L'eccelso Botos

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Si muovevano nella stanza senza guardarsi. Le parole non dette li rendeva tristi e nervosi. Non erano abituati a condividere la propria vita con altri, e non conoscevano le sottili astuzie per venirsi incontro, ne come colmare un cratere che rischiava di allontanarli. Entrambi avevano le stesse paure, di perdersi, di essere allontanati, di essere costretti al contatto con altri, che questo potesse divenire routine, che qualcun'altro potesse estirpare il cuore di ghiaccio all'Angelo di cristallo. Dogas aprì il pannello per scaricare i documenti di viaggio, sarebbero arrivati alla frontiera della cupola con la motojet, lì l'avrebbero lasciata in deposito, e avrebbero preso una delle navicelle che giornalmente coprivano il percorso verso l'isola. Messo tutto su microchip del toutop da polso, si volse a prendere il casco e si trovò a incrociare gli occhi tristi di lei. Lei si sentiva in colpa per aver dimenticato di dirgli le chiacchiere delle ragazze, ma non erano per l'appunto "chiacchiere"?  Davvero doveva colpevolizzarla? Come se già non lo facesse da sola. Ma lui le faceva perdere la testa.
Lui non sopportava la leggerezza con cui lei  aveva trattato tutta la situazione fin dall'inizio.
Non voleva partecipare al progetto eppure era andata nella sua stanza, aveva accettato le condizioni di Fresod senza neanche comprenderle, avrebbe accettato  con la stessa facilità il tenente Dyver o questo tizio di cui non sapevano nulla se non che era così bastardo da ricusare una giovane dopo aver dapprima avuto rapporti con lei? Sara lèsse negli occhi di lui l'accusa, ma non capiva quale fosse. La sua colpa era non essere abbastanza risoluta nella scelta. Lui ancora non si sentiva scelto. Nonostante tutto. Uno vale l'altro? Si domandava Dogas.
«Andiamo?»
«Aspetta! Voglio parlare con gli eccelsi, con Fresod o chi per lui. Voglio chiarire alcuni punti.»
Le sembrò che lui avesse apprezzato l'idea.
«Provo subito a richiedere udienza»
Disse lui.
Apparve il viso arcigno dell'eccelso Botos dopo pochi minuti!
«CHE VOLETE!» tuonò
«Eccelso Botos, forse sarebbe meglio avessimo colloquio con l'eccelso Fresod che già conosce la nostra situazione» disse subito Dogas.
«Mmm! Si sarebbe meglio...   ...ma dato che ci sono io parlerete con me!»
«Bene! Eccelso Botos posso chiedervi di includere la mia compagna nella discussione?»
«A che pro? Non siete capace di parlare da solo?» lo sbeffeggiò bonariamente l'eccelso.
«Mio eccelso, il problema che vorremmo esporre riguarda la ragazza , ma vi esporrò io brevemente i fatti e alcune chiacchiere che ci preoccupano al momento. Parto dall'inizio.
La qui presente Sara era inizialmente contraria a partecipare al progetto progenie, aveva i timori di giovane donna verso l'ignoto. Dato che non conoscevamo né io né lei cosa ci aspettasse. L'eccelso Fresod aveva concesso del tempo a Sara per scegliere fra me o altra proposta che al tempo ci era stata prospettata in nome del tenente Dyver. Ben prima che il tempo di un mese scadesse la ragazza ed io abbiamo trovato una forte intesa e non vorremmo essere separati.»
«Intesa sessuale? Utile per il progetto?»
«Me lo auguro, ma non solo! Io l'amo!»
Sara sentì le gambe cedergli, la bocca aperta e gli occhi spalancati per lo stupore lo fissava, una intensa gioia spazzò via l'umore tetro di prima.
«Bah! L'amore! Da quando è cominciato il progetto questa sciocchezza dell'amore pare sia causa o effetto di qualsivoglia problema.»
L'icona scomparve e riapparve girata verso Sara e la interpellò:
«Che ha da dire ragazza? Ha preso gusto verso quello che aveva creduto un obbligo?»
«Questo, ma non solo! Anche io l'amo, e non voglio nessun altro, e mi ucciderò piuttosto che sottostare a un'altra assegnazione. Mi rifiuterò a costo della vita, non partorirò figli di altri se non di quest'uomo, in realtà mi auguro di avere già in grembo i suoi figli così che non ci siano dubbi sulla nostra fecondità.»
Dogas la stava fissando con passione e desiderio, avrebbe voluto abbracciarla e farla volteggiare in alto per riabbracciarla subito dopo.
«Bene! Mi pare che abbiate trovato una buona intesa. Ma ora non capisco la questione delle chiacchiere, quali chiacchiere vi sono giunte alle orecchie ?»
« La chiacchiera che ci è giunta è la possibilità di essere rimessi in lista a causa della mia indecisione iniziale» rispose Sara «oltre questo che ci sia qualcuno che a causa di conoscenze illustri abbia mostrato interesse inopportuno per la mia persona e che questo interesse volga a distruggere un unione consolidata.... mio eccelso» e chinò la testa in segno di sottomissione.
«Bene! Le chiacchiere sono fondate, e se non aveste messo in chiaro le vostre idee di certo sareste stata assegnata al nipote dell'eccelso Fresod» allo stupore di lei confermò «Ebbene sì, il nostro eccelso Fresod nel risolvere talune situazioni si lascia andare in elucubrazioni e trame complicate, in pratica fa dei veri casini.
Il nipote ha chiesto e ottenuto di esservi assegnato!» a queste ultime parole Sara avrebbe voluto morire all'istante, e Dogas fece uno scatto rabbioso verso l'immagine dell'eccelso « Ovviamente dato che non è accettabile che conoscenze o parentele illustri possano portare benefici mi riservo di impugnare la richiesta e tenerla sospesa in caso lei non resti incinta nel giro di un paio di mesi. Allo scadere dei due mesi lei potrebbe essere riassegnata ma avrà facoltà di richiedere udienza per un ulteriore dilazione. Questo è quanto posso decretare per lei»
«Grazie eccelso Botos»
«buona serata ragazzi!» e scomparve.

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