siamo.»
«Capisco!» disse Rebita «o meglio, immagino! Ma ciò vale anche per noi. Sono passati troppi secoli e ogni informazione a riguardo ci è stata depredata motivandola con la necessità di controllo sulla popolazione. Quindi stiamo procedendo per tentativi. Ma dalle tue parole mi pare di capire che il metodo dell'assegnazione abbia funzionato, che la compatibilità genetica e caratteriale non sia da scartare. Abbiamo molte cose da chiarire. Anche sul nipote di Fresod, il professore Welk Atos che la sta tutt'ora rivendicando come propria dalle prigioni.»
«Ts!» di nuovo si sentì da dietro «Dovrà passare sul mio cadavere!»
Sara sussultò e si trattenne dal voltarsi di nuovo, ma quella voce..
«Sara Atos dice che lei aspetta un bambino da lui.» disse secca Rebita.
«COSAAA!!! QUEL PERVERTITO? Mai e poi mai. Era un molestatore già quando fu mio insegnante, fu fermato da una mia insegnante, o anche questo è stato nascosto da suo zio?»
«Molto probabile!» rispose Rebita
«Sara! Siete incinta?»
«Non ne posso essere sicura!»
«Ma potrebbe essere?»
«Ho esperienza giusta per poter affermarlo? Tutto può essere! Tranne che quel verme abbia potuto mettermi incinta, se lo sono è di Dogas»
«Ci risulta che tu possa aver avuto una ovulazione in questi giorni, come potrebbe essere del capitano se non eravate insieme e se è stato detto allo stesso capitano di non avere rapporti nei tre giorni precedenti?»
«Forse perché non è stato specificato anche le notti precedenti?» rispose Sara infastidita.
Dietro di lei una risata venne vistosamente trattenuta.
«Oppure gli spermatozoi del capitano sono particolarmente longevi!»
La risata dietro si propagò per tutta la sala non più trattenuta.
Sara tremò! Era lui? Doveva essere lui!
«Mi pare che ti sia preso una bella gatta da pelare capitano Tin» disse Diana
«Concordo eccelsa Diana, una splendida gatta selvatica.» la voce calda di lui fece quasi cedere le gambe di Sara
«A mio parere dovremmo lasciare che restino insieme» disse un altro onorevole, «Sono d'accordo» disse Sara senza pensare. «Anche io!» rispose la voce di Gas.
Rebita prese di nuovo la parola mentre gli altri eccelsi sovrapponevano le loro voci in un caos incomprensibile. «SIGNORI! SIGNORI! Contegno! Vi è stata una grave violazione.
Sara! Mi spiace violare così la tua privacy. Ma infine l'importante per me è il progetto progenie e se non sei ancora gravida potresti aver perso questo mese, non è un grosso problema, solo un intoppo nella programmazione per cui si era pensato di procedere per scaglioni. Questo porta al dubbio se procedere con il Capitano o pensare ad una riassegnazione»
Si sentì un trambusto dietro e
Dogas furente si affiancò a Sara e lei poté finalmente vederlo. Era in alta uniforme, Quanto cavolo era bello, avrebbe voluto corrergli incontro e buttargli le braccia al collo, il respiro le si fece più veloce mentre percorreva il profilo del suo volto, si sforzò di distogliere lo sguardo ma dopo pochi secondi era lì a fissarlo beata.
«Non c'è nessun dubbio! Si procede con "il capitano" altrimenti questo "capitano" vi pianta in asso e si cerca un'altra cupola a cui prestare i propri servizi ! »
«Suvvia Dogas! Si calmi.» cercò di placarlo Diana.
«Non mi calmo proprio per niente! VOI mi avete messo in questa situazione, state trattando 40 persone come bestie da riproduzione non considerandone i risvolti emotivi. Mi avete portato a una situazione di non ritorno in cui non posso più fare a meno di questa ragazza e ora dite di rimetterla nella lista? Bene! Vi dico una sola cosa: DEPENNATELA dalle vostre liste. Lei è mia! »
«Decidere cosa fare spetta noi per il bene della comunità, non certo per il singolo individuo, Badi bene Dogas a non approfittarsi della nostra benevolenza per lei» a parlare ora era un eccelso che fino a quel momento era rimasto in silenzio. Dogas lo fissò e diede atto di riconoscerlo:
«Eccelso Prust, mi duole dover essere io a ricordarle quello che ho fatto io per meritare la vostra benevolenza! Voi sapete benissimo come, dove e quando la mia persona abbia rischiato la propria vita per i vostri propositi, voi sapete come ho fatto dei vostri pessimi  piani la mia ragione di vita, sapete come li ho modificati per farne qualcosa di vincente. Solo perché voi possiate mantenere alti i vostri scranni! Cosa ho meritato io dalla vostra benevolenza? Quello che mi aspettavo era un minimo di stima atta al rispetto della mia persona. Non agevolazioni! Non potere, non libertà. Ma rispetto!» prosegui «Avete mandato questa ragazza ad assistere al mio risveglio, avete appiccato il fuoco e sparso benzina e ora pretendete che io spenga il rogo o che bruci e sparisca! Lei è mia! Mia e di nessun altro» concluse Dogas.
L'eccelso Prust restò in silenzio. Diana prese di nuovo la parola rivolgendosi a Sara
«Sara, io sto cercando di capire. Il motivo della mia indecisione è il fatto che tu abbia inizialmente chiesto di essere esentata. Questo ha fatto sì che io e altri di noi ci facessimo una certa idea di te. Ti abbiamo ritenuto un soggetto con grande bisogno di indipendenza, al limite del sovversivo. Questo non combacia con l'idea di appartenenza che il Capitano Tin ha appena rivendicato su di voi. È questo che vuoi? Appartenere al capitano? Non è forse meglio per te una vita più libera seppur con il dovere di qualche incontro occasionale per portare avanti il progetto progenie? Avresti di certo più indipendenza, e autonomia!»
«Lo dissi già all'eccelso Botos. Non accetterò nessun'altro, e, se mi fosse imposto, nessuna nascita ne verrebbe perché metterei fine alla mia vita prima che questo possa accadere.
O Dogas o nessuno.» terminò accalorata Sara sentì le dita di Gas sfiorarle la mano.
Diana guardò i due di fronte a loro. I due presi singolarmente avevano un carattere forte, ma insieme sembravano un muro di cocciutaggine insuperabile.
«Bene! Credo che non ci sia niente d'aggiungere, possiamo far scortare il capitano e la signorina Sara nelle loro stanze, intendo quelle che sono state assegnate loro in questo stabile, attenderanno le nostre conclusioni. Noi nel frattempo potremo procedere con le votazioni dei quesiti a loro riguardanti.» disse Diana.
Sara e Dogas si guardarono con l'ansia di essere di nuovo separati, la mani si sfiorarono. Dogas non riuscì a trattenersi oltre, e se la strinse al petto, il mento sulla sua fronte, la mano sul suo viso a tenerla in modo potesse sentire il cuore, l'altro braccio intorno alla sottile vita di lei.  Due guardie si affiancarono a Dogas, mentre dietro di Sara sopraggiunsero le due donne che l'avevano accompagnata in sala.

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